In un periodo storico come quello che stiamo vivendo noi oggi, è difficile pensare l’uomo senza la tecnologia che ne accompagni, ne supporti -talvolta ne devii – le proprie azioni.
Ormai possiamo parlare di una vera e propria “diade” (fan di Star Wars passatemi il termine) tra essere umano e macchina, un legame molto forte che ovviamente porta con se lati positivi e lati negativi.
Questa introduzione è obbligatoria non solo per inquadrare meglio il film di oggi, ma anche per comprenderlo fino in fondo.
è proprio su questo rapporto uomo/tecnologia che si basa “Searching“, primo lungometraggio scritto e diretto da Aneesh Chaganty, un ragazzo di origini indiane che sembra aver iniziato nel migliore dei modi il difficile mestiere di regista/sceneggiatore.
TRAMA
Il film vede protagonista David, marito di una donna tristemente morta due anni prima di leucemia, e Margot, la figlia adolescente.
David ovviamente ha molto a cuore la figlia, nonostante il rapporto si sia incrinato dalla morte della moglie.
Tuttavia pare sia tornata una routine normale: David lavora, Margot va a scuola e prende lezioni di piano.
Insomma sembra che i due abbiano trovato la forza di ripartire.
Una sera Margot chiama il padre per dirgli che sarebbe rimasta col suo gruppo di studio, per rientrare il giorno dopo direttamente dopo la sua lezione di piano.
Durante la notte Margot prova a chiamare David, ma questi dormendo, non vede la chiamata.
Prova quindi a chiamarla il giorno dopo, ma non trovando risposta, contatta l’insegnante di piano, scoprendo una strana verità: Margot non segue le lezioni da mesi ormai!
David allora preoccupato, non riuscendo a contattare la figlia, decide di denunciarne la scomparsa.
Sarà insieme al detective Vick che David dovrà affrontare una lunga ed estenuante ricerca per cercare di capire che fine ha fatto Margot!
CONSIDERAZIONI
Potrebbe sembrare il classico thriller scontato per come ho deciso di presentarlo, ma siccome ne sto parlando avrete capito che c’è qualcosa a renderlo particolare.
Sicuramente la storia è avvincente, non è per nulla banale e ha un finale soddisfacente.
John Cho – che interpreta il nostro David – è stato bravo a calarsi in un ruolo che non era semplice da interpretare.
Vi starete chiedendo cosa potrà mai esserci di cosi poco semplice.
Ebbene, tutti i 100 minuti del film sono visti tramite un monitor!
Vi troverete come spettatori a rimanere “bloccati” all’interno del pc di David, e questo darà un senso di claustrofobia snervante ma assolutamente positiva, che vi coinvolgerà in un modo diverso, avvincente!
D’altronde dalla mano di uno che ha lavorato per anni in google, cosa potevamo aspettarci se non un film dentro un computer?
CONCLUSIONI
La particolarità della regia potrebbe sconfortare nei primi minuti della visione, cosa che in effetti ha fatto anche col sottoscritto, ma vi assicuro che superata questa fase iniziale, la trama prende il sopravvento, e la scelta registica diventa assolutamente un punto di forza.
Lo consiglio quindi ai curiosi, a chi cerca un film magari “classico” ma affrontato in un modo del tutto originale, e comunque non è da farsi scappare per gli amanti dei thriller in generale
Fatemi sapere cosa ne pensate, ci leggiamo al prossimo consiglio,
Elessar
(voto personale: 7 / piattaforme: Prime Video)