Sono passati più di cento anni da quando Benito Mussolini ha fondato i Fasci di combattimento per manifestare energicamente il suo malcontento nei confronti di un paese che era uscito dalla prima guerra mondiale vincitore a metà.
Una vittoria mutilata, cosi veniva soprannominata dal poeta interventista Gabriele D’Annunzio, e Mussolini condivideva in pieno questa definizione. Deluso da uno stato che non pretendeva abbastanza, Mussolini decise bene di prendersi quello che credeva di meritare di diritto.
Oggi, all’inizio del 2025, Sky ha rilasciato una serie basata sul primo di una tetralogia di romanzi scritti da Antonio Scurati: M – il figlio del secolo (con cui lo scrittore ha vinto il premio Strega 2019).

Gli 8 episodi basati sulle pagine di Scurati ripercorrono ogni piccolo passo dell’uomo che sarà dittatore di un’Italia distrutta e delusa nel primo dopoguerra, complice una situazione politica in equilibrio a dir poco precario.
Il volto del Duce non è altri che quello di Luca Marinelli, che riesce a convincere la nonna ex partigiana a prendere parte all’anteprima della serie per avere la sua benedizione.
Un lavoro molto stressante per stessa ammissione dell’attore romano, ma che riesce a regalare una performance a dir poco straordinaria, e che speriamo sia distribuito in quanti più paesi possibili, non solo per permettere a Marinelli di vincere tutti i premi che merita, ma perchè chiunque dovrebbe vedere questa serie TV.
TRAMA
La storia parte dal 23 marzo 1919, giorno in cui vennero fondati “I Fasci di combattimento”, che all’inizio non solo non avevano i numeri che raggiungeranno due anni dopo, ma erano anche mal visti (a ragion veduta) da tutto il paese, in quanto sostenitori di violenza gratuita verso chiunque avesse un pensiero differente dal loro.
Cesarino Rossi sarà la grande spalla su cui Mussolini si appoggerà fin dal principio, fin da quando entrambi stanchi della inconcludenza del socialismo, decidono di farsi spazio da soli con un partito tutto loro.

L’entrata in politica che verrà permessa al Fascismo segnerà nel giro di pochi anni un’ascesa inarrestabile, complice anche l’appoggio del Re Vittorio Emanuele III di Savoia che non voleva altro che la pace per il suo popolo.
Affianco alla figura di Mussolini, avremo anche modo di conoscere l’uomo Benito, padre di famiglia spesso assente, con una moglie succube della sua megalomania.
L’ultimo episodio infine arriverà a raccontare il caso Matteotti, fatto di cronaca nera del 1924 che vede il coinvolgimento diretto del Duce e che metterà a serio rischio il futuro del Fascismo.
CONSIDERAZIONI
La serie, che speriamo continui con una seconda stagione, copre dunque un arco di 5 anni e ci racconta gli albori del Fascismo e delle sue disgustose imprese compiute per arrivare dove poi è rimasto per ben 20 anni, fino alla fine della seconda guerra mondiale.
Marinelli oltre a sfoggiare un bell’accento romagnolo, mette in mostra anche un lavoro “fisico” importante non solo per l’acconciatura, ma anche per i 20 chili presi per entrare nei panni larghi e scomodi del Duce.
Joe Wright alla regia segna la serie con uno stile inconfondibile, e riconosce nel nostro Marinelli una naturale dote attoriale pari al premio Oscar Gary Oldman (che ha vinto l’Oscar per “l’ora più buia” diretto proprio da Wright).
Caratteristica meritevole di attenzione è il rapporto diretto che il regista vuole creare tra il protagonista che muove i primi passi con la sua nuova creatura, il Fascismo appunto, e lo spettatore.
Molto spesso, nei primi episodi specialmente, il Duce rompe la quarta parete per dialogare direttamente con noi dall’altra parte dello schermo, non solo per approfondire le ragioni delle sue scelte, ma anche per sottolineare l’ipocrisia con cui si rivolgeva ai suoi “cani sciolti” che più volte lo mettono in seria difficoltà (occhiolini e ironia direttamente in macchina 😉 ).

CONCLUSIONI
Credo fortemente che questa serie tv debba essere vista da quante più persone possibili oggi, soprattutto nelle scuole, perchè magari studiare soltanto qualche pagina non rende bene l’idea della piaga che il nostro paese ha vissuto comandata da una persona tanto violenta quanto determinata ad ottenere quello che voleva esclusivamente con quest’ultima.
Attuale come non mai, “M- il figlio del secolo” consolida Marinelli come una delle stelle più brillanti del nostro firmamento, e diventa a sua volta una delle migliori serie italiane mai realizzate, e se mai dovesse essere distribuita in America, ignorare la performance attoriale del protagonista ai Golden Globes sarebbe un crimine contro l’umanità.
Se non l’avete ancora fatto, correte a vederla e fateci sapere cosa ne pensate.
Noi ci leggiamo come sempre al prossimo articolo,
Elessar.
(piattaforma: Sky, Voto: 9)