“Imparare a essere sordi.”
Questo è il primo compito che Joe assegna a Ruben alla comunità dei sordi.
Stiamo parlando di “Sound of Metal“, film del 2020 candidato al “miglior film” degli Academy Awards 2021 (il terzo che vi presento sul blog, dopo Mank e Il processo ai Chicago 7 ).

Sono 6 le candidature totali del film scritto e diretto da Darius Marder, su gentile concessione della prima sceneggiatura da parte dell’amico regista Derek Cianfrance, e comprendono:
- Candidatura per il miglior film
- Candidatura per il miglior attore a Riz Ahmed (Ruben)
- Candidatura per il miglior attore non protagonista a Paul Raci (Joe)
- Candidatura per la migliore sceneggiatura originale
- Candidatura per il miglior montaggio
- Candidatura per il miglior sonoro
TRAMA
il film ci fa conoscere subito il protagonista, Ruben, batterista di un duo Metal formato con la sua ragazza Louise.
I due stanno seguendo un tour per il paese vivendo in camper, e si preparano a incidere il loro prossimo album.
Durante una esibizione Ruben comincia a sentire le sue orecchie fischiare, e da un controllo medico scopre di essere affetto da una acufene acuta destinata a evolversi in una completa sordità.
Tuttavia grazie ad un moderno impianto acustico molto costoso, Ruben potrebbe riacquistare l’udito, fondamentale per mantenere quella vita con la sua amata Louise.

Il loro agente consiglia a Ruben un rifugio per tossicodipendenti sordi, per imparare ad affrontare questa difficoltà, che il batterista spera possa essere solo una cosa momentanea.
Inizialmente diffidente, Ruben decide di accettare l’isolamento al rifugio, e saluta la sua ragazza, che nel frattempo non può fare altro che tornare a casa…a Parigi.
Il nostro protagonista comincia cosi un percorso insieme alla piccola comunità di non udenti gestita da Joe, che fin da subito invita Ruben ad accettare la situazione, e non vederla come un problema da risolvere, ma una novità da accettare.

Ora sta a Ruben decidere se riprendere la sua precaria vita di prima sperando in un vero e proprio miracolo con l’operazione, oppure accettare quello che d’ora in poi lo accompagnerà per sempre.
CONSIDERAZIONI
La pellicola non parla dell’integrazione nella società, non parla dell’inclusione delle persone con disabilità, e di venire accettati dagli altri. No.
Il film parla dell’accettazione di se stessi, che ha un’importanza cruciale per la propria vita.
Accettarsi, stare bene con se stessi, volersi bene con tutti i “difetti” che ci portiamo dietro, ma che ci distinguono e ci rendono quello che siamo.
Questo abbraccia chiunque, ci coinvolge tutti, non solo chi ha una disabilità in particolare.
Il disagio totale di Ruben ci viene atrocemente (seppure solo parzialmente) restituito dal regista grazie a uno splendido lavoro sul sonoro, che permette cosi una scomoda immersione in questo mondo senza suoni estraneo anche per noi.
Siamo quindi tutti coinvolti in questo bellissimo film, grazie anche alle splendide performance di Riz Ahmed e Paul Raci.
Paul Raci tra l’altro al suo primo ruolo importante all’età di 72 anni, e per questo non possiamo che fare il tifo per lui, certi del fatto che a prescindere dal risultato della notte degli Oscar, inizierà una piccola carriera sull’onda di questa splendida prova.
CONCLUSIONI
Sound of Metal è un film molto lento, riflessivo, introspettivo per certi versi, è giusto che lo sappiate se deciderete di premere play sul telecomando.
Lo consiglio caldamente, non è un titolo da farsi scappare.
Fatemi sapere cosa ne pensate,
ci leggiamo al prossimo consiglio,
Elessar.
(voto personale: 8 / piattaforma: PrimeVideo)