Ciao Emanuele e benvenuto su pennadicorvo. È un piacere avere come ospite sul nostro blog una personalità poliedrica come la tua! Grazie mille!
Innanzitutto parliamo dei tuoi studi. Sei un medievalista e docente presso l’Università Hauts-de-France. Come nasce il tuo amore per la storia medievale? Hai qualche ricordo particolare connesso a questa tua passione?
Questa passione è nata quando ero allievo della Normale di Pisa: è grazie al professor Claudio Ciociola, docente di filologia alla Scuola Normale, che ho iniziato a studiare i manoscritti medievali. Ma le radici di questa passione si trovano forse nelle storie di Carlo Magno e dei suoi eroi, che mio nonno siciliano, appassionato del teatro dei pupi di Sicilia, mi raccontava quando ero bambino.
Di recente abbiamo apprezzato molto l’avventura grafica de “Il Cavaliere del Drago”, edito in Italia da saldaPress. Ma sappiamo bene che è solo la punta dell’iceberg dietro la vicenda che ti ha portato alla (ri)scoperta dell’incredibile storia di questo cavaliere della Tavola rotonda. Da dove è partita la ricerca?
La ricerca è partita da un manoscritto medievale conservato alla Biblioteca dell’Arsenale di Parigi. Questo manoscritto contiene una parte delle avventure del Cavaliere del Drago, ma è incompleto. Ho impiegato dieci anni per raccogliere i manoscritti superstiti – a volte bruciati o ridotti in pezzi – e ricostruire la storia. Ho raccolto, studiato e tradotto 28 manoscritti e frammenti conservati in biblioteche e archivi in Francia, Italia, Belgio, Germania, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti. Vari frammenti si trovano in Italia (a Venezia, Bologna, Firenze, Torino e alla Biblioteca Vaticana): il romanzo è stato scritto nell’Italia del Nord, anche se in lingua d’oïl (francese antico), nel Duecento, prima della Divina Commedia.
La cosa incredibile della storia di Segurano è stata la crossmedialità che ne è scaturita. Prima un romanzo dall’incredibile successo in Francia (e in Italia edito da Mondadori). Poi l’adattamento a fumetti nelle sue declinazioni per “adulti” e “bambini” ed infine il documentario. Una storia persa nel tempo ma che ha appassionato innumerevoli persone. Qual è secondo te il punto di forza di questo racconto?
Segurano è un cavaliere atipico della Tavola Rotonda: non riesce ad amare come gli altri cavalieri, ha una voracità insaziabile, ma soprattutto è il Cavaliere del Drago…. e insegue un drago che fugge sempre! Sembra inseguire allucinazioni come farà, tre secoli dopo, Don Chisciotte! E questa scoperta ci rivela una parte ancora sconosciuta della più celebre leggenda medievale, quella di re Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda, una leggenda che continua a ispirare libri, film, serie: il suo successo nei nostri tempi riflette probabilmente il bisogno di far sognare di nuovo il nostro mondo attuale.
Oltre alla carriera di scrittore e docente sei anche un attore. Qual è il segreto per riuscire a gestire tutte queste cose insieme?
Sono mondi molto differenti, ma si tratta sempre di trasmettere storie e emozioni. In qualche modo, con la forma del documentario, riesco a conciliare il ruolo di medievalista e la presenza allo schermo come attore.
Qual è stata l’esperienza cinematografica più interessante che hai fatto? E perché?
Probabilmente France di Bruno Dumont, lungometraggio che è stato in competizione ufficiale al Festival di Cannes nel 2021. Ho potuto lavorare con la straordinaria Léa Seydoux, attrice conosciuta in Italia soprattutto per i suoi ruoli di “James Bond girl”. Nel film interpreto il suo amante: canto pure in latino per lei… e ci baciamo su un lago ghiacciato in Baviera! Apprezzo anche moltissimo lavorare con Ovidie, regista femminista francese, per la quale ho una grandissima ammirazione.
Su cosa stai lavorando in questo periodo? Quale sono le novità che dobbiamo aspettarci dalla tua straordinaria poliedricità?
In autunno uscirà presso LO (Officina Libraria) un adattamento del Cavaliere del Drago per i più piccoli, sempre in collaborazione con Emiliano Tanzillo (affiancato qui da Alekos) per le illustrazioni. E lavoro attualmente sul progetto di un documentario e di vari libri sull’epopea di Carlo Magno!
Ti ringraziamo per il tempo che ci hai concesso! Speriamo di leggere ancora tue cose e, perché no, incontrarci qualche volta. Grazie mille!