Nel vasto panorama delle storie di Mister No, poche si stagliano con la stessa forza di Alien, un episodio scritto dal geniale Tiziano Sclavi e illustrato da Fabio Civitelli. Pubblicata originariamente nei numeri 107 e 108 della serie regolare, nell’aprile e maggio del 1984, questa storia rappresenta un unicum nella tradizione bonelliana: un racconto che mescola avventura, introspezione, fantascienza e riflessione politica in un connubio magistrale.

Un’epoca di contrasti e di sperimentazioni
Il 1984 era un mondo diviso in due blocchi, USA e URSS, immerso in una Guerra Fredda che, pur senza scontri diretti, aveva conseguenze devastanti. Era anche un’epoca in cui il fumetto italiano viveva una fase di grande trasformazione, con autori pronti a sfidare le convenzioni e a sperimentare nuovi linguaggi. Tiziano Sclavi, che in quegli anni stava già immaginando Dylan Dog, si dimostrò un autore capace di spingere i confini del fumetto Bonelli oltre le consuete strutture narrative.
Se Mister No, creato da Sergio Bonelli sotto lo pseudonimo di Guido Nolitta nel 1975, era già una serie atipica per l’epoca – con il suo protagonista libero e ribelle, più vicino agli anti-eroi che agli eroi classici – con Alien si supera ogni aspettativa. Sclavi porta sulla testata atmosfere cariche di mistero, dialoghi intensi e un’ambientazione claustrofobica che ribalta il classico spirito d’avventura della serie.

Sclavi tra ideologie e misteri
La storia si concentra su un confronto insolito: Mister No, l’americano scanzonato e libertario, e Arkady, un pilota russo che incarna l’altro lato della medaglia della Guerra Fredda. Il loro incontro si svolge in un ambiente chiuso, quasi teatrale, in cui le parole sono le vere protagoniste. Un dialogo serrato, dove la politica, le ideologie e la paura dell’ignoto si intrecciano fino a sfociare in qualcosa di ancora più incomprensibile: l’incontro con un’entità aliena.
Qui Sclavi dimostra tutta la sua maestria nel trattare il concetto di “alieno”, che non è solo l’essere venuto dallo spazio, ma è anche l’altro, il diverso, l’incomprensibile. Lo stesso tema che approfondirà in Dylan Dog, in storie come Terrore dall’infinito, Quando cadono le stelle e Lassù qualcuno ci chiama (la c.d. trilogia extraterrestre ndr). L’idea che non siamo in grado di comprendere ciò che è al di fuori del nostro schema mentale è al centro di questa storia poetica e malinconica.

Fabio Civitelli ai suoi massimi
Se la sceneggiatura di Sclavi è un capolavoro di scrittura, i disegni di Fabio Civitelli elevano la storia a un altro livello. L’artista, alla sua ultima prova su Mister No prima di dedicarsi a Tex, utilizza un tratto pulito e dettagliato, sperimentando per la prima volta l’uso dei retini, che diventerà poi una sua cifra stilistica. Ogni vignetta è curata con precisione maniacale, capace di trasmettere la tensione e il senso di inquietudine della storia.
Un’edizione da collezione
Oggi, Sergio Bonelli Editore ripropone questa perla in un volume speciale, con un nuovo formato e una copertina inedita. Un’occasione imperdibile per riscoprire un racconto che ha segnato la storia di Mister No e che rappresenta una testimonianza della capacità della Bonelli di osare e sperimentare, affidandosi ai migliori talenti del fumetto italiano.
Alien è un manifesto di come il fumetto possa raccontare il nostro mondo attraverso lo specchio della fantasia. Un’opera che, a distanza di decenni, mantiene intatta la sua forza e il suo fascino e si dimostra, proprio nel periodo in cui stiamo scrivendo, quanto mai attuale, anche a distanza di decenni.

