Silence of God – Recensione

Durante una grande alluvione, Eric Block viene visitato dalla morte, che gli concede sette giorni di vita per risolvere i suoi conti in sospeso e gli dona il potere temporaneo dell’immortalità.

Dopo il periodo concessogli, la morte lo porterà via con sé per sempre.

Eric decide allora di spendere i suoi ultimi giorni per vendicare la morte della figlia Aurora, uccisa durante una manifestazione dalla polizia privata di una grande compagnia del petrolio e gas, la Pacific Edge.

Inizia così la lunga caccia per placare la sua sete di vendetta, che porterà Eric alla scoperta dei veri assassini di sua figlia… In sette capitoli, per sette giorni, verrà raccontata la storia hard boiled del vendicatore immortale, Eric Block.

Silence of God non è una lettura da prendere alla leggera: una storia a base di violenza e redenzione ma con molteplici chiavi di lettura. La Morte ha deciso di concedere a Eric Block, ex soldato e poliziotto ora in pensione, una settimana per risolvere ogni conto in sospeso, per vendicarsi della morte della sua bambina.

L’immortalità e la capacità di rigenerare le sue ferite sono i doni che l’oscura signora concede al protagonista. Queste abilità permetteranno al Eric di compiere la sua vendetta contro la Pacific Edge, potentissima organizzazione che si occupa di idrocarburi.

Anche se la narrazione parte con un ritmo calzante, tanto da farci empatizzare fin da subito col protagonista, man mano che le vicende prendono piede, la storia di vendetta iniziale assume aspetti più profondi.

I temi affrontati sono molteplici: dalla polizia privata della Pacific Edge che talvolta sovrasta quella ordinaria, alle tematiche legate alla lotta ai poteri forti ed alle ingiustizie in nome del profitto. Silence of God sa utilizzare elementi classici della narrazione di genere e portarli ad un’ulteriore livello.

Pur avendo molti punti in comune con l’opera di James O’Barr (il nome del protagonista, il ritorno in vita, la vendetta, l’amore perso..) se ne discosta sia per tratto grafico che per sviluppo della storia.

I disegni, eccezionali in ogni parte dei sette capitoli, creano un’ulteriore connessione con il lettore, accompagnando la narrazione con un ulteriore livello di espressività ed emotività.

Un fumetto sicuramente da recuperare, ben realizzato anche nella sua componente fisica, con un’ottima qualità di stampa e dei bianco/nero davvero belli.

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