Malerva – La Calabria come non l’avete mai letta

Amici di Pennadicorvo bentornati! Oggi passeggeremo per le strade di Cityland Comix con un albo frutto della connubio di Frisulimite (Marco Ferrari) e Sabè (Giuseppe Di Stefano) dal titolo “Malerva“.

Trama

“Un omicidio irrisolto. Segreti di famiglia che tornano ad esigere il proprio tributo.

Un Tempio nascosto pulsa come un cuore oscuro.

Felice, medico fiscale solitario e disilluso, cerca la verità dietro la calma apparente di un paesino calabrese, sperando che metta fine ai suoi incubi una volta per tutte. La morte della sua collega, le psicosi diffuse, la politica… Per lui tutto è connesso.

Ma non tutte le verità portano luce.”

Per le strade della Calabria

Questa graphic novel dal carattere insolito è ambientata in una “quieta” cittadina calabrese: Terzinaro. L’attore principale è un medico fiscale di nome Felice Critelli, divorziato con una figlia dall’aspetto un po’ sgangherato, nonostante le “spalle larghe” a volte si attacca alla bottiglia nella speranza di dimenticare le sofferenze; nonostante questo alla fine della storia si definirà lui stesso un tipo “fortunato”.

A sconquassare come uno tsunami la monotona vita di periferia del Dr. Critelli è l’omicidio, in condizioni alquanto insolite, della collega Anna Maria. Da quel momento cominciano le turbe di ogni genere.

Al lavoro, Felice, alterna il ruolo di detective alla ricerca di “pace” e verità sulla morte dell’amica e rispolverando vecchie “indagini” intraprese su batch di vaccini, corrotti a suo dire, incappa in un ginepraio ben peggiore di quello che poteva lontanamente immaginare: psicosi diffuse, magagne politiche, una setta oscura devota al culto di Zagreo e “Malerva“! Il mito greco si intreccia al culto religioso sfociando in scena d’impatto.

Il ritmo narrativo si muove tra momenti di quiete “introspettiva” ed improvvise impennate adrenaliniche.

La storia è da seguire con molta attenzione per poter carpire a pieno le “briciole” ed i collegamenti lasciati dagli autori. La trama ed i colori creano un perfetto clima thriller in chiave “True Detective”, non di quelli leggeri insomma, ma Sabè è abile a stemperare il tutto con i suoi disegni che si presentano grotteschi ma non ansiongeni. Un perfetto mix che rende scorrevole ed accattivante la lettura.

Un’edizione di pregio.

Come i precedenti “Giovanni dalle Bande Nere” e “Salem 1692“, il formato proposto da Cityland è di pregevole fattura.

La copertina cartonata racchiude le preziose tavole che narrano la storia, chiude in calce un extra davvero molto apprezzato con appunti e bozzetti degli autori.

In conclusione.

Insomma, una graphic novel davvero particolare e unica nel suo genere, per diversi motivi. Prima di tutto, l’ambientazione: non è certo comune vedere la Calabria come sfondo per una storia di questo genere. A prima vista la trama può sembrare un po’ caotica, ma scrutando con attenzione ci si accorge che tutto torna, e le connessioni tra i vari elementi ci sono eccome.

Un abbraccio “Senza Cera”

J-Crow.

PS. Come di consueto, se non avete letto l’albo fermatevi qui, altrimenti inoltratevi nel prossimo paragrafo per qualche “chicca-spoiler”.

ATTENZIONE, SPOILER ZONE!

Cominciamo subito dal titolo “Malerva“, termine dialettale per indicare l’erba cattiva. L’erba che cresce a discapito di tutto e si insinua nelle crepe più profonde come quelle dell’animo. L’utilizzo di questa “metafora visiva” per rappresentare l’odio ed il rancore che come “malerva” attecchiscono al cuore e sfociano nella vendetta è davvero singolare e calzante. Si sposa perfettamente anche con l’ambientazione “rustica” di molti paesi calabri (e non solo!).

E’ risaputo ormai che la politica è un po’ come il prezzomolo: sta bene su tutto, ma riuscire ad intrecciarla con una setta è davvero un lavoro non da poco.

Utilizzare Zagreo come “araldo” del bimbo mai nato è stata una mossa oculata che contraddistingue la storia elevandola dalla massa. La gran madre del culto di Zagreo altri non è che Agata (cognata) di Spadafora Senior e costretta ad abortire il frutto della loro relazione clandestina per evitare scandali in paese.

Il cuore pulsante della setta sorge proprio su quel terreno che fu culla di tale oscenità e proprio qui che la “Malerva” ricopre buona parte di quel casolare e ciò che lo circonda, quasi a delimitare il confine del rancore e della vendetta.

Dulcis in fundo, sempre parlando di politica che si intreccia alla malavita organizzata, c’è l’espressione utilizzata da Critelli (e da tanti anche nella realtà): “Preferisco campare cent’anni”. Il dottore la utilizza per rispondere a Bilar e comunicargli che non proseguirà oltre le sue “indagini”.

L’omertà che permea la cittadina e la sfiducia di Critelli nelle autorità richiamano una realtà ben nota, quella segnata dalla mafia ma anche da tutti quei momenti in cui, semplicemente, scegliamo di voltare lo sguardo di fronte alle ingiustizie.

5,0 / 5
Grazie per aver votato!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.