Nel periodo storico che stiamo vivendo giornali e notiziari ci ricordano che una cosa non passa mai di moda: la guerra. Cambiano i tempi, i luoghi, le armi, le casacche dei soldati, ma l’orrore rimane sempre lo stesso.

Ottocervo, l’etichetta di Antonio Mandese Editore dedicata ai fumetti, ci ha dato la possibilità di leggere il graphic novel Otto colori della guerra dell’artista Gaid. A partire da eventi reali, il volume raccoglie otto episodi ambientati durante le due guerre mondiali e la guerra del Vietnam.
Protagonisti di queste storie non solo i soldati al fronte, ma anche tutti coloro che sono rimasti nelle proprie case ad aspettare il ritorno di compagni, figli o fratelli. Punti di vista differenti, sempre dalla parte delle vittime. Perché, in fondo, in guerra non c’è nessun vincitore.
Otto colori della guerra di Gaid è stato presentato in anteprima al Salone del Libro di Torino ed è disponibile per l’acquisto dal 22 maggio.
GLI OTTO COLORI
Le otto storie, interamente illustrate, colorate e sceneggiate da Gaid lambiscono un periodo che va dal 1915 al 1967. Un viaggio attraverso il crinale di Aubers fino al Vietnam, passando per il Giappone e la Romagna, Stalingrado e la Normandia. Gaid ci conduce alla scoperta di otto sfumature delle più grandi guerre del secolo scorso, mostrandone la tragicità degli eventi e l’orrore che vide famiglie dilaniate, amori mai più vissuti, fratelli mai più riabbracciati.
Ogni episodio è realizzato con una tecnica mista di matite, chine e acquerelli, ciascuno con una palette di colori differenti. Attraverso le tavole, Gaid restituisce il punto di vista delle vittime, utilizzando magistralmente gli strumenti artistici tradizionali per sintonizzarsi con l’impareggiabile sensibilità delle fragili onde emozionali dei più deboli. L’editore ha cercato di limitare al minimo indispensabile gli interventi di postproduzione, salvaguardando le caratteristiche di autenticità artigianale dell’opera.
Il risultato è una storia viva, cruda, palpabile. La carta trasuda sangue, sudore, disperazione. L’incredibile sensibilità di Gaid trafigge il lettore, attraverso le numerose sfumature di colori da un lato e di emozioni dall’altro che arrivano come un pugno allo stomaco. Un’esperienza unica nel suo genere.
LA SPERANZA
L’utilizzo dei colori è caratterizzante delle storie. Ognuna ha delle palette cromatiche particolari ed uniche che si differenziano a seconda dell’ambientazione. Una sola cosa accomuna tutte le vicende narrate: il volto dei protagonisti è l’unico elemento non colorato: tutti, a modo loro, prendono parte alla guerra e ne restano traumatizzati. Perdono, cosi, i colori della vita.
Ma è nel finale dell’albo che c’è il senso e la svolta di tutto il racconto immaginato da Gaid. Un barlume di speranza piomba nelle pagine con il suo volto colorato: un bambino ed il suo messaggio di speranza.
