Se amate lasciarvi trascinare in tempi lontani, dove tra gli uomini vigevano regole e codici di comportamento molto diversi da quelli odierni, Millemorti Saga – L’ultimo regno, fa per voi.

Se poi adorate anche l’avventura, lo spirito impavido e l’animo eroico allora sarete letteralmente rapiti da questo romanzo.
L’autore fa appello alla mitologia e alla cultura norrena , ramo della mitologia germanica che per la maggior parte dell’età vichinga venne trasmessa oralmente.
Da queste leggende e personaggi ha avuto origine un’ampia produzione.
L’autore ci introduce sapientemente in un momento che fa presagire una battaglia, siamo al cospetto di un Consiglio di guerra ed il protagonista Bjarni, Huscarlo, si prepara a quello che lo attende. Il suo ruolo è ambito e di rango elevato, infatti l’Huscarlo per noi gente di oggi è la guardia del corpo del sovrano o del Comandante, lo Jarl.
Bjarni è un uomo possente, aduso ai combattimenti, tecnicamente preparatoe adeguatamente equipaggiato. In parole povere conosce il fatto suo ed è sicuro della sua forza e ancor di più del ruolo che riveste.
Uno degli uomini però gli rivela un’informazione poco piacevole. Insinua in lui il dubbio che il suo secondo non sia sincero e devoto come sembra, che bensì stia tramando qualcosa alle sue spalle.
L’Huscarlo non può però lasciarsi distrarre dal suo obiettivo, lui attende quella battaglia da tempo per vendicare suo figlio, il suo giovanissimo primogenito perito proprio per mano di Olaf senzacasa, il suo amato Aren.
Bjarni la sera prima della battaglia si congeda dalla moglie e dal figlio più piccolo Gerd determinato a portare a termine il suo compito.
Il mattino seguente dopo aver studiato adeguatamente il terreno dello scontro si consuma un’aspro corpo a corpo, i nemici sono mal equipaggiati e giovanissimi e periscono sotto le armi degli uomini di Bjarni.
Succede però qualcosa di imprevedibile, Svenjar, il suo secondo, combatte contro Olaf e lo annienta, viene così osannato al posto di Bjarni per aver portato il gruppo alla vittoria. La cosa peggiore per Bjarni è però il non aver potuto vendicare suo figlio ma gli tocca ingoiare l’amaro boccone e vedere il suo secondo essere festeggiato al posto suo.
Intanto l’Huscarlo per tutta la battaglia ed anche in seguito ha vissuto una strana esperienza, assalito com’era da inspiegabili visioni di figure femminili con corpi in putrefazione e tessuti umani a brandelli.
Dopo i festeggiamenti Bjarni si ridesta in un luogo diverso, dove regnano fetore, grigiore e un freddo capace di spaccare la pelle. A questo punto per il protagonista ha inizio un vero e proprio viaggio durante il quale incontrerà figure mitologiche e altri guerrieri alla sua stregua. Abituato a non arrendersi e a combattere con uno spirito che lo ha reso ai miei occhi invidiabile, Bjarni abbraccia la sua avventura.
Millemorti – dal soprannome del protagonista- è un libro avvincente che si legge tutto d’un fiato.
La penna di D’Auria ti tiene incollato alle pagine, desideroso di scoprire l’esito di ogni nuovo incontro. L’autore ha una capacità descrittiva notevole che si realizza in tratti capaci di dipingere immagini di grande realismo. Bravissimo a coinvolgere a trecentosessanta gradi il lettore, conscio che coinvolgere tutti i sensi sa farti sentire immerso nella storia.
Millemorti mi è piaciuto ed ho apprezzato l’introduzione dell’autore.
Ringrazio D’Auria per la coinvolgente lettura, la casa editrice per la copia digitale e PennadiCorvo per darmi occasione di approcciarmi a questi talenti.
Buona Lettura.