Il 2022, per gli appassionati lettori di Tex, sarà ricordato come l’anno di Mefisto. O meglio del suo ritorno e della sua rinascita. Tutte le testate di Tex, in un’abile manovra coordinata, fanno uscire in edicola e libreria quasi in contemporanea, numerose storie che vedono come protagonista assoluto, al pari di Tex, un Mefisto in grande forma. Un villain che torna ancora, e lo fa in grande stile.
Ripercorriamo le origini e l’evoluzione del personaggio che più di tutti ha messo in difficoltà Aquila della notte ed i suoi pards.
1- MEFISTO, CHI SEI?
(dal sito di SBE)
Proprio quando il Far West sembra essere tornato alla sua normale vita di tutti i giorni, fatta di mezzogiorni più o meno di fuoco, di duelli al sole e rese dei conti in penombra, di linciaggi sulla pubblica piazza e di sparatorie nei saloon, il Male assoluto, quello con la M maiuscola, sta per tornare a sconvolgere tutto…
Portandosi appresso l’intera progenie infernale!
![]() Mefisto disegntao da Galep! |
Uno dei pochi comandamenti stabili che sia i produttori cinematografici sia quelli letterari rispettano, fin da tempi non sospetti, riguarda la totale impenetrabilità di un genere, il western, verso altri generi.
Non è difficile immaginarsi la reazione del produttore a proposte simili. Si può concretizzare nell’immagine di un’ambulanza che corre a sirene spiegate verso la più vicina clinica psichiatrica. E se nella strana, fantascientifica ipotesi che una sola di queste idee fosse approdata in una sala cinematografica, il pubblico avrebbe richiesto la testa del proiezionista dopo i titoli di testa. I soldi del biglietto per secondi.
Il western è impermeabile a qualsiasi matrimonio con formule estranee. I grandi venditori di sogni hanno stabilito che deve limitarsi a raccontare, in maniera distorta e leggendaria, come sia stato costruito il Grande Paese, narrando l’epopea dei suoi eroi, dai semplici pionieri ai calibri leggendari. Uomini duri, coraggiosi, pronti a sfidare l’ignoto e non a temerlo!
Eppure l’idea di coniugare pistoleri e guerrieri rossi con creature della notte di varia grandezza e provenienza non è così campata per aria come si crede. Leggendo il volume “I Misteri del Far West”, scritto da Gian Mario Mollar (Edizioni Punto d’Incontro), ci si rende conto di quanto il terrore soprannaturale abbia da sempre viaggiato a destra e a manca lungo la vecchia e la nuova frontiera. Magari attraverso i racconti sussurrati dai cowboy durante le lunghe notti di bivacco o le cronache di due missionari gesuiti che si trovano di fronte a un’epidemia di cannibalismo indiano, dovuta all’influenza del Wendigo, il demone dell’eterna fame. Nel suo saggio, l’autore non dimentica di citare anche uno dei nostri personaggi extra western, il curandero El Morisco.
L’idea di coniugare pistoleri e guerrieri rossi con creature della notte di varia grandezza e provenienza non è così campata per aria come si crede.
Tra i pochissimi a portare avanti gli aspetti oscuri del folklore americano, almeno a livello letterario, partendo dalle basi tracciate dal pioniere Ambrose Bierce, due autori texani, decisi a esplorare la parte oscura della mitologia idealista solitamente dedicata alle gesta impossibili di eroi “larger than life” (come Pecos Bill, che una volta sparò alle stelle del cielo spegnendole tutte tranne una, destinata a essere il simbolo del Texas).
Il primo è stato Robert E. Howard, più conosciuto per la sua epopea fanta-barbarica di Conan il Cimmero, negli anni Trenta. In tempi recenti, quando i vari tentativi più o meno riusciti di contaminazione tra i due generi si sono guadagnati l’etichetta di Weird Western (può essere tradotta come “Bizzarro West”), senza però mai riuscire a diventare materia di best sellers, l’unico a centrare il bersaglio è Joe R. Lansdale.
![]() illustrazione di Daniele Serra. |
Il Pulpista per vocazione ha dedicato alcuni racconti alla figura di Jebidiah Mercer, un predicatore pistolero in lotta perenne con il male in tutte le sue forme. Un esplosivo antieroe dalla pistola facile che vagabonda in un mondo in cui la durezza senza speranza del western all’italiana e gli orrori splatterosi alla George Romero riescono a convivere magnificamente. Tra i pochissimi a portare avanti gli aspetti oscuri del folklore americano a livello letterario, partendo dalle basi tracciate da Ambrose Bierce, due autori texani: Robert E. Howard e Joe R. Lansdale.
2- L’ORIGINE DI MEFISTO
Anche in tempi recenti e permissivi, in cui i generi si possono impunemente mischiare mettendo per primo l’aggettivo Weird, esiste una frontiera invalicabile nella quale l’equazione west+fantasy=zero incassi è più valida che mai. Lo dimostrano i numerosi filmetti demenziali a basso costo direct to video (“The Dead and the Damned” o “Cowgirls Vs. Pcterodactyls”, 2021) o anche i super kolossal come “Wild Wild West” di Barry Sonnenfeld (1999) o “Cowboys contro Alieni” di Jon Favreau (2011), che si sono rivelati due bagni di sangue.
Allora come mai, nel lontano 1965, in pieno di booom del western all’italiana nostrano e serissimo, la coppia di spacciatori di sogni su carta Gian Luigi Bonelli e Aurelio Galeppini sconvolgono il subconscio dei lettori italiani, facendo affrontare al ranger Tex Willer un alieno dalla pelle squamata e armato addirittura di una space gun da cover di un fanta pulp, con tanto di canna a trombetta, senza sbracare nel ridicolo involontario come le proposte dell’ingenuo sceneggiatore all’inizio? E tutto questo senza nemmeno farlo vedere per intero o ricorrere alla costosa celluloide, ma usando solo carta inchiostro e taaaanto talento!
Lo stesso vale per il grande nemico di sempre di Tex, un concentrato di malvagità in carne e ossa, un signore della magia nera che si sentirebbe più a suo agio in un mondo fantasy. E pensare che è partito dal nulla: facendosi conoscere interpretando il ruolo più detestabile che può toccare a un personaggio di una storia avventurosa. Quello della Spia: se ne parla approfonditamente nella storia “Pinkerton Lady”, edita sul mensile Tex Willer e raccolta nel volume da libreria omonimo (immagine che segue).
Dopo aver praticato l’infima arte dello spionaggio sotto l’identità di Steve Dickhart, è stato promosso a Grande Incantatore. Unico villain che ha fatto sudare a Tex le classiche sette camicie senza aver bisogno di sparare un colpo, ma solo con la forza della sua volontà malvagia.
È probabile che l’inserimento del soprannaturale sia dovuto solo al desiderio di fuggire alla noia della ripetizione. Non c’è molta varietà di argomenti nelle storie di puro western. Oppure G.L. si era semplicemente chiesto come migliorare un cattivo di seconda fila, una specie di emulo fallito di Mandrake, creato sulle sembianze dell’attore John Carradine.
n altro piccolo spunto può essere dato da un’altra carogna d’antan, l’ipnotizzatore musicista Svengali, nato dalla penna di George du Maurier (zio di Daphne, altra penna tenebrosa) e portato sullo schermo nel 1931 da John Barrymore nel film omonimo di Archie Mayo. Sia romanzo sia film godettero di grande popolarità anche in Italia.
A Svengali basta far brillare gli occhi per spingere chiunque a commettere il peggior crimine contro la sua volontà (come succede ai due Kit, Willer e Carson, mossi come due marionette da un Mefisto agli inizi di carriera). Pensate che il nome dell’infame incantatore è diventato, almeno nel linguaggio anglosassone, un termine processuale per indicare i grandi manipolatori di menti semplici.
Riguardo all’aspetto fisico definitivo del nostro caro Mefisto (che il dio del fumetto ce lo renda caro!), mi piace tornare all’impomatato illusionista in frac e tuba creato da Lee Falk negli anni Trenta. Sì proprio Lui: Mandrake The Magician! Questi e molti altri ricordi illustri rappresentano i tasselli necessari a creare un antagonista di successo inattaccabile dall’inevitabile usura del tempo. Il fatto di renderlo poi credibile all’interno di un genere a lui estraneo è solo merito della forza creativa di un titano della letteratura popolare come Gian Luigi Bonelli.
3- PRESENTE
Il Tex 738 “Il manicomio del dottor Weyland”,inaugura l’anno Texiano segnato dalla saga di 7 albi che riporta in edicola il nemico numero uno del Ranger bonelliano a distanza di vent’anni dalla sua ultima apparizione nella serie principale di Tex.

Il “Black Mountain Asylum”, sulle colline che circondano la baia di San Francisco, è un manicomio di nuova concezione dove, grazie alle cure prodigiose di un famoso psichiatra, anche i pazzi criminali hanno speranza di essere guariti. Tex e Carson pensano invece che per certi assassini l’unico rimedio sia la forca… Mauro Boselli, ne parlava cosi al lancio sul canale YouTube della SBE:
[embedyt] https://www.youtube.com/watch?v=56hMF4ePwrw[/embedyt]
4- ESPLORARE LE ORIGINI
Lo Speciale Tex Willer in edicola a partire da sabato 11 giugno si concentra invece sugli eventi che hanno portato il giovane illusionista Steve Dickart ad abbandonarsi al potere oscuro che ha sentito crescere dentro di sé, fino diventare il nemico numero 1 di Tex.
[embedyt] https://www.youtube.com/watch?v=Wgw4NofxPBU[/embedyt]
Spero di non avervi annoiato troppo con la carrellata di informazioni ed aneddoti, tratte dal sito SBE su uno dei villain meglio riusciti della storia.
Alla prossima ,
Marcello