NEGLI  UNIVERSI di Emet North.

Il titolo di questo romanzo è il giusto preludio all’argomento fondante.

La protagonista, Raffi,  impegnata in un laboratorio di cosmologia della NASA  nella ricerca della materia oscura, ci lascia giungere, da queste accorate pagine, il suo senso di inadeguatezza rispetto all’immensità dell’argomento. La vediamo in uno dei luoghi privilegiati del sapere e della conoscenza a fare i conti con i propri limiti o presunti tali mentre le vicissitudini della sua vita ci proiettano di volta in volta in luoghi differenti. Tali collocazioni ci paiono appartenere ad universi estranei tra loro per la peculiarità delle vicissitudini che li caratterizzano. A delineare invece una sorta di elemento concatenante sono le presenze di Raffi e di Britt non solo come caratterizzazione umana ma come imprescindibile legame, come forza che avvince e porta a sé.

Chi non si è chiesto se delle persone speciali esisterebbero comunque nelle nostre vite se fossimo in luoghi o momenti diversi?  Ecco che Emeth North con questa sua opera ci fa giungere la risposta forte e chiara. Che si tratti del periodo dell’Università, dell’adolescenza, del mondo invaso dagli alieni, sempre queste due anime si rincontrano, si legano in qualche modo. Dunque taluni legami sono scritti nelle nostre vite e a prescindere dal modo in cui gli universi giungono a ramificarsi e poi spezzarsi per creare nuove variabili, ecco che il nostro legame fondamentale è lì, ed esisterà sempre. 

Un romanzo di grande particolarità, che ti conduce in un viaggio a tratti onirico, non distopico perché di fatto non prevedibile, che ti stupisce o lascia perplesso nella sua evoluzione.

L’invenzione del giardino della tassidermia dopo una momentanea sorpresa porta il lettore a scrutarsi dentro, a riflettere sulla caducità della vita di fronte agli avvenimenti e sul desiderio di governare gli eventi che ci circondano anche nelle maniere più estreme e disparate.

Negli Universi è un viaggio anche interiore in cui si viene portati a riflessione sull’importanza dei rapporti umani e sul peso delle scelte che si compiono rispetto all’andamento della vita.

Il testo è permeato dalle conoscenze multifattoriali dell’autore, dal suo estro, dalla sua variabilità ed ecletticità di studioso e artista.

Inevitabile restare come sospesi veramente attraverso universi differenti.

Emet North descrive immagini e crea scenari facendolo in un modo unico, mai banale, mai usuale, ogni termine crea un mondo, un universo negli universi ed è questa a parer mio la vera forza di questo romanzo.

I legami “veri” attraversano tempo, spazio, forme d’esistenza e questo dovrebbe esserci di grande conforto in una realtà come la nostra caratterizzata dal fuggevole.

Consiglio questo romanzo giudicato dal “New York Times” uno dei migliori romanzi fantasy e fantascientifici del 2024, oltre che agli amanti del genere a tutti coloro che cercano uno spunto di riflessione sulle nostre esistenze, sul nostro rapporto con l’universo cui apparteniamo e con quanto non conosciamo dell’abisso meraviglioso in cui fluttuiamo, ma non dal punto di vista meramente scientifico bensì umano.

Ringrazio la casa editrice per la copia cartacea e Pennadicorvo per l’opportunità di proporvi il mio pensiero.

Alla prossima lettura.   

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