
L’Esorcismo di Emma Schmidt parte da una storia vera, documentata dalla Chiesa e che ha ispirato decenni di orrore. Il film racconta di Emma (Abigail Cowen), una giovane ragazza attorno a cui ruota la vicenda: nell’America di fine anni Venti, viene ricoverata in un convento nelle campagne dell’Iowa perché il suo caso è ritenuto incurabile dalla medicina tradizionale.
Dalla morte della madre, infatti, Emma ha sviluppato strani comportamenti e la sua salute mentale e fisica appare sempre più precaria. Convinta che la ragazza sia posseduta da uno spirito maligno, la Chiesa decide di chiamare l’anziano prete di origine tedesca Theophilus Riesinger (interpretato da un inossidabile Al Pacino), esperto in esorcismi.
Ad affiancarlo nella difficile pratica ci sarà padre Joseph Steiger (Dan Stevens), parroco del convento, che attraversa una crisi personale: dopo la morte del fratello, la sua fede vacilla. Inizialmente diffidente verso padre Theophilus, Steiger è più incline a credere che la malattia di Emma abbia cause psicologiche piuttosto che soprannaturali. Ma proprio sotto i suoi occhi inizieranno ad avvenire cambiamenti inquietanti nella ragazza, sconvolgendo l’intera comunità di suore.
Un nuovo film sulla possessione demoniaca che rinvigorisce il sotto-genere del filone esorcista.
Dal capolavoro che ha dato origine al genere – L’Esorcista di William Friedkin del 1973, ispirato proprio al caso di Emma Schmidt – Hollywood ha costruito un’intera mitologia attorno alle possessioni demoniache. Film come The Exorcism of Emily Rose o The Conjuring hanno alimentato la memoria collettiva.
Ma con L’Esorcismo di Emma Schmidt – The Ritual, in uscita nelle sale italiane il 29 maggio grazie a Midnight Factory, David Midell tenta qualcosa di diverso. Vuole sì riportare alla luce uno dei casi di possessione più documentati della storia, ma lo fa con un taglio crudo, realistico e psicologicamente profondo.
Sorpresa tra le sorprese, al centro di questo viaggio nell’orrore troviamo Al Pacino, che nonostante gli 85 anni è in stato di grazia: veste i panni di un prete anziano, consumato dalle sue ombre interiori.
The Ritual è un lungometraggio privo di fronzoli, che va dritto al punto: raccontare, quasi come in un documentario, i rituali susseguitisi per tentare di scacciare il maligno dal corpo di Emma.
Le inquadrature fisse di Midell, quasi da circuito chiuso, suggeriscono un senso di sorveglianza costante. La regia è precisa, asciutta, chirurgica. Dimenticate i conventi gotici e le icone horror da manuale: il film è scarno, claustrofobico, con una fotografia che sfrutta la luce naturale fino allo stremo prima di abbandonarsi al buio più totale.
Il convento, girato nel Mississippi, diventa una prigione dell’anima. E la metafora visiva si espande, traducendo lo stato interiore dei personaggi attraverso lo spazio.

Il corpo di Emma – contorto, segnato, urlante – diventa il centro di una liturgia terribile. L’assenza di effetti speciali non è una mancanza, ma una scelta stilistica consapevole. Tutto appare reale, o almeno plausibile.
Ecco perché The Ritual non è un horror puro. Non ci sono jump scare o effetti disgustosi. C’è un’aura disturbante e autentica, che cresce lentamente, insinuandosi nei dettagli. L’orrore non esplode: si diffonde nel silenzio, negli sguardi tremanti, nei gesti lenti.
I tormenti dei due religiosi vera sotto-trama del film.
La sceneggiatura ha poi il pregio di raccontarci anche i tormenti e le personalità dei due religiosi che si cimentano in questo esorcismo. I due preti infatti, uno in crisi con la propria fede e l’altro perseguitato da un oscuro passato, Padre Theophilus Riesinger (Al Pacino) è un esorcista consumato dal tempo e dai dubbi. La sua fede, ormai corrosa, sembra trovare nell’esorcismo di Emma l’ultima possibilità di redenzione.
Accanto a lui, un giovane e brillante Dan Stevens (padre Joseph Steiger), prete con un passato oscuro e occhi che nascondono più di quanto rivelano. È proprio il rapporto tra questi due uomini – opposti per età, temperamento e ferite interiori – il fulcro drammatico del film. Qui The Ritual si distanzia dal puro horror per abbracciare un’analisi psicologica. Ogni preghiera, ogni gesto rituale, diventa un confronto con i propri demoni.
E nel riflesso delle urla di Emma (interpretata con sorprendente intensità da Abigail Cowen), lo spettatore scorge i vuoti e le crepe di chi cerca salvezza tanto per sé quanto per gli altri. 28 anni dopo L’avvocato del diavolo, in cui interpretava Satana in persona, Al Pacino torna al cinema horror, questa volta per scacciare il Male: interpreta un personaggio dall’oscuro passato, determinato a perseguire fino in fondo l’ardua strada intrapresa, nonostante i terribili presagi che ammantano l’atmosfera del convento.

La scelta di Al Pacino è azzeccatissima. Non lo diciamo per piaggeria né perché stiamo parlando di uno dei 4 “mostri sacri” di Hollywood (insieme dunque a De Niro, Dustin Hoffman e Jack Nicholson). Il nostro giudizio così positivo deriva dal fatto che, in versione originale, si può apprezzare la voce profonda di Al Pacino che calza perfettamente al personaggio del frate esorcista.
Piccola curiosità: Al Pacino ha lavorato in Cruising del 1980 diretto proprio da William Friedkin, film “maledetto”, osteggiato ed oggi quasi dimenticato, di cui un giorno vi promettiamo che ve ne parleremo a Penna di Corvo.
Un’esplorazione dell’anima prima ancora dello scontro con il demonio.
Oltre alla possessione, L’Esorcismo di Emma Schmidt parla soprattutto di fede – quella che vacilla, che si rompe, che si cerca nei momenti di disperazione. Dopo un conclave ed un nuovo Pontefice si tratta di una tematica quanto mai attuale. Il film ci ricorda che spesso, prima ancora di affrontare il Male con la M maiuscola, dobbiamo imparare a riconoscere quello che alberga dentro di noi.
È per questo che ogni personaggio è segnato da un percorso personale di discesa agli inferi: non solo Emma, ma anche chi la circonda. Perfino le suore del convento, come la Rose di Ashley Greene o la madre superiora interpretata da Patricia Heaton, vivono la possessione come una contaminazione invisibile, come un’epidemia spirituale.
L’Esorcismo di Emma Schmidt – The Ritual non è un film perfetto. Ma è un film necessario.
Perché non si accontenta di spaventare: vuole interrogare, disturbare, lasciare un segno. Scava più nell’anima dei personaggi che nella mitologia del demonio.
David Midell dirige con rigore e inquietudine, sostenuto da una performance potentissima di Al Pacino e dalla fragilità intensa di Abigail Cowen.
In questo film, il Male non ha un volto preciso. Ma ci guarda dritto negli occhi. E chiede: sei pronto a riconoscerlo dentro di te?