Macbeth: Una storia di orrori – Una rilettura riuscita?

Ci sono classici intramontabili in grado di ispirare sempre nuove generazioni di lettori e autori, tra questi la conosciutissima e mai abbastanza celebrata Macbeth di niente di meno che William Shakespeare. Ma attenzione, non si tratta di una “banale” trasposizione, ma di una rielaborazione più che mai personale e ispirata del classico. Pubblicata negli Usa da Image, e riproposta in Italia da Saldapress, Macbeth: Una storia di orrori, vede due autori italiani alle firme ovvero Stefano Ascari e Simone d’Armini nelle vesti di disegnatore. Un volume che ci ha sin da subito rapito per la veste grafica e il cui contenuto ci ha rapito dalla prima all’ultima pagina.

Ma per non fermarvi alle prime impressioni, non vi resta che continuare a leggere!

Una breve sinossi

Tre creature di incubo si contorcono nella nebbia, mentre nel castello di Dunsinane germoglia un seme di follia. Lord Macbeth, spronato da oscure profezie e dai sussurri della moglie, trama la morte del suo amico Re Duncan: un gesto crudele e senza ritorno che scatenerà un’ondata di violenza e caos ultraterreno che minaccia di consumare tutta la scozia.

Le nostre impressioni

La storia si caratterizza innanzitutto per un impatto grafico incredibile. La tricromia, bianco, rosso e nero, è in parte spezzata da altri colori come il verde. Ma nonostante l’utilizzo di una tavolozza di colori molto “limitata”, il risultato finale è dvvero sorprendente. Tavole ricche di dettagli che ricordano veri e propri arazzi, il tutto condito da una importante tinta orrorifica. Ogni tavola ruba il respiro e ti spinge a chiederti quanto ci abbiano lavorato. Una perfetta sintesi tra scuola americana e italiana.

Il racconto rielabora la classica storia di Macbeth, decidendo di dare ampio spazio alle tre streghe e ampliandone il ruolo all’interno della trama, facendole assurgere a vere Deus ex machina della storia. Questa è una scelta interessante ma anche “divisiva”. Questo perché il messaggio principale alla base di Macbeth è sempre stato quello del potere che corrompe, il peso della corona che scava la tomba a chi la porta. Attribuire a terzi questo ruolo di corruttrici, forse depotenzia il messaggio alla base del racconto di Shakespeare.Ma, essendo una reinterpretazione, è una scelta ovviamente legittima. Soprattuto vista la interessante caratterizzazione grafica e narrativa delle tre.

Stefano Ascari integra elementi fantasy che sono ben congeniati nella storia, rivisitando l’ambientazione scozzese. Seppur eterodiretta, la discesa nella follia è ben rappresentata nel corso del racconto che coinvolge e scorre via grazie a una scrittura asciutta ed efficace.

Il volume in generale si caratterizza per una cura grafica preziosa, tipica dei volumi Saldapress, ma in questo caso facilitata dalla bellezza intrinseca e dalla cura grafica che caratterizza tutta la storia. Il volume, inoltre, è arricchito da un ampio comparto di extra, tra copertine, studi sui disegni e interviste agli autori.


Conclusioni e bilanci

Una storia interessante, ben disegnata e ben scritta, che non ha paura di sporcarsi le mani toccando tematiche di attualità e proponendo temi universali e intramontabili. Con un finale che ci spinge a chiderci sé, in fondo, dalla fine di un certo male non ne possa scaturire uno ancora peggiore.

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