Mank – l’altra faccia di Hollywood

Il 4 Dicembre scorso Netflix rilascia l’ultimo film diretto dal maestro David Fincher.

Stiamo parlando di “Mank“, nome che negli ultimi giorni sta girando con insistenza dopo aver conquistato ben 10 candidature agli Academy Awards 2021 che si terranno la notte tra il 25 e il 26 Aprile.

locandina del film

Tra le altre, il film sarà in lizza come “Miglior film“, “Miglior regia” per Fincher alla sua terza nomination dopo “Il curioso caso di Benjamin Button” e “The Social Network”; “miglior attore protagonista” per uno straordinario Gary Oldman alla sua terza nomination e un Oscar all’attivo per “L’ora più buia” del 2018.

Di cosa parla “Mank”?

Il film rimbalza tra il 1930 e il 1940 seguendo la vita di Herman Mankiewicz, sceneggiatore hollywoddiano sopraffino, un’artista a tutti gli effetti con una penna tra le mani, ma altrettanto bravo con una bottiglia a portata di mano (problema di alcolismo che non gli ha permesso di andare oltre i 55 anni).

Nel 1930 Mank lavora per la Paramount, e ha occasione di conoscere William Randolph Hearst, magnate dell’editoria e amante della giovane attrice Marion Davies.

Mank
Mank conosce Marion Davies

Qualche anno più tardi Mank si renderà conto della potenza e influenza del magnate Hearst, capace addirittura di produrre dei falsi cinegiornali per screditare la campagna pubblicitaria del candidato a governatore della California Sinclair.

Questi cinergionali, dimostrazione del potere delle fake news anche 70 anni prima dell’avvento di internet, vengono girati da un amico di Mank, che per rimorso poi si toglierà la vita.

Devastato dall’accaduto, e da una quantità spropositata di alcol, il nostro protagonista si presenta alla villa del magnate per gridargli tutto il suo disprezzo, sputando parole al veleno che di fatto anticipano la trama di “Quarto Potere“.

Mank, un affresco in bianco e nero della Hollywood degli anni '30 - Wired
Mank ubriaco alla villa di Hearst

Nel 1940 lo vediamo intento a scrivere allettato questa sceneggiatura a tempo di record per un giovane Orson Welles, che era riuscito a strappare un contratto con la RKO (casa di produzione) all’epoca senza precedenti!

Questo contrattomassima libertà creativa al giovane Orson, all’epoca 24enne, e forse non si rendeva conto (o magari si!) che stava non solo per iniziare una carriera sfavillante, ma anche cambiando per sempre la storia del cinema.

Mank: la recensione del film di David Fincher - HotCorn.com
Mank allettato brinda con la segretaria

Difatti l’intera sceneggiatura di “Citizen Kane” (“Quarto Potere” è il titolo italiano) è scritta dal nostro Mank, e questo film è un grande omaggio a una delle menti più brillanti e più sottovalutate della Hollywood dell’epoca; una mente capace di scrivere uno dei film più influenti della storia!

 

CONSIDERAZIONI

Fincher riesce a catapultarci immediatamente in quella Hollywood, la capitale mondiale del cinema senza rivali nel mondo, e ci riesce grazie a una splendida fotografia in bianco e nero di Erik Messerschmidt, già collega di David sul set di “Mindhunter” (una delle 10 nomination è sua).

L’atmosfera è perfettamente ricreata anche da una meticolosa scenografia (altra nomination), che va a nozze con una colonna sonora capace di accompagnare lo spettatore durante le frenetiche giornate, tra uno studios e l’altro, del nostro Mank.

Durante la visione, il regista ci fa rendere conto di quanto effettivamente i mezzi di comunicazione (attraverso i cinegiornali nel film) possano essere oltremodo influenti sull’immaginario collettivo/politico delle masse (lo stiamo vivendo ai massimi livelli dall’inizio della pandemia, quindi è facile maturare una tale riflessione).

Mank: il film nel film che ci mostra la nascita di “Quarto potere” - Il Superuovo

Un’altro aspetto assolutamente attuale è la dimensione che vive lo stesso Mank in un mondo per niente facile, dove il talento viene sminuito a una qualsiasi altra qualità e che da solo non basta, se il sistema in cui ti trovi ha già deciso la direzione che dovrai prendere.

Difatti lo sceneggiatore lega il suo nome a banali commedie o film comunque aventi l’obiettivo di incassare, solo per il volere delle case di produzione per le quali lavora, che non gli permettono di esprimere il suo vero genio creativo.

Questa quindi è la storia della sua rivincita, la rivalsa nei confronti di una Hollywood mercenaria.

Grazie alla possibilità di scrivere per un ancora sconosciuto Orson Welles, Herman Mankiewicz ha l’occasione di dimostrare al mondo e al cinema tutto, che il talento non si può occultare!

TIRIAMO LE SOMME

Non è un film per tutti, mentirei se lo dicessi.

Però è un film per chi vuole conoscere la storia che c’è non solo dietro un singolo uomo, ma andare oltre la “macchina dei sogni”quale (forse non più come una volta) è Hollywood.

Non è infatti sempre oro quello che luccica, e Fincher lo racconta chiaramente, senza mezzi termini, con dialoghi schietti e diretti.

Inoltre sembrerà banale, ma non posso esimermi dal consigliarvi la visone di “Quarto Potere”(disponibile su PrimeVideo), capolavoro assoluto della storia del cinema (prima o dopo “Mank” è indifferente).

Vi lascio con il trailer di uno e uno spezzone dell’altro, fateci sapere cosa ne pensate 😉

Ci leggiamo al prossimo consiglio,

Elessar

 

(voto personale: 8.5 / piattaforma: Netflix)

 

 

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