Ciao Andrea e benvenuto su pennadicorvo! Grazie per il tempo che ci hai dedicato!
- Ciao Ragazzi! Grazie a voi per l’opportunità e la gentilezza! Siete potentissimi!
Ti abbiamo visto protagonista, insieme al duo Lamberti-Cantone, sul numero 23 di Kalya. Un albo che ci è piaciuto molto, dal taglio molto “cinematografico”. Come è iniziato il tuo sodalizio con Bugs?
- Il primo incontro del terzo tipo con Bugs avvenne durante il Lucca del 2022.
Mi confrontai all’Area Pro con Luca e Leonardo durante un colloquio ottenuto
caricando il mio portfolio online, che allora era composto principalmente di eroi
Marvel o eroi Marvel che si menano coi Power Rangers (lo so, non giudicate,
sembra una di quelle esperienze mistiche che vivevi da piccolo quando ti mettevi a
giocare rovesciando la cesta dei giocattoli e dando vita a Multiversi che gli
sceneggiatori della Casa delle Idee non hanno mai nemmeno concepito nei loro
incubi peggiori).
Dopo il colloquio mi dissero che avrei dovuto superare un test page che
fortunatamente andò bene e mi permise quindi di poter lavorare sulle pagine del
numero 23!
Sei solito disegnare cose completamente diverse. Possiamo dire che con Kalya eri totalmente fuori dalla tua comfort zone. Cosa ti ha messo più alla prova nel disegnare un mondo già definito e strutturato come Theia?
- Questa è una domanda bellissima perché é esattamente il motivo per cui sono
stato contento di confrontarmi con un mondo come quello di Kalya.
Sono cresciuto principalmente a serie animate americane degli anni 90 e anime,
questi hanno avuto un’influenza spaventosa su di me, come penso si possa ben
notare, tanto da portarmi a disegnare spesso soggetti supereroistici o molto genere
Cyberpunk.
Quando mi sono trovato di fronte a città medievali, quadrupedi molto simili a
cavalli, mercati e niente uomini che saltano dai tetti vestiti da pipistrello, ho capito
che avrei sofferto imparando tantissimo.
La cosa bella di confrontarsi con quello che non è familiare alla tua mano è che
forzi la mente a trovare soluzioni a cui non aveva mai pensato, e questo non può
che farti scoprire delle skill aggiuntive che saranno utili in un eventuale percorso.
Dicci la verità: quanto ti sei divertito a disegnare quelle sequenze così dinamiche e, come dicevamo, cinematografiche?
- Per me il Dinamismo è l’equivalente delle birre per Homer. Non posso farne a meno e nemmeno voglio. Amo il fatto che il fumetto sia un mezzo talmente potente e coinvolgente che possa essere studiato sotto tantissimi punti di vista e crescendo io mi sono avvicinato tantissimo a quegli artisti che ti facevano sentire sul sedile di una macchina in Tokyo Drift a ogni tavola (ma senza la voglia di vomitare tutti gli organi una volta uscito). Risposta breve: si.
Hai un personaggio preferito di Kalya? E quello che hai disegnato con più piacere?
- Sicuramente il personaggio preferito nella lore è Tagh, perché smorza ogni
situazione e rende tutto un pó più “facile”. Crea quel clima di aggregazione e familiarità di cui c’è sempre bisogno. I personaggi che ho adorato disegnare sono due
La prima è Leena: non ho nascosto a Luca quando ci siamo incontrati in fiera che il suo design per me è straordinario. Il secondo è Tre Dita che è totalmente un Padre, penso non ci sia bisogno nemmeno di una spiegazione, è lui stesso la spiegazione.
Ad oggi, qual è stato il lavoro che più ti è piaciuto portare a termine?
- Per adesso ogni lavoro per me è un modo per capirmi meglio e capire che artista
voglio diventare. Ora come ora sono ancora alla ricerca di tantissime cose e sono grato di poter mettere mano a qualsiasi tipo di progetto e poter dare la mia visione di una storia sperando che diventi una visione immersiva per il lettore.
Qual è il tuo sogno impossibile nel cassetto? o meglio cosa avresti voluto disegnare a tutti i costi?
- Beh ho un amore viscerale da quando avevo 4 anni per Batman. Un amore che è nato molto prima della visione Nolaniana (che adoro), infatti per me il primo approccio al personaggio fu con La Serie Animata targata 1992. Se mai dovessi avere la fortuna di mettere mano al personaggio probabilmente dopo potrei morire felice col sorriso in volto e nessun rimpianto.
Ma per ora restano solo sogni!
Una domanda ostica che però ci piace sempre fare ai tuoi colleghi: com’è la vita da disegnatore? Quali sono le problematiche?
- Spero di non essere troppo prolisso in questa risposta ma ci sono molti lati che sfortunatamente si sottovalutano di questo mestiere o a cui non si pensa.
Spesso se dici che disegni per vivere le persone ti immaginano con il sorriso
perenne in bocca perché “tanto cosa vuoi che sia” o “ perché è un lavoro?”
La verità è che un disegnatore può alzarsi al mattino alle 08:30 e staccare alle
23:30 per andare a dormire .
Escludendo gli orari dei pasti, è un mestiere che, soprattutto con ritmi che
diventano sempre più frenetici richiedendo un lavoro di altissima qualità e in tempi
strettissimi come accade spesso oggi, ti porta a passare le giornate seduto in una
stanza da solo per la maggior parte del tempo (a meno che ovviamente tu non
abbia uno studio) e che limita in certi periodi tantissimo la vita personale.
Bisogna essere fortunati e trovare persone pazienti che ti capiscono e che comprendono la tua situazione senza lasciarti indietro. Sono molto fortunato perché pur non amando questo mondo la mia ragazza mi ha sempre sostenuto e capito anche nei periodo più intensi. La verità è che essendo liberi professionisti non ci sono orari, sai quando entri in Cerebro ma non sai quando esci.
È un lavoro straordinario, e sarebbe bello che si iniziasse a vederlo come tale, ovvero un lavoro. Ci sono lavori che possono essere molto divertenti, ma il fatto di divertirsi non toglie il sacrificio che c’è dietro, le giornate impiegate dietro, le nottate per rientrare nella deadline, ecc.
Senza nominare i 18 tipi di malori alla schiena non ancora scoperti dall’uomo per la
postura da goblin che assumi inevitabilmente mentre ti concentri.
Un consiglio che ti senti di dare a tutti i giovani che si affacciano a questo mondo?
Il consiglio più grande che mi sento di dare è di non rinunciare alla propria sensibilità per vendere l’anima a una casa editrice che ti richiede di diventare l’ennesima copia della copia solo perché fa comodo così o spaventa promuovere qualcosa di diverso sul mercato.
Questo non vuol dire assolutamente non scendere a compromessi con chi ti offre un lavoro riconoscendo le tue abilità e richiedendoti di aggiustare il tiro per rientrare negli standard della Serie o della Storia che ti stanno proponendo.
Trovo anzi che quando viene chiesto di prestare attenzione a determinati aspetti
del lavoro, si possa crescere tantissimo a livello artistico. Il mio discorso si basa sul non avere paura di difendere il proprio sentire e la propria visione per paura di non essere “vendibili”.
Oltre a questo pippone di leggere tantissimo, SOPRATTUTTO cose che sono diverse dai nostri gusti, perché insegnano tantissimo, e disegnare fino alla nausea.
Quale è la tua formazione e come hai capito che quella del disegnatore sarebbe stata la tua strada?
- Per quanto riguarda il “come l’ho capito” penso di poter solo dire che se non avessi avuto i miei nonni, che mi hanno cresciuto e hanno sempre coltivato la mia fantasia permettendomi di studiare per questo, non avrei mai avuto nessun mezzo.
Mia nonna mi fece conoscere per prima Batman essendo da sempre appassionata di quegli eroi che senza superpoteri, ma con la forza dell’intelletto, riuscivano a vincere ogni avversità.
Mio nonno invece mi ha immerso nella fantascienza instradandomi al credo di Star
Wars, di Robocop e di molti altri. Il disegno è sempre stato con me e so che non ne posso fare a meno, lo so io ma lo sa bene anche mia Zia che passava ogni sabato con me a disegnare e a insegnarmi tutto quel che aveva appreso nel tempo.
Il disegno ha sempre fatto parte della mia vita e anche oggi che ho dei fratellini più piccoli che mi chiedono di disegnare per loro, capisco che questo bisogno dentro di me si alimenta e si espande (per la sfortuna di chi mi dovesse ritrovare in qualche albo là fuori).
Grazie mille Andrea per la chiacchierata. E’ sempre bello approfondire le dinamiche che girano dietro il mondo dei fumetti. Perché dietro ogni pagina che leggiamo ci sono ore di vita passate su un tavolo da disegno, un sacco di formazione ed un sacco di delusioni come di momenti belli. Grazie per aver condiviso la tua esperienza con noi!