The One Hand + the Six Fingers: Blade Runner incontra Matrix?

Tra le proposte più interessanti del vasto e variegato catalogo di Saldapress, c’è sicuramente un cofanetto che sin da quando è stato annunciato ci ha rapiti. Stiamo parlando di una doppia storia contenuta in due volumi brossurati. The One Hand + The Six Fingers, due storie con team creativi diversi, intrecciate ma che raccontano la stessa storia, ma con punti di vista e stili narrativi distinti.

The One Hand scritto da Ram V (Detective Comics) e Laurence Campbell e The Six Fingers da Dan Watters e Sumit Kumar.

Una storia eccezionale! Tra le più belle lette quest’anno. Senza girarci troppo intorno ci è piaciuta da morire, soprattutto per la coraggiosa proposta narrativa di cui non mancheremo di parlarvi. Continuate a leggere per le nostre impressioni!

La trama in breve


Neo Novena è una città oscura e pericolosa, una metropoli del prossimo futuro perennemente bagnata dalla pioggia e in cui spesso i delitti e il male compiuto restano impuniti. Ma a Neo Novena ci sono anche persone che tentano di mantenere l’ordine o che almeno vorrebbero vivere un’esistenza tranquilla, come ad esempio il detective Ari Nasser e lo studente d’archeologia Johannes Vale, le cui vite, loro malgrado, verranno stravolte dalla brutalità di cui la città è intrisa.

Una storia audace

Prima di tutto una dovuta premessa. Due storie intrecciate che vanno lette alternate per quanto una soluzione non necessariamente inedita, è sicuramente una scelta coraggiosa. Certo le penne era di altissimo livello e all’altezza del compito. Ram V e Dan Watters infatti non hanno bisogno di presentazioni. Ma si tratta in ogni caso di una scelta coraggiosa e che funziona.

Infatti, per fruire correttamente della storia bisogna partire dal primo numero di The One Hand, poi il numero uno di The Six Fingers e così via, alternandosi sui due volumi. Ciò ci restituisce il punto di vista dei due protagonisti. Alcune scene chiave si ripetono per fare da raccordo e per quanto leggibili separatamente le due storie sono complementari.

Distopia e dintorni

La storia racchiude in sè una forte critica sociale e grande azione ricca di suspence. Ma è soprattutto erede di un certo filone letterario e cinematografico di nobili natali. Si colloca in quella via di mezzo tra Distopia politica e il thriller poliziesco futuristico, assimilabile per molti aspetti a capolavori immorali come Matrix e Blade Runner.

The One Hand di Ram V, si mantiene sia come stile grafico e che come toni su un noir investigativo. Il ritorno per la terza volta dell’assassino della mano per Ari Nasser rappresenta un cortocircuito mentale, un evento inatteso che non gli permette di andare in pensione. Anzi, l’ossessione per questo caso irrisolto finisce con il totalizzarne la vita. Cosa si nasconde dietro i misteriosi codici che con il sangue scrive sul muro? Il distintivo, le formalità, i mezzi termini non contano più, solo una cosa conta davvero ora: la verità neumenica non più quella fenomenica. In altre parole ciò che è non ciò che appare.

The Six Fingers invece, con un tono solo apparentemente più leggero, ci conduce nella vita turbolenta e travagliata di Johannes Vale. Aspirante archeologo, lavora nello smaltimento di rifuti radiottivi mentre studia. Il suo obbiettivo? Ottenere un dottorato che gli permetta di condurre una ricerca su una civiltà nascosta di cui il padre gli aveva parlato. Ma ciò che scoprirà e il prezzo che dovrà pagare, non avrebbe mai potuto immaginarlo.

Le vite dei due protagonisti, l’investigatore e il ragazzo con sei dita finiranno tragicamente con l’intrecciarsi, sprofondando nello stesso oscuro abisso della coscienza.

Rompere il velo di Maya

Le due storie scorrono con una velocità invidiabile. Ritmo incalzante che pezzo dopo pezzo ampia l’obiettivo e rende più chiaro il quadro di insieme. Leggendo si aveva proprio la voglia di continuare la lettura facendo fatica a staccarsi. Gli autori ci spingono ad indagare, lasciandoci intuire che in fondo gli omicidi non sono il vero cuore della trama, e che stiamo ancora raschiando solo la superfice.

La doppia storia di The One Hand + the Six Fingers, ha la capacità di farci empatizzare sia con il cacciatore che la preda. Entriamo nel punto di vista dei due protagonisti che si inseguono per tutto il racconto. Entrambi sono in realtà alla ricerca della stessa verità e di un significato apparentemente inconoscibile, almeno che non si voglia rompere il velo di Maya. Cosa si nasconde dietro ciò che appare?

Il tutto infatti esplode sul finale. Oviamente non ve lo raccontiamo, ma vi basti sapere disvelato il mistero finale, capiamo cosa che gli autori volessero davvero raccontarci. Il punto non è davvero l’assassino copycat, ma il rapporto tra realtà ed illusione.

Ingranaggi di un più grande gioco

La storia lascia sullo sfondo la convivenza tra umani e cog, dei robot il cui nome è un abbreviazione dell’inglese cogwheel (ingranaggio). Questo elemento, apparentemente secondario nel più ampio quadro della caccia all’assasino della mano, in realtà è la chiave di volta del finale e del vero significato della storia.

Domande scomode vengono poste al lettore. Siamo disposti a convivere con una verità tanto scomoda da mettere in dubbio i fondamenti dell’esistenza stessa? Preferiamo dimenticare e tornare in catene alla grotta di platonica memoria o uscirne e accettare la amara verità? Cosa si nasconde oltre la grotta? Come nel mito descrittoci da Platone nella Repubblica, se l’uomo vede ombre proiettate sul muro fatte di algoritmi a volte difettosi, siamo disposti a chiudere un occhio sulle incogruenze della realtà e ad accettare il nostro ruolo di piccoli ingranaggi del sistema?

Una riflessione tremendamente attuale, che ci permette di riflettere su temi di etica applicata alla tecnologia, e di tecnica applicata al potere, in altri termini la tecnocrazia. La biopolitica, con un tentativo di controllo di totale di ogni aspetto della vita dei protagonisti intrappolati in un enorme gabbia d’acciaio invisibile di weberiana memoria.

Tirando le somme

Vi abbiamo già detto anche troppo. Ma se avete amato Matrix, Blade Runner, il Cyber Punk, le storie investigative ma soprattutto stratificate, che si aprono a diversi livelli di lettura, The One Hand + the Six Fingers e la storia perfetta e che fa per voi.

Una doppia storia godibile, graficamente superba, ma soprattutto emozionante. Certo è una storia divertente da leggere, ma che sul finale lascia un certo malessere e un dubbio morale. Fino a che punto saremmo disposti a scavare per la verità? Ma soprattutto saremmo davvero in grado di convivere con il peso di questa?

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