Nel parlarvi de Il Ragazzaccio chiamerò questo libro proprio per nome, poiché il nome, nella vicenda che esso narra è uno degli elementi fondanti.
Fresco di stampa, pubblicato in Italia nel novembre 2024 da Camelozampa, è scritto dall’autrice Angeliki Darlasi, vincitrice di numerosi premi di Letteratura per l’infanzia nel suo paese, la Grecia, e candidata nel 2024 all’Hans Christian Andersen Award.
Di lei si coglie subito la delicatezza ed un tratto poetico poiché, in poche righe, riesce letteralmente a dipingere immagini e tradurre sentimenti anche forti e complessi senza mai eccedere, risultando così perfetta per il pubblico cui è destinato il testo.
Le illustrazioni che accompagnano Il Ragazzaccio sono di Iris Samartzi che è riuscita a rendere il giusto completamento visivo creando suggestioni basate su una cartella colori scelta in modo ponderato, attento.Il suo linguaggio gioca su alcuni particolari messi in evidenza che parlano, quasi sollevandosi dalla pagina.
Un ragazzaccio…vero!
Il Ragazzaccio si rifà ad una storia vera e quando un bambino o un ragazzo sa di leggere qualcosa di realmente accaduto, lo fa con più trasporto, se poi è un adulto a leggere per lui o lei, questo elemento può creare una connessione iniziale speciale che rende la narrazione indimenticabile.
Il Ragazzaccio ci racconta la storia di un bambino, uno dei tanti in realtà, speciale, come ogni bambino dovrebbe essere. Dove vive nessuno sembra ricordare il vero nome del nostro protagonista, poiché il soprannome che gli è stato attribuito ha preso il sopravvento e lui è così diventato Il Ragazzaccio dopo aver rubato, per fame, una pagnotta al fornaio e, per freddo, dei calzettoni stesi ad asciugare.
Tra tanti bambini poveri e tristi lui è il più povero e triste di tutti, a coprirlo(e riconosciamo in questo il senso metaforico dell’indumento) un vecchio paltò che lo accompagna per tutto lo svolgersi della vicenda.
L’illustratrice ci porta a comprendere che ci troviamo in una periferia povera e disagiata tratteggiando il profilo di una slums suburbana, dove la povertà e la solitudine portano Il Ragazzaccio ad essere accolto e poi reclutato da una banda di ragazzi che condivide la sua stessa condizione sociale.
Proprio mentre si trova sull’orlo del baratro, di fronte a scelte troppo più grandi di lui, un incontro muta il corso della vicenda che parrebbe già definita.
Succede che un uomo derubato del suo portafogli senza opporre resistenza invece di restare lontano, nelle sere seguenti, torna alla ricerca di un ulteriore incontro con Il Ragazzaccio.
La proposta dell’uomo al protagonista segna un cambio di direzione dando la possibilità di alienarsi da una condizione che pare senza via d’uscita.
In questa parte del racconto il tratto poetico si fa più intenso sino ad un pianto liberatore e purificatore descritto come: “Lacrime grandi e rotonde come perle, silenziose come stelle.” passo di mirabile bellezza.
Lascio a voi scoprire chi è l’uomo misterioso e con quale mezzo o “strumento” svolgerà la sua opera.
Qualche buon motivo per leggerlo
Ho trovato la lettura di questo libro estremamente gradevole e formativa, adattissima al piccolo pubblico a cui è rivolta, anche se, io lo consiglierei anche agli adulti perché possano prendere esempio dall’uomo misterioso presente nel racconto.
Il Ragazzaccio ci parla di molte cose:
- delle etichette che ci impone la società
- delle assenze delle figure genitoriali
- delle mancanze che la povertà fa patire
ma anche
- di responsabilità che come adulti abbiamo verso i giovani
- di quanto si possa fare per migliorare il mondo attorno a noi
Vorrei chiudere questa mia recensione, infatti, oltre che ringraziando per avermi dato l’opportunità di leggere quest’opera d’arte, perché tale è, mettendo un accento sulla dedica iniziale:
A tutti coloro che sognano un mondo migliore
e che provano a farlo diventare migliore.
Anche di poco.
Quindi … diamoci da fare, c’è scritto: anche di poco.
Buona lettura,
Maria Giovanna Ciletti