Pennadicorvo incontra Paolo Zeccardo

Diamo il benvenuto su Pennadicorvo a Paolo Zeccardo, fumettista, tra i suoi lavori Malincuore, edito da Cityland Comics e Feeth, edito da In your face Comics.

Innanzitutto Paolo grazie di averci regalato un pò del tuo tempo per questa intervista, cominciamo col presentarti ai lettori di Pennadicorvo…. ti va di raccontarci un pò chi sei?

Classe 1982, romano. Disegno fumetti da quando ho memoria, da quando ero bambino. E soprattutto ho sempre letto un sacco, sia libri che fumetti. Il primo fumetto che ho comprato con i miei soldi e che ho letto assiduamente è stato I Cavalieri dello Zodiaco, prima edizione Granata Press. Contemporaneamente al liceo artistico, nel 1998 frequento il corso di manga tenuto dalla sensei Yoshiko Watanabe presso la Scuola Romana dei Fumetti, la Watanabe mi insegna letteralmente tutto ciò che so sulle tecniche manga e tutt’oggi la considero la mia più grande maestra.

Come sei arrivato a fare questo lavoro?

Nel 2001 mi iscrivo alla facoltà di studi orientali alla Sapienza di Roma e nel frattempo smetto praticamente di disegnare. Il mio percorso universitario fallisce miseramente dopo qualche anno e nel 2005 riprendo in mano la matita e comincio a buttare giù idee e personaggi per un manga che strizzasse l’occhio all’universo immaginifico di Tim Burton (una delle mie più grandi fonti di ispirazione). Preparo così un progetto a cui do il nome di Gravetown e lo comincio a mandare in giro per vari editori. Ovviamente tutte porte sbattute in faccia perché “il manga è solo roba giapponese”, “il manga italiano non andrà da nessuna parte”, “è troppo manga, non lo leggerà nessuno”.

Fino a quando, nel 2006, con un tratto ancora acerbo e tante, tantissime lacune nel disegno, un piccolissimo editore decide di dargli una possibilità. Quindi nello stesso anno debutto con Gravetown, prima web-serie manga italiana. Il successo è immediato (più di mille download nelle prime 24 ore, e stiamo parlando del 2006!) tant’è che pochi mesi dopo viene pubblicata in cartaceo per un totale di 4 volumetti (di pessimo gusto, ahahahah).

Tu leggi fumetti e se si quale genere preferisci? 

Ovvio che leggo fumetti! Mi nutro di fumetti! E amo qualunque genere. Per me il genere è secondario, vado più che altro per autori. Leiji Matsumoto e Kazuo Kamimura e Suehiro Maruo fra tutti. Ma amo alla follia anche un sacco di autori occidentali (Mike Mignola, Manuele Fior, David Rubin, Pierre Alary, Matthieu Bonhomme, Frank Miller, Dan Hipp, Charles Burns, Tim Sale, Ed McGuinness).

Grazie a Cityland Comics abbiamo avuto il piacere di leggere Malincuore, come è nato questo progetto?

Il progetto di Malincuore nasce in realtà più di 10 anni fa. Nel 2013 pubblicai il primo capitolo (o i primi due, non ricordo) su una rivista online molto famosa all’epoca, che si chiamava Mangaijin, e furono notati da una piccola casa editrice appena nata che ancora non aveva pubblicato nulla. La casa editrice in questione era Mangasenpai, che mi scrisse chiedendomi se mi andasse di dargli fiducia nonostante non avessero ancora pubblicato nulla e di continuare quindi il progetto di Malincuore con loro. Io do sempre fiducia quando sono i piccoli editori a contattarmi, perché amo credere nei nuovi progetti e trovo anche che sia molto stimolante (anche se la maggior parte delle volte me ne pento sempre, dato che poi si rivelano essere tutt’altro che persone degne di fiducia ahahahah). Quindi nel 2013 (o 2014? Non ricordo) uscì l’edizione cartacea di Malincuore edita da Mangasenpai, primo titolo della casa editrice insieme a Legend of Avalon di Salvatore Nives e I 5 Demoni della Foresta di Maria Chiara Barossi, e l’anno successivo fu ristampato anche in formato tankobon. Questa prima versione era disegnata con uno stile completamente diverso che a guardarlo oggi mi vengono i brividi ahahahah.

Qualche tempo fa, Mangasenpai mi ricontattò per chiedermi se fossi interessato a scrivere un secondo volume dell’opera per il decimo anniversario della casa editrice. Io gli presentai il primo capitolo ma il mio stile di disegno non era più quello di una volta, si era evoluto, era maturato col tempo, esattamente come i personaggi del manga, che ora risultavano più adulti, più realistici. Ma non piacque all’editore (non era “manga manga”, a detta sua). E quindi non si fece più nulla. Ma l’idea di tornare a lavorare su Malincuore dopo così tanto tempo mi piaceva troppo e non mi andava di abbandonarla, quindi contattai Cityland Comix e gli presentai il reboot del progetto, disegnato da me e sceneggiato da Lorenzo Brutti che in quel periodo aveva appena cominciato a farmi da assistente essendo risultato il miglior studente uscito quell’anno dal mio corso in tecniche e narrazione manga.


Tra poco, per Lucca se non sbaglio, uscirà il secondo volume di Malincuore, puoi darci una piccola anticipazione di come si evolveranno la storia e i personaggi?

Le uniche cose che posso dire è che questo secondo volume (che uscirà a Lucca 2024) vedrà come protagonista September Douglas andando ad approfondire tutto il suo passato e sarà una storia completamente diversa dalla prima, molto più introspettiva, molto più malinconica, appunto, dove verranno introdotti anche dei nuovi personaggi.

Questo secondo volume chiuderà la storia o ci sarà un seguito?

Chissà, il progetto Malincuore ha ancora tanto, tantissimo da offrire, magari l’anno prossimo vi ritroverete tra le mani anche un terzo volume…

Ora parliamo un pò di un altro dei tuoi lavori a cui mi pare di aver capito tu sia molto affezionato, Feeth, come è nato questo fumetto?

Feeth, nonostante lo stile grafico mainstream, è il mio primo fumetto underground ed un’opera a cui sono estremamente legato. L’ho scritto e disegnato tra il 2018 e il 2020 e ci ho messo ben 4 anni per riuscire a pubblicarlo perché tutti gli editori a cui lo proponevo mi rispondevano sempre allo stesso modo “è troppo forte, il pubblico italiano non è pronto”… risposta alquanto imbarazzante, lo so, per non dire ridicola. Fino a quando la In Your Face Comix ha deciso di crederci e dargli una possibilità. 

Il progetto di Feeth nasce dal mio bisogno di “normalizzare” (passatemi il termine) e di far crollare gli stupidi tabù e pregiudizi su tutto il discorso legato al feticismo. Sentivo il disperato bisogno di parlarne liberamente e soprattutto serenamente, e il modo migliore che avevo era quello di farlo attraverso un fumetto.

Per i personaggi e la storia di Feeth ti sei ispirato a qualcuno o a qualcosa?

Diciamo che, anche se poco, c’è del mio. Nel senso che alcune dinamiche presenti nell’opera sono eventi accaduti a me in prima persona. Per il resto, ho deciso di raccontare il tutto in chiave horror (Body horror, nello specifico) ispirandomi a Denti, uno dei miei film horror indipendenti preferiti.

Hai qualche aneddoto particolare in merito a questa tua opera da raccontarci?

Aneddoti particolari in realtà no. L’unica cosa totalmente inusuale è che, inaspettatamente, ha venduto e continua a vendere molto bene. Considerate che ha praticamente fatto sold out al suo debutto a Lucca dello scorso anno! Un aneddoto divertente (almeno per me! Ahahahah) è che per alcune vignette un po’ troppo complicate, non trovando delle buone reference, ho costretto alcuni miei amici a mettersi in pose assurde con i loro piedi in bella vista (il che non guasta mai ahahahahah!)

La prima volta che ho preso in mano una copia stampata di Feeth, sono scoppiato in lacrime, è un fumetto su cui ho sofferto molto. É stato un lavoro molto duro ed è stato complicatissimo riuscire a pubblicarlo. La maggior parte degli editori italiani a cui l’ho proposto non hanno fatto altro che farmi sentire sbagliato, diverso, inadeguato. Ho provato un grande senso di disgusto per molto, molto tempo. Poi appunto grazie alla casa editrice In Your Face Comix, ho ricominciato ad avere fiducia e soprattutto speranza.

Il tuo sogno nel cassetto lavorativamente parlando?

Il mio sogno nel cassetto è semplicemente continuare a fare quello che faccio fino alla mia morte. Mi reputo una persona molto fortunata lavorativamente parlando, sia nel mio lavoro di insegnante presso la Pencil Art di Roma, che è un luogo meraviglioso, inclusivo, sperimentale, aperto e dinamicissimo; sia nel mio lavoro di fumettista: dal 2006 ad oggi ho pubblicato una marea di titoli e collaborato con tantissime realtà (molte delle quali oggi non esistono più ahahahah) e non mi sono fermato un solo secondo. Amo il mio lavoro, amo quello che faccio e amo quello che sono, nel bene e nel male. 

So di essere una persona estremamente particolare e anticonformista, sono spregiudicato e non ho peli sulla lingua, dico sempre quello che penso senza mettere alcun filtro e spesso ne pago le conseguenze, e sono consapevole del fatto che questo fa di me una persona molto scomoda per alcuni e soprattutto in alcuni ambienti dove regna la falsità e l’ipocrisia. Ma io vado avanti e non mi pento mai di nulla. La dignità non l’ho ancora persa, a differenza di molte altre persone che mi circondano e che mi hanno circondato in passato. E va bene così, amen!

Progetti futuri?

Progetti futuri? Nel 2025 uscirà il secondo e ultimo volume di Feeth; poi ci sarà Spremuta D’arancia, che è un manga comico non-sense demenziale; poi ci sarà Garo – Il tradimento di Luca, che sarà il mio secondo fumetto underground e farà parte della trilogia del piede; poi La Negazione del Salmone, altra opera underground scritta anch’essa da Lorenzo Brutti; e poi il terzo volume di Malinc… ops! Basta, mi fermo qui altrimenti potrei andare avanti per ore ahahahahah!

In attesa di vedere tutti questi progetti e anche di più, ringraziamo ancora Paolo per il tempo che ci ha dedicato e per le interessantissime cose che ci ha raccontato.

Alla prossima…

Pat76 (IG: patperfetti) https://www.instagram.com/patperfetti/

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