Maxi Tex 36: occhi nel buio – Recensione

Un tempo, Jason Cardwell spadroneggiava ad Harshaw, finché un Ranger di nome Tex Willer non pose fine al suo impero a suon di pugni e revolverate. Ora Cardwell riga dritto ed è diventato sindaco della città, ma il suo passato è tornato a tormentarlo attraverso le apparizioni notturne di un demone vendicatore! Sono soltanto le allucinazioni di un uomo in fin di vita o qualcosa di più concreto si nasconde nell’ombra?
A Cardwell non resta che chiedere aiuto al suo vecchio nemico Tex Willer, l’uomo che in passato lo aveva cacciato dalla città, ma anche l’unico di cui possa davvero fidarsi…

Maxi Tex 36 – Occhi nel buio. Sergio Bonelli Editore

Il balenottero di Tex, ma con tinte horror

Con il Maxi Tex n. 36 : Occhi nel buio, Pasquale Ruju e Giampiero Casertano firmano una delle storie più suggestive degli ultimi anni dedicate al celebre ranger. Un racconto che osa spingersi ai margini del canone western classico per abbracciare atmosfere gotiche, in un riuscitissimo equilibrio tra tensione, vendetta e rapporti famigliari incrinati.

La trama prende il via con Jason Cardwell, ex criminale invecchiato e segnato dalla malattia, perseguitato da incubi e visioni che sembrano provenire da un altro mondo. In preda alla paura, l’uomo si rivolge all’unica persona che potrebbe aiutarlo: Tex Willer. Ciò che segue è un’indagine nell’oscurità dell’animo umano, tra fantasmi del passato e presenze inquietanti, in una storia che scava nel concetto di redenzione e colpa.

Pasquale Ruju dimostra ancora una volta la sua capacità di plasmare un racconto maturo e avvincente, capace di tenere il lettore incollato alle pagine. Il ritmo è serrato, i dialoghi ben calibrati, e l’intreccio si sviluppa senza forzature, lasciando spazio anche alla riflessione.

A impreziosire ulteriormente l’albo, i disegni di Giampiero Casertano, già apprezzatissimo su Dylan Dog, che qui mette a frutto tutta la sua esperienza nel rendere visivamente credibili le atmosfere cupe e le sfumature psicologiche della storia. Il suo tratto, ora essenziale ora ricco di dettagli, si adatta perfettamente ai momenti di tensione e introspezione. La sua regia visiva amplifica l’effetto drammatico della narrazione, contribuendo in modo decisivo alla riuscita complessiva dell’opera.

Occhi nel buio è un albo che riesce a sorprendere senza tradire l’identità storica di Tex. Un esempio di come il personaggio possa ancora muoversi in territori narrativi inusuali mantenendo intatta la sua forza iconica. Per i lettori di lunga data, una ventata d’aria nuova. Per i nuovi arrivati, un ottimo punto d’ingresso in un universo narrativo che sa rinnovarsi senza perdere la bussola.

Un Maxi Tex da non perdere.

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