La battaglia tra Satoru Gojo e Sukuna in Jujutsu Kaisen si inoltra in un’oscura suspense che tiene tutti col fiato sospeso. Lo stregone più forte, raddoppia la sua forza tramite un rituale eseguito con Utahime e l’assistente Ijichi. Sfoderando numerosi “bagliori viola”, viene da chiedersi fino a che punto Gojo possa effettivamente resistere e perfino vincere contro il Re delle maledizioni.
Lo stregone più potente di oggi o il Re delle Maledizioni nell’era d’oro?
Grazie alla “scala di Giacobbe”, “l’angelo” riesce a liberare Satoru Gojo, rinchiuso nella “soglia della porta dei condannati” da quello che si potrebbe quasi definire una “porta sul retro”; uno stratagemma, che riesce a liberare lo stregone di cui la trama ha più bisogno in questo momento. Nel modo meno tradizionale secondo l’uso dell’oggetto occulto.
Il clamore di quando Gojo viene liberato è reale. Tutti, sono affascinati e inebriati dal fatto che il loro salvatore, trattato e venerato quasi come una divinità, si erge come la più reale opposizione al Re delle maledizioni. Persino Shoko Ieiri, il Dottore Primario dell’Istituto di Arti Occulte è emozionata dal suo ritorno, con memorie del loro passato condiviso con Geto Suguru, lo stregone di cui il corpo è ormai posseduto da Kenjaku.
200% di Potenza Occulta
Dopo un caloroso bentornato e incoraggiamenti, pacche sulle spalle date dai compagni, Gojo si avvia verso il più temuto scontro. Accompagnato da Utahime, Ijichi e Gokurakugaji, avvia un rituale che potenzierà la tecnica del bagliore viola dal dal 120% al 200%. Un ritorno coi fiocchi, non c’è che dire.
Ma lo scontro con Sukuna, che prima del ritorno di Gojo è riuscito a impossessarsi del corpo di Megumi, così da poter utilizzare la tecnica delle dieci ombre e Mahoraga; perciò, come si può già vedere da metà battaglia, viene da chiedersi se Gojo può realmente sconfiggere Sukuna. Ricordando ciò ch disse nei primi volumi: Gojo, parlando con Yuji disse che avrebbe avuto qualche difficoltà se mai avrebbe dovuto affrontare Sukuna, ma che comunque avrebbe vinto; ecco, ora la differenza e difficoltà per Gojo sta nel fatto che non solo c’è un ostacolo emotivo dato che ora Sukuna possiede uno studente che è come un figlio per Gojo, ma anche e soprattutto nelle abilità di Megumi che ora Sukuna può sfruttare. Se prima le chances erano poche, a quanto si sono abbassate per lo stregone più potente di quest’epoca?
Dire Addio
Tutti sono col fiato sospeso, Gojo sembra vincere e perdere da un momento all’altro, e si portano avanti dei temi che durante tutta la storia fino ad ora impattano sullo scontro indirettamente (ma si sarebbe potuto fare di meglio anche in questo caso).
I misteri sulle tecniche maledette, sui clan degli stregoni più potenti, su Gojo, Sukuna, e la tecnica di Inversione di Ieiri che non abbiamo ancora avuto modo di vedere e che forse non vedremo mai purtroppo. Anche il futuro degli stregoni e tutta la filosofia, anzi, le filosofie che c’erano dietro come quella di Geto e Yuki Tsukumo sembrano non avere più importanza. Un difetto questo, che è andato peggiorando fino ad ora a partire soprattutto dal volume 22 in poi; se c’è stato l’apice con ciò che successe nel clan Zenin grazie a Maki, con una sorta di rivoluzione interna che inevitabilmente impatta anche l’esterno per ciò che riguarda il mondo degli stregoni, c’è anche una discesa ripidissima. Una delle poche cose buone rimaste, riguarda il fatto che abbiamo finalmente modo di vedere un Gojo mai visto, in tutta la sua potenza.
La Storia della Stregoneria
C’è stata perché non si è data più importanza alla storia e trama principale, ci si è scordati dei personaggi secondari che potevano decorare e elevare la storia, magari diventando anche personaggi principali come meritavano; ma ora il tempo scarseggia, e c’è da chiedersi se Akutami riuscirà a risolvere tutto in quei pochi capitoli che rimangono per concludere l’amata storia di Jujutsu Kaisen. Che, seppur pieno di difetti, è un manga intenso che si è avvicinato alla perfezione.
I disegni sono diventati a doppio taglio, nei primi volumi Akutami aveva un innovativo e moderno stile, ma appunto dal volume 20 circa in questo caso, quindi leggermente prima della discesa di trama, c’è un cambiamento sicuramente più maturo, ma anche dei difetti che a volte sembrano proprio discostarsi da ciò che era JJK.
Uno stile che si può amare o che può non piacere, magari dato dal fatto che il mangaka ha incaricato gli assistenti o magari no, ma in ogni caso è stato un cambiamento sia di trama che di disegni, che divide ma perlopiù delude. Soprattutto la trama. Per carità, Jujutsu Kaisen, come abbiamo già detto è un manga vicino alla perfezione, ma per come si sta concludendo, e i buchi di trama ancora irrisolti, e i disegni che sono cambiati perlopiù in meglio ma ci sono dei difetti che fanno storcere il naso, c’è da dire che si poteva fare meglio.
Tuttavia, un dettaglio della copertina del volume 26 che si deve apprezzare moltissimo, è il simbolismo. Perché accanto a Gojo, come potete vedere, ci sono i fiori di Loto, simbolo di Rinascita, e questo potrebbe essere un easter egg per il futuro e soprattutto una speranza per i fan quando termineranno la letture, unito al simbolismo che assume la neve, una volta che finirete di leggere.
Le Colpe di Gojo e il Trio che ha plasmato il Presente
Inoltre, tornando indietro sulla trama, arrivati a questo punto che sembra tragico e la tensione è alle stelle, riflettiamo sull’importanza di ciò che avvenne anni prima tra il famoso primo trio dell’Istituto di Arti Occulte. Il trio che ha plasmato il presente.
Il rapporto di questo trio inoltre (Satoru Gojo, Suguru Geto, Shoko Ieiri), è ben mostrato non solo nella prima decina di volumi tankobon del manga, ma soprattutto dall’anime, che rende fluida la storia e mette in risalto le personalità dei personaggi dell’epoca precedente ai fatti che nel presente sconvolgono la realtà degli stregoni; ma indissolubilmente legata. All’epoca, Gojo era uno stregone con uno smisurato potenziale e tanta immaturità, mentre Geto si perdeva e Shoko Ieiri diventava una delle più preziose risorse degli stregoni.
Le colpe di Gojo sono tante, hanno plasmato il presente. Infatti, non si è reso conto della perdizione di Geto, né della presenza essenziale di Shoko che avrebbe potuto fare la differenza se fosse stata notata di più (c’è da dire che anche nella storia avrebbe dovuto avere un ruolo nettamente più dominante), e che soprattutto era la migliore amica dei due stregoni opposti a loro stessi.
La Solitudine di Shoko
Ma che nessuno dei due ha notato, dimostrando l’egoismo dei due stregoni nei confronti del potere, non valutando valori emotivi e anche potenzialità delle arti occulte di fronte a loro, su cui potevano unirsi per far fronte a ciò che li stava aspettando. Una nota importante: Tra le tante tematiche di JJK, che siano solo di intrattenimento o più profonde anche emotivamente, c’è n’è anche una a cui non si fa molto caso o che se si fa, la si interpreta erroneamente.
Ovvero: La Solitudine di Shoko. Infatti, lo si vede chiaramente solo nel volume 25, quasi gemello al 26 (anche per le copertine), grazie a una tavola che vede Shoko più protagonista che mai. Lì, c’è un monologo interno, dove forse ci sono anche errori di traduzione che lasciano intendere interessi amorosi di Shoko nei confronti di uno di loro due, ma che seguendo la trama, non c’è molto collegamento che riconduca a questo. Infatti, concludo citando una frase di Shoko, dato che i paragrafi precedenti spiegano in modo più che onorevole la citazione e i ragionamenti dietro; senza contare che credo di aver chiarito ciò che credo sul monologo di Shoko, dove soprattutto ci dovremmo focalizzare sul suo ruolo e solitudine anche come tematica, mentre l’interesse amoroso secondo me, passa in secondo piano o anzi, credo sia un errore di traduzione come lo credono anche in molti, oltretutto.
“C’ero io, no? “Da solo” cosa? Cretino che non sei altro…”
“I was There too, wasn’t I?”