Nel mezzo di un mondo fantasy intriso di leggende urbane e folklore dark, in una foresta sperduta, irradiante tensione e pericoli allo stato puro dove ci vengono mostrati i lati più “malvagi” della magia, anche se ne è solo un breve accenno, Jundo insieme all’autore SEBO, ci servono una mistica storia: Stria, che ci scaraventerà in quei luoghi misteriosi che sembrano quasi rappresentare non solo un mondo “fisico” all’interno della storia.
Ma anche negli angoli più nascosti della nostra mente dove abbiamo probabilmente nascosto lati di noi o comunque figure che tutti ben conosciamo come gli archetipi della malvagità, di loschi figuri; e questa storia sembra metterci in guardia riguardo essa.

II sogno di due streghe, la “fame” di un’altra
In una selvaggia Sardegna, immersa nei boschi più fitti e sperduti, Nora e Tecla sono le apprendiste della strega più potente del territorio. Alla soglia di un passaggio molto importante della sua vita, Nora si trova in una fase della sua adolescenza molto importante. Sia Nora che Tecla sono spaventate dal sacrificio richiesto per diventare streghe.
Ma saranno effettivamente capaci di pagarlo? Resteranno insieme nonostante tutte le difficoltà lungo il percorso?

La Strega e la Civetta
La storia ci porta piano piano con sé nel luogo “fatato” e disturbante che crea SEBO anche grazie alle splendide tonalità degli acquarelli utilizzati, che catturano a pieno la sceneggiatura esaltando le qualità e i tratti inquietanti, che rendono l’opera un horror fantasy a tutti gli effetti nonostante la storia sia composta al momento solo da 3 capitoli; breve ma intenso.
La storia ci introduce subito nel sogno – quasi irrealizzabile – delle due apprendiste, ci sentiamo partici grazie a un ingegnoso trucco posto immediatamente fin dalla prima tavola: una situazione che dà sul tragico e che non sembra al 100% chiara fin da subito, è confusa, Tecla è confusa e spaventata di quello che sta succedendo a Nora, non essendo a conoscenza della realtà del momento e di cosa significhi veramente.
Il vero significato del Barbagianni
Grazie a questo, SEBO ci porta con sé, insieme a Tecla, sentendo la sua stessa agitazione finché non abbiamo una chiara spiegazione lungo i capitoli che ci attendono; una spiegazione che coinvolge anche (e soprattutto da ciò che sembra), la strega “mentore” delle due protagoniste. Sembra quasi che dal loro amato sogno di diventare streghe, questo si stia trasformando in un incubo, terrorizzandole.
Come accennato in qualche post instagram da SEBO, il titolo Stria deriva dalla “traduzione” di “barbagianni” nel dialetto sardo, ovvero: “stria” o ancora meglio “Sa Stria”. E nel folklore viene dipinto come un cattivo presagio. Infatti, nel corso dei vari capitoli disponibili (al momento 3, ma Jundo ha già annunciato che Stria tornerà presto), in una tavola potremo vedere un barbagianni accanto all’abitazione della famigerata strega.
Stria sembra volerci trasportare in un luogo colmo di folklore, paranormale, figure losche e anche psicologiche a tratti, e in 3 esplosivi capitoli abbiamo una visione abbastanza uniforme di ciò che ci attende nel prossimo futuro. 3 Capitoli, un viaggio al momento breve ma intenso. E queste erano le nostre prime impressioni.
Ora non ci resta altro che aspettare i prossimi capitoli sul mistico mondo di Stria, che vi ricordiamo che è disponibile sull’app Jundo!
