Kalya 30 – Tra due fuochi

Amici di Pennadicorvo bentornati! Rieccoci al consueto appuntamento mensile con la saga firmata Cantone&Lamberti: “Kalya 30 – Tra due fuochi”.

Dove eravamo rimasti…

Trovata la testa di Gaut nel bosco di Felhem, luogo del loro primo incontro, la compagnia di Kalya decide di partire ver l’isola degli Elfi: Ehtele.

Nel frattempo Hamon conquista la città di Jantir e proprio tra le sue mura risveglia la coscienza del fondamento Kether.

Tra due fuochi

Il ritmo della storia è crescente ed i sotterfugi politici cominciano a svelarsi.

La prima parte delle storie è molto riflessiva e colma di emotività ampiamente amplificata dai disegni di Scrascia.

Il ritmo aumenta e si fa più serrato con lo scorrere delle pagine, fino ad arrivare ad una “seconda parte” pigia di scontri.

La nostra compagnia si ritrova nel bel mezzo dei “due fuochi” tra la flotta aldelisiana e quella galdoriana. Da buoni “marpioni del fumetto” il duo delle meraviglie non lesina spettacolo: Kalya e compagni si ritrovano a dire la loro sovvertendo le sorti della battaglia marittima.

Le battaglie navali fino ad oggi, nel panorama di Kalya, mancavano e devo ammettere con grande piacere di averle trovate accattivanti e coinvolgenti nonostante la (forzata) “breve” durata. Chiudendo gli occhi e tornando indietro non mi sarei mai aspettato uno scontro in mare.

Il finale è probabilmente la parte più “sconvolgente”: anche se nei precedenti albi si intuiva già qualcosa, resta comunque uno scossone.

Cover e disegni.

La copertina del numero 30 è ancora una volta firmata da Elena Casagrande, che ci regala un’immagine potente: il confronto tra la barca di Kalya e il vascello alchemico di Hersa.

Una scena che ha una forte carica simbolica: da una parte la ciurma numerosa e minacciosa di Hersa, dall’altra il piccolo manipolo del cenobio di Kalya. Una battaglia che sembrerebbe già segnata, ma come nella leggenda di Davide contro Golia, anche qui l’Araldo riesce a ribaltare le sorti.

I disegni, affidati a Emanuele Scrascia, hanno l’impronta di veri e propri affreschi realistici. Le ambientazioni, in bianco e nero, sembrano dipinti sospesi nel tempo, capaci di evocare emozioni profonde.

I volti dei personaggi, altamente espressivi, raccontano più delle parole: nelle prime tavole l’amore e il dolore si intrecciano, dominando la scena. In alcuni primi piani si percepisce chiaramente la sofferenza di Vell per la perdita del fratello, mentre tra Kalya e il giovane alchimista affiora un sentimento ancora indefinito.

Particolarmente toccante è il primo piano di Leena, che osserva di nascosto Kalya e Vell. Sul suo volto si leggono l’amore e la preoccupazione di una madre: una scena che scalda il cuore. Restando sul personaggio di Leena, indimenticabile anche il tête-à-tête con Aridan, in cui gli sguardi si fanno carichi d’emozione e lasciano trasparire un amore profondo.

Di forte impatto anche il contrasto tra il volto ancora adolescenziale di Kalya e i segni della sua crescente maturità: una trasformazione visibile e toccante, che accompagna il lettore nel suo percorso di crescita.

In conclusione

Gli alti standard qualitativi a cui ci hanno abituato sono ampiamente rispettati, obiettivo che ricordiamo non è mai scontato soprattutto dopo questo numero di albi e così tanti cambiamenti, alcuni dei quali obbligati.

La sceneggiatura del duo Lamberti & Cantone si sposa perfettamente con la mano di Scrascia che riesce ad esprimere perfettamente l’animo della trama.

Sebbene questa raffigurazione di Kalya non sia la mia preferita, ammetto che in sincronia con la storia mi ha mostrato un ulteriore lato dell’Araldo permettendo al lettore di entrare ancora più in sintonia con il personaggio.

Una vera chicca del volume sono gli scontri marittimi: spettacolari e suggestivi, aprono nuove porte al worldbuilding di Theia. Il vascello di Hersa, in particolare, evoca l’iconico Olandese Volante di Davy Jones, ma riletto attraverso un’affascinante lente alchemica. Il risultato è un’aggiunta brillante al tesoro visivo e narrativo che Kalya sta costruendo, albo dopo albo.

Anche se questo episodio non entra nella mia personale Top 5 della serie, rimane un capitolo solido, ben costruito, che arricchisce la trama e alimenta ancora di più la curiosità per ciò che verrà. Kalya continua a sorprendere, incuriosire e – cosa non da poco – a non annoiare mai.

Insomma, non resta che attendere il prossimo albo e salpare ancora una volta per questo incredibile viaggio chiamato KALYA.

Un abbraccio “Senza Cera”

J-Crow

Ps. Se non avete ancora letto l’albo credo sia opportuno che vi fermiate qui, qualora invece l’avesse già letto proseguite senza timori.

Ragionamenti con allerta spoiler

Ricordate quando abbiamo accennato al finale? Ovviamente ci riferivamo al presunto “tradimento” di Zelar nei confronti del Re di Galdor.

Al di là della tavola conclusiva – davvero iconica e potente – vorrei proporvi una riflessione: possiamo davvero parlare di tradimento, oppure si tratta di pura, incrollabile fedeltà a un credo?

Zelar è un personaggio che si presta perfettamente a questo tipo di analisi. Forte, carismatico, disposto a tutto per ciò in cui crede. Anche a sottomettersi, se necessario, alla causa stessa.
Un esempio emblematico di quanto passione e convinzione possano diventare armi a doppio taglio.

Mi viene in mente una frase dal film Il mistero dei Templari:


“Ma cosa c’è poco prima della pazzia? L’ossessione? La passione.”

Ecco, forse è proprio lì che si muove Zelar: sul confine sottile tra la dedizione e l’ossessione.

Quindi vi chiedo: davvero si tratta di tradimento, o è semplicemente una passione divenuta talmente radicale da oscurare ogni altra lealtà?

In fondo, quante volte anche noi, spinti da qualcosa che sentiamo profondamente nostro, abbiamo “tradito” qualcuno o qualcosa? Magari non per malizia, ma solo perché era in contrasto con la nostra causa, con ciò in cui credevamo davvero.

Amici miei, ho voluto scrivere queste righe piene di spoiler non per rovinarvi il gusto della lettura, ma per ricordarvi che quando un fumetto come Kalya è scritto così bene, con basi solide e profonde, va letto non solo con gli occhi, ma anche con la mente e il cuore.

Perché sotto quelle tavole si nasconde molto di più.
E ciò che possiamo scoprire, se siamo disposti a guardare con attenzione, potrebbe perfino tornarci utile nella vita reale.

Il fumetto è Arte e, come ogni vera forma d’arte, ha un potenziale enorme. Basta solo imparare a coglierlo.

5,0 / 5
Grazie per aver votato!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.