X e Pearl di Ti West: oltre il semplice horror

Tra le uscite cinematografiche a tinte horror in uscita in questo 2024 (ve ne abbiamo parlato qui), c’è il terzo film della trilogia di X di Ti West. La pellicola completa è un trittico incentrato sui personaggi di Pearl/Maxine. Ma procediamo con ordine.

La trilogia del regista statunitense è incentrata su due personaggi femminili, Maxine Minx e Pearl, entrambi interpretati da Mia Goth in maniera davvero eccezionale. Le due donne entrano in contatto nella prima pellicola X: A sexy Horror Story. Da subito si evidenziano alcune somiglianze tra le due donne, seppur differiscano per alcune importanti scelte di vita.

Maxine è una giovane aspirante attrice cinematografica, mentre Pearl è una donna anziana che ha persona la sua occasione per diventare famosa, senza che le due situazioni vengano più di tanto approfondite. Ci penseranno le due pellicole successive a farlo.

UNO SGUARDO AI CLASSICI ED UNO AL FUTURO DEL GENERE

Pur essendo dichiaratamente un omaggio agli slasher del passato, Ti West mette sul fuoco tanta carne a cuocere e la condisce andando oltre il classico prodotto di riferimento. L’ambientazione texana o comunque rurale suggerisce una certa simpatia nella scelta verso il folk horror di The Chainsaw Massacre e similari e crea i giusti presupposti per regalare allo spettatore dei puri attimi di inquietudine.

Nonostante il cinema di Ti West sia ricco di elementi degli anni ’70, ambientare la prima pellicola nel 1979 è una scelta tutt’altro che casuale. Gli anni Settanta, infatti, sono stati un momento decisivo sia per l’horror (con la rivoluzione del New Horror) sia per la pornografia, grazie alla cosiddetta “Golden Age of Porn” di cui se ne parla benissimo nella serie TV The Deuce con l’ottimo James Franco). 

X risale alle origini di questo immaginario, e ne annoda le radici per mostrarne la vena sovversiva e anarchica, comune a entrambi i generi. Il film entra nel vivo quando Pearl comincia a nutrire un morboso interesse per i giovani ospiti (e soprattutto Maxine) che si trovano nella dependance di casa sua a girare un film per adulti. Seppur ispirato ai classici dello slasher, la pellicola è impregnata da una sensibilità contemporanea e più vicina ai nostri tempi. I personaggi hanno tutti una maggiore profondità rispetto al passato.

DOPPELGANGER

Ma il fulcro del film passa soprattutto attraverso la doppia interpretazione di Mia Goth. Qui il concetto di Doppelgänger è amplificato perchè i due personaggi femminili oltre che essere il rispettivo doppio , sono anche l’una il rovescio dell’altra per epoca di appartenenza. Pearl desidererebbe rubare la giovinezza di Maxine o, come scopriremo nella seconda pellicola, aver avuto le stesse possibilità ed esprimere appieno la propria sessualità come la giovane.

La pellicola vanta il raro pregio di trattare argomenti difficili e quasi ignorati, come il sesso nella terza età e di come il desiderio fisico in età avanzata non debba essere per forza qualcosa da demonizzare.

Pearl & Maxine, interpretate da Mia Goth in una scena di X: A sexy horror story

Ecco quindi che Ti West dà una nuova ed inedita motivazione ai carnefici, contrapponendo alla decadenza fisica dell’anziana coppia una ragazza che vive al massimo senza per questo bruciare subito del tutto e senza alcuno sguardo giudicante. Nonostante ciò essa non diventa la vittima sacrificale del mostro di turno ma, anzi, ne risulta un personaggio femminile più sfaccettato e con maggiori sfumature, rielaborando i codici dello slasher con una consapevolezza e coscienza.

PEARL, IL PREQUEL

Il secondo capitolo, Pearl, continua ad affrontare tematiche quanto mai attuali, pur essendo ambientato in epoca precedente. È il 1918, la prima guerra mondiale volge al termine e l’influenza spagnola miete vittime in tutto il mondo. Pearl vive in una fattoria nel Sud degli Stati Uniti (la stessa già vista in X), lontana da suo marito Howard (che sta combattendo in Europa). Con lei ci sono ai suoi genitori: suo padre è paraplegico a causa di una malattia mentre sua madre, contadina di origine tedesca, tiene sua figlia sotto un regime di disciplina molto severo.

Pearl sogna una vita diversa, è convinta di poter diventare una grande celebrità della danza, e mentre attende con impazienza il ritorno del marito inizia a sviluppare una sorta di psicosi che la porta ad assassinare piccoli animali destinati a nutrire l’alligatore che vive in uno stagno nei pressi della fattoria, oltre che ad avere vere e proprie allucinazioni. Mentre la situazione domestica si fa sempre più tesa, una via di fuga sembra derivare da sua cognata Mitsy, che le chiede di accompagnarla a un’audizione per una compagnia di danza che si terrà di lì a poco nella chiesa del vicino paese.

HOLLYWOOD E I NUOVI MITI

Proprio in quest’audizione Pearl mette tutte le sue speranze e i sogni, l’unica possibilità che il destino le darà per sfuggire dalla sua triste realtà di periferia e poter far parte di quel mondo patinato e sfarzoso. Non siamo ancora negli anni Venti, ma la macchina dei sogni di Hollywood esercita già un’influenza fortissima sull’immaginario giovanile, con visioni di sfarzo e felicità che si allontanano molto dalla realtà in cui vive il pubblico. In questo anche la fotografia aiuta molto a calarci in quelle pellicole in technicolor come Il mago di Oz o altri film musicali, tutto puntato sull’evasione.

Mia Goth – Pearl

Nel sorriso forzato e grottesco del suo personaggio (incredibile quanto duri nei titoli di coda) si intravede la doppia faccia della medaglia: il lato rassicurante della donna di casa in attesa che il suo eroe torni dalla guerra e l’esigenza della stessa di essere acclamata e venerata. Sono i primi effetti di Hollywood, che plasma nuovi desideri e aspirazioni nei suoi neonati spettatori, quasi mai corrisposti.

Attendiamo con ansia, quindi, il terzo capitolo per poter concludere una trilogia di tutto rispetto e che si è candidata, sin dal suo esordio, a diventare un istantaneo nuovo classico del suo genere.

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