The Batman – Recensione NO SPOILER

“Underneath the bridge, Tarp has sprung a leak
And the animals I’ve trapped,Have all become my pets”

Cosi recita Something in the way dei Nirvana, singolo estratto da Nevermind. Un uomo vestito da pipistrello, sullo sfondo una città decadente, sporca fino alle fondamenta.

GOTHAM

La Gotham City di “The Batman” non è solo un contenitore di corruzione e cattive abitudini. E’ essa stessa il male. E’ essa stessa marcia, fino alle fondamenta. Un circolo vorticoso di favoritismi, corruzione e drop, la droga che da anni ormai falcia la popolazione di Gotham che ormai ne è dipendente. Politici, procurato, malviventi, professionisti: tutti sono drop dipendenti.

E tutti sono marci, come le mura della città dove vivono. Un mostro che alimenta se stesso, destinato ad autodistruzione certa. Gotham, occorre ricordarla, non è la stessa vista nelle pellicole precedenti del DC Extended Universe: quella vista in questa pellicola, diretta da Matt Reeves è Terra 2. La sua Gotham ricorda molto ambientazioni familiari agli amanti del Cyberpunk.

IL BATMAN DI PATTINSON

La stessa residenza di Bruce Wayne, vista in alcuni scorci degli interni, sembra una Sagrada Famìlia progettata da H.R.Giger: il tempio perfetto per le sofferenze e le introspezioni del giovane Bruce. Robert Pattinson ci offre un suo personalissimo Batman, molto più cupo e punk dei precedenti. Da appena due anni opera in città come vendicatore in maschera. E questo lo notiamo si da subito: è un giustiziere acerbo, a volte indeciso, che non sa sempre cosa fare. A volte goffo, non ha proprio molta dimestichezza con le sue attrezzature. Anzi, sul finale del film sembra non sapere proprio cosa provocherà uno dei suoi aggeggi. E’ un Batman fragile, un comune mortale, con i suoi demoni interiori, le sue sofferenze, le sue motivazioni, il suo credo.

L’ENIGMISTA

Paul Dano (tra gli altri Youth, 12 anni schiavo, Prisoners) è il perfetto villain per questa pellicola. Non ha poteri, non ha strumenti particolari a sua disposizione. Un semplice umano, imprigionato dal desiderio di vendetta. La sua interpretazione è magistrale, i suoi enigmi porteranno Gotham ed il suo giustiziere mascherato in ginocchio, svelandone la vera identità, ma soprattutto svelando LA VERITA’!

Un personaggio terrificante, folle, incredibilmente acuto, ma pur sempre umano. E di fatti il male, nella pellicola di Reeves, è composto da soli umani.

LA MAFIA

Nella pellicola sono presenti l’ottimo John Turturro nei panni di Carmine Falcone, (ideato da Frank Miller e David Mazzucchelli, apparso originariamente nella storia Batman: Anno uno, pubblicata sulle pagine di Batman nel 1987) e Colin Farrel nei panni di Pinguino (alter ego di Oswald Chesterfield Cobblepot, personaggio creato da Bob Kane e Bill Finger).

Proprio intorno ai loro loschi affari gira vorticosamente la decennale storia di ingiustizie e dilagante criminalità di Gotham. Un giro di malaffari che coinvolge tutti: malavitosi, istituzioni e polizie. Nessuno e salvo. Nessuno. E Bruce/Batman scoprirà avvenimenti che mai avrebbe immaginato.

PERSONAGGI SECONDARI

Interessanti anche le interpretazioni di Zoë Kravitz, Jeffrey Wright e Andy Serkis (rispettivamente Selina Kyle, James Gordon e il buon Alfred). Ognuno di loro da dignità ed identità propria al personaggio da loro interpretato, mettendo fuori discussione il confronto con i loro predecessori. Cosi come la terra su cui ruotano le loro vite, anche i loro personaggi differiscono da quanto visto già su altre pellicole, con proprie ed autonome caratteristiche.

CONCLUSIONI

Una pellicola che ha saputo dare nuovo stimolo alla narrazione su Batman. Una nuova ripartenza, che speriamo possa avere un prolifico seguito, perchè noi ne vogliamo ancora di Batman di Terra-2. Vogliamo ancora bagnarci sotto la pioggia scrosciante di questa Gotham, che picchietta sulle vetrate dei tetti cosi forte che sembra mandarli in frantumi da un momento all’altro, condannando la sua popolazione ad una morte certa e dolorosa. Vogliamo ancora inseguimenti sfrenati su due ruote, e vogliamo ancora vedere mantelli svolazzare tra le fiamme. Vogliamo ancora Pattinson ed il suo tormento alato. E soprattutto, vogliamo rivedere quel prigioniero di Arkam.

 

Marcello

 

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