Emerald Fennell, già nota per Una Donna Promettente, ci trascina in un viaggio torbido con il suo secondo lavoro: “Saltburn”.
La pellicola affonda le radici tra il Regno Unito e gli Stati Uniti, portando con sé 131 minuti di dramma e thriller. Con il cast stellare guidato da Barry Keoghan (Gli Spiriti dell’Isola, 2022), Jacob Elordi (Euphoria, 2019) e Rosamund Pike (L’amore bugiardo, 2014 e I care a lot, 2020), la Fennell ci immerge nella vita di Saltburn, una tenuta familiare che cela più di quanto gli occhi possano vedere.
La sua seconda creazione avrà colpito – almeno di striscio – chi scrive?
Trama
Ambientata ad Oxford nel 2006, la pellicola segue la vita di Oliver Quick (Barry Keoghan), uno studente di umili origini alle prese con l’integrazione in un ambiente universitario elitario. La sua amicizia con Felix Catton, interpretato da Jacob Elordi, si sviluppa in modo complesso, portando a una serie di eventi che culminano nelle vacanze estive a Saltburn, la tenuta della famiglia Catton.
Il film
Chi di dovere ha anticipato di qualche settimana l’uscita prevista per via del clamore suscitato dall’opera al Telluride Film Festival. Presentato poi al BFI London Film Festival, il film è sbarcato su Prime Video il 22 dicembre 2023, dopo un’anteprima alla Festa del Cinema di Roma.
La regia di Fennell mantiene un’eccellente fattura, seppur priva di alcuni slanci artistici visti in Una Donna Promettente. La fotografia, a cura di Linus Sandgren, è uno spettacolo nei repentini cambi di tono, adattandosi al mood delle scene senza disturbare lo sguardo dello spettatore, a meno che non sia espressa volontà di Sandgren.
La colonna sonora curata da Anthony Willis è un crescendo che culmina nell’improvvisato finale, completando l’esperienza visiva. Il brano nostalgico Murder on The Dancefloor di Sophie Ellis-Bextor (2001) sottolinea in maniera un po’ didascalica l’epilogo del film. Non sorprendetevi se sui social questa canzone sta impazzando.
Parlando di social, ecco il vero motivo (secondo chi scrive) del boom di Saltburn.
L’effetto TikTok
L’ex social dei balletti ha catapultato Saltburn nelle tendenze, con influencers e spettatori “normali” che si sono esibiti in reazioni esagerate alle scene chiave del film, ribattezzate “La Vasca,” “Il Vampiro,” e “La Tomba“.
Questo ritorno alla realtà, queste reactions, si scontrano, però, con il contesto onirico di Saltburn, dove ogni personaggio sembra danzare tra la realtà, il sogno e la psicosi.
L’intera pellicola della Fennell è mirata a queste tre scene nel tentativo di sconvolgere e disturbare lo spettatore.
Le parti in esame falliscono l’intento, in quanto il mondo di Saltburn è presentato già come fantastico, fuori dagli schemi e svampito. Un mondo in cui tutti i personaggi, dal secondario al protagonista, soffrono in qualche modo di una inspiegabile patologia riconducibile ad un’incapacità cronica (o autoindotta) di gestire i rapporti umani.
In questo modo, l’opera filmica pone l’accento sull’estro e l’eccentricità generale e universalmente riconosciuta del mondo in cui è ambientato il film stesso, indebolendo grandemente l’effetto disturbante delle scene.
Il tentativo di shock è fallimentare o meno, certamente se correlato al bagaglio culturale dello spettatore che percepisce le immagini come inutili trovate commerciali senza aggiunta alla trama. La regista è sicuramente lontana dagli scempi di Salò o le 120 giornate di Sodoma (P. P. Pasolini, 1975), oppure dal primo traviante The Human Centipede (T. Six, 2009) o ancora A Serbian Film (S. Spasojević, 2010).
(Alla fine di questa recensione troverete le scene spoilerate.)
Questi espedienti, comunque, tentano di camuffare gli enormi buchi di sceneggiatura e lasciano perplessi uno spettatore attento.
Ci è piaciuto Saltburn?
Il finale del film abbastanza criticato, in realtà salva il salvabile rendendolo in qualche modo coerente con la logica proposta dalla cineasta britannica.
Lungi dall’essere ricordato per un qualsivoglia motivo specifico, Saltburn si fa apprezzare sicuramente per le prove attoriali del cast che spiccano con Keoghan e Pike, ma perdono terribilmente colpi sotto le incessanti domande senza risposta che il film sciorina fino alla fine.
Bocciato? Assolutamente no, ma rimandato a settembre. Resta un’opera apprezzabile, soprattutto per gli amanti di un cinema che sfida le convenzioni, ma che lascia alcuni spettatori con più punti interrogativi che conati.
In più, a qualche cinefilo smaliziato, l’intera pellicola sarà parsa come un continuo déjà vu de Il talento di Mr. Ripley (1999), anche se quest’ultimo vince contro Saltburn con un tennistico 6-0, 6-0.
Spoiler
Ecco la descrizione delle tre scene “disturbanti”.
“La Vasca”. Oliver, il protagonista, beve l’acqua della vasca in cui Felix non solo ha fatto il bagno, ma ha praticato anche onanismo.
“Il Vampiro”. In un attimo di seduzione, Oliver pratica un cunnilingus a Venetia (sorella di Felix) nonostante questa sia in pieno ciclo mestruale.
“La Tomba”. Oliver piange sulla fresca sepoltura di Felix e dopo essersi denudato penetra la terra smossa, immaginando probabilmente il corpo vivo dell’ex amico.
Piccolo fun fact. Quest’ultima scena è stata improvvisata dall’attore, così come la sequenza del ballo finale.
Domanda estemporanea: perché Prime Video lo categorizza come commedia? Mah.
Saltburn, 2023. Drammatico, thriller. Di Emerald Fennell. Con Barry Keoghan, Jacob Elordi, Rosamund Pike, Richard E. Grant, Alison Oliver, Archie Madekwe, Carey Mulligan. Disponibile su Prime Video.