The Father

Alla fine del mio ultimo articolo, quello su Crudelia , vi dissi che c’erano due valide alternative al cinema. Una di queste era:

The Father.

locandina del film

Non sono riuscito a trattenermi, e creata la giusta compagnia sono andato in sala con grosse aspettative, dato il fresco premio Oscar conferito ad Anthony Hopkins.

Con mio grosso piacere ho notato che la sala non era per niente vuota come mi aspettavo, anzi.

Ed è strano considerando l’uscita risalente a fine maggio, e un film non proprio da prima fascia per pubblicizzazione.

Comunque, le aspettative sono state rispettate oltre ogni previsione.

La pellicola, scritta prima come opera teatrale e poi trasposta per il cinema, è stata ideata e poi anche diretta da Florian Zeller, qui al suo debutto come regista cinematografico.

E la sua regia mi è piaciuta tanto.

Vediamo perchè.

TRAMA

La storia è tristemente semplice in realtà.

Anne è una donna di mezza età che si prende cura del suo papà ormai non più giovanissimo, Anthony, che soffre di demenza senile e tende a dimenticare quindi anche le cose più elementari.

Molte infermiere/badanti sono passate da casa di Anthony, che per via del suo caratterino non proprio semplice hanno avuto un’esperienza tanto breve quanto spiacevole.

Anne dovrà prendere una decisione delicata, decidere se continuare a prendersi cura del padre, oppure decidere dato l’aggravarsi della situazione, di affidarlo a una casa di riposo e spiegare finalmente le ali della sua vita.

CONSIDERAZIONI

Nella prima parte del film lo spettatore appassionato di thriller potrebbe pensare che Zeller voglia fregarci.

Tutto sembra far pensare che qualcuno si stia approfittando di questo povero vecchio che abita solo ma che ha un discreto conto in banca.

Ma probabilmente chi ha avuto un contatto diretto con questa malattia, sa perfettamente che non c’è trucco e non c’è inganno…purtoppo.

La regia è stata impeccabile nel restituire quella condizione di estremo disagio che Anthony prova ogni volta che la sua mente sovrappone ricordi, pensieri, persone care…

 

CONCLUSIONI

Alla fine del film si arriva distrutti (in maniera assolutamente positiva), esausti, e molto tristi, perchè queste storie raramente hanno la possibilità di un lieto fine.

Grazie al lavoro egregio di Sir Anthony Hopkins abbiamo un film che ci catturerà, ci appassionerà e poi ci lascerà un dolce amaro in bocca.

Sfortunatamente bisognerà aspettare un pò prima di averlo a disposizione direttamente dalla nostra smart TV, ma vi consiglio caldamente di segnarvelo e non farvelo scappare quando sarà il momento.

Ci leggiamo come sempre al prossimo articolo,

Elessar.

(voto personale: 8 / Piattaforme: acquisto su Chili)

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