MustWatch: L’invasione degli ultracorpi

L’INVASIONE DEGLI ULTRACORPI

Il primo film che sottoponiamo alla vostra attenzione è “L’invasione degli ultracorpi”, film bianco/nero del 1956 diretto da Don Siegel (considerato uno dei maestri del cinema poliziesco e d’azione statunitense) il cui soggetto è tratto dall’omonimo romanzo di Jack Finneri dell’anno precedente.

Il film venne girato con un budget davvero limitato ma, come spesso accade in questi casi, divenne col tempo un vero e proprio cult del genere fantascientifico. Ne furono fatti tre remake: Terrore dallo spazio profondo (1978), Ultracorpi – L’invasione continua (1993) e Invasion (2007, con una splendida Nicole Kidman).

A causa del budget irrisorio nel film non è presente nessun effetto speciale, seppur girato nello stesso periodo in cui Hollywood lanciava film kolossal come I dieci Comandamenti o Guerra e pace.

LA TRAMA

Nella tranquilla e assonnata cittadina di Santa Mira, il dottor Miles riceve una serie di pazienti apparentemente affetti dalla sindrome di Capgras. Sono cioè convinti che alcuni loro parenti siano stati in qualche modo sostituiti da impostori dall’aspetto identico. Miles, insieme alla sua ex ragazza Becky scoprono a casa di un loro amico un cadavere privo di caratteri somatici: lo sesso non ha lineamenti faccciali nè impronte digitali, ma sta rapidamente mutando e assumendo l’aspetto del proprietario di casa.

Una serie di eventi porteranno i protagonisti a scoprire la vera origine di questi cadaveri e come gli stessi poi si sostituiscano alle persone.

OSSERVAZIONI (Rischio spoiler)

Il film, cosi come il testo da cui è tratto, pur avendo quasi 70 anni, sono molto attuali. Al film furono date, diverse letture politiche. Fu interpretato sia come una parabola anticomunista sia antimaccartista.

Anticomunista perché nel 1956 il mondo era già spaccato in due, ed era forte in America la paura che il nemico (russo) fosse in mezzo a loro, tra la gente, al posto di un normale cittadino americano. La cosiddetta Paura rossa è stato un fenomeno socio-politico durante due distinti periodi d’intenso anticomunismo nella storia degli Stati Uniti: dal 1917 al 1920 e durante i primi anni 1950. Ambedue i periodi furono caratterizzati da una diffusa paura dell’influenza dei comunisti sulla società statunitense e dell’infiltrazione comunista nel governo USA.

Copertina di un fumetto di propaganda americano titolante: È questo il domani? L’America sotto il Comunismo!

Il maccartismo deve invece il suo nome al senatore Joseph McCarthy, che diresse la principale commissione per la repressione delle attività antiamericane operando attacchi personali, spesso privi di fondamento, nei confronti di funzionari governativi, uomini di spettacolo e di cultura, ecc. da lui considerati comunisti e quindi pericolosi per lo stile di vita della società americana. L’infondatezza delle accuse, spesso arbitrarie, che hanno coinvolto molte personalità di spicco della politica e della cultura americane, ha fatto sì che il fenomeno fosse chiamato anche caccia alle streghe, per richiamare le evidenti analogie.

IL RISCATTO

Quel remake del 1978 di Philip Kaufman sarà per molti il riscatto vero di una pellicola dalle grandi potenzialità mai davvero sfruttate fino in fondo da Don Siegel che avrebbe sperperato la potenza del messaggio globale custodito dall’opera, senza considerare invece che l’autore persegue soprattutto un’aspirazione fantascientifica e non propriamente spionistico-politica. Il finale consolatorio è soltanto un bluff, un temibile nascondiglio di pazza e sconsiderata sobrietà. È l’inquietudine che si prende possesso della scena, perché non credere ai “baccelloni” come la minaccia della perdita della propria identità a fronte del conformismo galoppante. Il finale, altro che consolatorio, è tra i più disperati della storia del cinema.

Marcello

 

 

 

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