Pennadicorvo incontra SALVATORE VIVENZIO

Salvatore Vivenzio è uno sceneggiatore nato a Roma nel 1997. Tra le sue pubblicazioni in Italia i tre fumetti Kristen, Gamble e La Veglia per ALT! (2017), le graphic novel La Rabbia (2018) e Il Treno di Dalì (2021) per Shockdom (edito anche in Francia e Spagna). Nel 2022 fa il suo esordio oltreoceano con No One Knows (USA e Canada) per Black Panel Press e DISTORTED, edito da Scout Comics in America e da Saldapress in Italia, inoltre collabora con Leviathan Labs per l’antologia Giallo. 

Nel 2022 insieme a Arianna MeloneMattia Tassaro Michele Monte fonda Nuova Editoria Organizzata, che si propone come un’alternativa libera all’editoria tradizionale italiana.

– Innanzitutto Salvatore grazie di averci regalato un pò del tuo tempo per questa intervista, cominciamo col presentarti ai lettori di Pennadicorvo….raccontaci un pò chi sei:

Ciao a tutti, sono uno sceneggiatore, ho 26 anni, mi piace il cinema, mi piacciono i fumetti e tutte le cose macabre e tristi. Scrivo da quando ho memoria, per me è un atto molto viscerale. Oramai lavoro nell’ambito da un po’ anche se non mi sento sempre a mio agio. Nella vita ho fatto molte cose, molto diverse, ho abitato in posti diversi, svolto diverse attività, mi sono laureato, ma non ho mai smesso di scrivere, è la mia unica costante. L’unica cosa che non cambia mai.

– Come sei arrivato a fare il tuo lavoro?

Con tanta passione e tanta fatica. Mi sono appassionato alle storie tra le scuole medie e il liceo. Letteratura, cinema e fumetti. Ho deciso che volevo farlo anche io e mi ci sono messo sotto. È ancora dura, tutt’ora, ma mi piace la strada che ho intrapreso.

– Tu leggi fumetti e se si quale genere preferisci?

Ovviamente sì. Se qualcuno dice di fare i fumetti ma non ne legge allora o è un incompetente o è un bugiardo. Mi sono appassionato al media con i classici fumetti di super eroi quando avevo 14 anni ma attualmente sono un lettore onnivoro. L’importante è che siano storie che hanno qualcosa da raccontare, che vengano da una necessità espressiva. Ho un debole per i noir.

– Qual è il lavoro da te fatto a cui sei più legato?

Voglio bene a tutti i miei libri, credo che il trittico che compone il mio percorso fino a qui sia quello formato da La Rabbia, Distorted e Malombra. Malombra però è un libro speciale, lo sento come un libro della maturità, del compimento. Mi ha aiutato a conoscermi meglio, ad accettare le mie paure e quello che sono. È stato un libro importante per me sia come essere umano che come autore.

– Come è nata Nuova Editoria Organizzata?

Nuova Editoria Organizzata nasce dalla necessità condivisa mia, di Arianna Melone e Michele Monte, di dare vita a uno spazio indipendente, libero, autogestito in cui fare fumetti. È la reazione a un mercato che ha dinamiche che molto spesso risultano poco piacevoli.

– Ti rivedremo in progetti con altre case editrici al di fuori di NEO?

Dipende da quanto mi pagheranno, immagino.

– Il tuo ultimo lavoro “Malombra” ,che ho avuto il piacere di leggere, è un opera ricca di emozioni e verità, come è nata quest’opera?

Malombra nasce dal bisogno di parlare di una paura intima e personale come quella della morte. Si tratta di un tema che mi sta molto a cuore e mi accompagna sin da quando sono piccolo. Credo che la forza di Malombra sia proprio il suo attingere le radici in un parterre sempre solido: il folklore, la musica, le nostre verità, le vite così reali dei protagonisti. In Malombra niente succede per caso, è tutto un cerchio. Che si chiude, inevitabilmente.

– Cosa volevate trasmettere ai lettori con Malombra?

Non me lo sono chiesto, onestamente. Volevo solo raccontare una storia. Cosa abbiamo trasmesso? Su due piedi direi angoscia, paura. Spero un po’ di speranza. La speranza che anche del buio si possano accendere delle piccole luci.

– Il tuo sogno nel cassetto lavorativamente parlando?

Scrivere Spider-Man e/o Diabolik.

– Progetti futuri?

Voglio scrivere un nuovo libro per Nuova Editoria Organizzata. Forse lo sto già scrivendo. Si tratta di un altro libro grosso (un centinaio di pagine), importante, ambientato sempre in posti che conosco bene. Voglio tornare a elementi, idee e luoghi del mio passato ma con strumenti diversi. Adesso sento di avere armi più affilate per raccontare meglio alcune cose. Non vedo l’ora. Alla fine, tutto ciò che mi interessa è fare i fumetti, nient’altro.

Ringraziamo ancora Salvatore per averci regalato un pò del suo tempo e per averci raccontato un pò della sua carriera.

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