Diamo il benvenuto su Pennadicorvo a Vittorio Santi. Grazie di averci concesso un po’ del tuo tempo! Partiamo subito con le domande. Rimando alla fine del post per saperne un po’ di più su vittorio e sulla sua formazione professionale.
Quando è stato il momento in cui hai capito che la tua strada era quella legata al mondo dei fumetti?
Ho sempre disegnato sin da bambino e in casa mia son sempre girati moltissimi fumetti, dai Tex, Michel Valliant di mio padre, passando per Crepax, Linus ecc.. delle mie zieagli Asterix e i Lucky Luke. Poi crescendo con l’adolescenza ho un pò abbandonato il disegno “quotidiano”, anche se al Liceo artistico con un mio compagno di classe creammo un fumetto superpulp e politicamente scorrettissimo, che però ci divertiva tantissimo realizzare. Finita l’università mi trovai a fare i lavori più disparati, e penso sia stato proprio questo a darmi la sveglia! Io volevo disegnare, e volevo provare a disegnare per vivere. Mandai la mia tesi di laurea dell’Accademia di Belle Arti (fatta a fumetto) ad un contest di LuccaComics, venni scelto assieme ad altri giovani per partecipare ad un workshop curato da Giuseppe Di Bernardo (che non smetterò mai di ringraziare per l’aiuto fornitomi) e dal povero Lorenzo Bartoli. Anni dopo Giuseppe mi propose di lavorare sulla sua sceneggiatura per il Mostro di Firenze, e da lì iniziò tutto.
Come sei giunto all’insegnamento presso la scuola internazionale di Comics? E soprattutto com’è passare da allievo a prof?
Finita l’Accademia di Belle Arti sono stato allievo della Scuola Internazionale di Comics di Brescia, che aveva appena aperto, e una volta conclusa l’allora direttore Riccardo Borsoni mi contattò per entrare nello Staff degli insegnanti. Delle volte è dura perché “fare fumetto” non è così semplice come alcuni alunni pensano, però è sicuramente stimolante e da molte soddisfazioni vedere crescere e svilupparsi il talento dei giovani.
C’è qualche elemento su cui ti concentri di più durante le tue lezioni che cerchi di trasmettere ai tuoi studenti? Su cosa concentri di più le tue lezioni?
Principalmente la materia che insegno è l’Anatomia per il fumetto, però poi quando si va a lavorare sulle tavole ci si confronta inevitabilmente con tutto il processo creativo che ci sta dietro, quindi regia, flusso, ambientazioni, ecc.. e quello su cui insisto spesso è l’allenarsi ad osservare ciò che ci/li ciroconda, che reputo un aspetto fondamentale del disegno prima e dello sviluppo narrativo poi.
Ti abbiamo visto, nell’albo in edicola per ultimo, alle prese con Theia e l’universo costruito intorno a Kalya. Come nasce il sodalizio con BugsComics?
Vidi su Facebook un post in cui cercavano disegnatori per un nuovo progetto Fantasy, inviai un portfolio che piacque, feci una prova e da lì iniziò tutto. Purtroppo la pandemia ritardò la partenza di Kalya ma alla fine ci riuscimmo. Sin da subito mi sono trovato benissimo con il duo Leonardo Cantone e Luca Lamberti, i creatori della serie, che mi hanno lasciato molta libertà e hanno apprezzato anche alcune delle mie scelte.
Da disegnatore quale è l’aspetto del mondo di Kalya che ti ha maggiormente sorpreso?
Sorpreso non direi, anche perché Luca ha fatto un lavoro straordinario e prima ancora di metter mano al mio numero, mi ha fornito tantissimo materiale iconografico, ma stimolato sicuramente sì, mi piace molto il fantasy e mi trovo particolarmente a mio agio con questo “tipo” di Fantasy. Mi sono divertito moltissimo a realizzare entrambi i numeri, e spero si possa intuire tramite i disegni.
Quale è stato il personaggio o l’albo più difficile ma soddisfacente da disegnare durante la tua carriera?
Avendo una carriera ancora relativamente “giovane” spero sia il prossimo progetto! Finora posso però dirvi che ho amato molto il “Mostro” scritto da Giuseppe Di Bernardo e l’ultimo numero di Kalya, perché mi ha permesso di spaziare in moltissime abitazioni diverse, e mi sono divertito moltissimo. Nutro affetto anche per lo scorbuticissimo Olev della Città Palazzo delle Nubi e spero che prima o poi ritorni nella serie.
Hai altri progetti in corso che usciranno nel medio termine? Ci puoi anticipare qualcosa?
Posso solo dire che sono al lavoro su un nuovo progetto sempre targato Bugs Comics, su sceneggiatura di Luca Blengino, e che molto probabilmente tornerò nuovamente, con entusiasmo, a “visitare” Theia.
Ultima domanda ma alquanto ostica: quale è il fumetto che avresti voluto disegnare tu?
Visto che sognare non costa nulla, sparo alto, e ve ne dico due, diversissimi fra loro ma che amo tantissimo, Corto Maltese di Hugo Pratt e 100Bullets del duo Risso-Azzarello.
Grazie Vittorio per averci concesso un po’del tuo tempo ed averci fatto scoprire qualcosa di più del tuo talento!
Grazie a voi e a presto.
BIOGRAFIA
Vittorio nasce nel 1982. Dopo aver frequentato il liceo Artistico Decio Celeri di Lovere (BG), si trasferisce a Brescia dove inizia Ideazione e Produzione per i media e lo spettacolo nel corso di Scienze e Tecnologie delle Arti e dello spettacolo.
Abbandonatolo frequenta la Libera Accademia di Belle Arti (LABA), ottenendo il diploma nel 2008. Seguendo la sua più grande passione, quella per il fumetto, partecipa al primo Workshop per disegnatori emergenti organizzato da Lucca Comics nel 2009 con la sua tesi di Laurea, lavorando al fianco di professionisti quali Giuseppe di Bernardo e Lorenzo Bartoli.
L’anno seguente si iscrive alla Scuola Internazionale di Comics di Brescia e pubblica, nel 2013, il suo primo lavoro (Mozambico Blues, ed. Kawama) in collaborazione con altri fumettisti esordienti.
Nel giugno 2016 ha pubblicato, per edizioni Brixia Comix, Emma, opera a fumetti in cui Vittorio disegna la maggior parte delle tavole, insieme a Luca Pedroni, Melissa Spandri e Silvia Cucchi, su sceneggiatura di Riccardo Borsoni.
Per Ed. Inkiostro suoi sono i disegni de “Il Mostro di Firenze -Enigma senza Fine” con Di Bernardo alla sceneggiatura. Per Becco Giallo realizza “La Strage dell’Italicus” su sceneggiatura di Bonazzi, e un capitolo di “Bashung” di Pac, Petit à Petit.