Il Gladiatore II: lettera aperta al regista

Premessa: sappiamo che il buon R. D. non la leggerà mai e forse è un bene… per lui.

Caro Ridley (Scott),

Ti si è voluto bene in quanto regista ed avendo ormai superato gli 80 anni (87, n.d.r.) cercheremo di essere teneri nel giudizio su questa tua ultima opera, però permettici una considerazione. Una curiosità più che altro. Quanto avevi bevuto prima di girare la scena con gli squali in un Colosseo allagato?

È bene che tu sappia che qui, a Roma, la città si allaga alle prime piogge, ma – eccetto le pantegane – sono circa 2500 anni che non vediamo squali razzolare per il centro cittadino. Anche perché i gabbiani che abbiamo oggi probabilmente si mangerebbero pure loro!

Ma non divaghiamo. Avrai già capito che ciò che farebbe bestemmiare in sala il più pio e credente degli spettatori è l’assoluto no sense di alcuni aspetti nella ricostruzione storica del tempo e della trama.

Vogliamo parlare del senatore che legge il giornale ad un bar? Secondo te esisteva la Roma da bere 2000 anni fa, prima della Milano da bere di Tangentopoli? Perché allora non mettere al polso dei protagonisti una meridiana marca Rolex? Oppure mi sarei aspettato che una biga prendesse una buca e spaccasse una ruota… noi romani in sala avremmo esultato pensando al fatto che quella buca è lì da 2000 anni… perché a Roma pure le buche fanno la storia.

Quanto alla sceneggiatura, che senso ha che Lucio Vero sia il figlio (SPOILER) di Massimo Decimo Meridio? Ci vuoi far credere che il povero Massimo, devoto alla moglie ed al figlio, (entrambi trucidati selvaggiamente dai soldati di Commodo) avesse, ben prima delle vicende del film capostipite, cornificato la moglie con Lucilla poco Augusta ma molto Messalina?

Immagino, caro Ridley, la faccia di Pedro Pascal quando ha letto la sceneggiatura.

Si questa faccia qui… quella diventata virale come meme.

Non parliamo poi delle figure di Macrino, degli imperatori Geta e Caracalla, di Giugurta e degli altri personaggi che di attinente alla storia hanno solo il nome. Sappiamo di storici e di archeologi che sono usciti a metà film indignati pensando a quanto tempo abbiano sprecato. Non osiamo immaginare le guide turistiche che dovranno spiegare ai turisti americani che ciò che è stato rappresentato nel film non era quello che avveniva nell’Antica Roma.

Caro Ridley, il tuo film è talmente poco accurato che S.P.Q.R. – 2000 e ½ anni fa (qui) sembra perfino più accurato. Battute trash di De Sica a parte, capiamo tutto, pecunia non olet come appunto dicevano nell’antica Roma, ma era il caso di scivolare su questi aspetti quando poi tutto sommato il film non è nemmeno così male se contestualizzato nel suo genere, ovvero kolossal storico? 

Oltre all’assurdità che un eroe come Massimo possa avere la macchia di aver cornificato la moglie, dovremmo credere che il nuovo protagonista, Lucio Valerio aka Annone (no tifosi romanisti non è l’Annoni di metà anni ’90) sia un leader perché ha quel lignaggio lì e perché lo dice sua madre (“Hai il suo portamento”, cit. amore di mamma!). Lasciamo perdere l’assurdità per cui egli vive la stessa identica parabola del “padre” vent’anni dopo e pertanto, come molti altri sequel, il film replica il primo con qualche personaggio in più e la stessa musica (vabbè quella dopo qualche bestemmia comunque ci fa ancora commuovere).

Caro Ridley, è stato detto che il tuo film sarebbe un’allegoria di quello che succede nella tua America attuale: Roma come New York. La classe politica statunitense corrotta ed inetta come quella di un tempo e dunque serve l’uomo forte con il lignaggio giusto per sistemare la situazione, ma un finale così, con due eserciti in stallo che guardano l’eroe e l’antagonista lottare che senso ha? Non si vedeva nulla del genere dai temi di Achille contro Ettore.

Volevi forse dirci, caro Ridley, che dovremmo parteggiare per il buono che sarà un tiranno illuminato, ma sempre tiranno resta. Macrino, poi, chi sarebbe? Trump? Ci stai dicendo che Black is the new orange? Solo perché ha un botto di soldi e vuole governare? Soprattutto hai un grande come Denzel e al massimo gli fai fare qualche faccetta e qualche sorriso scemo?

Dai Ridley, non vanificare una carriera dove oltre al primo Gladiatore puoi vantare film come Alien, Blade Runner, Thelma & Louise, solo per citarne alcuni. 

Hai due strade caro Ridley. O ti ritiri e verresti comunque applaudito; oppure prendi esempio da un altro “vecchio” cineasta. Fai come Clint Eastwood e chiudi col botto, con un film originale, anche sfidando la majors. Il tuo nome richiamerebbe comunque folle di spettatori. Basta sequel di film iconici, ne abbiamo piene le scatole (per non dire altro perché eccetto le bestemmie in sala siamo quasi sempre educati).

Pensa solo, caro Ridley, che a breve dovremo sorbirci il terzo film su Sister Act dopo più di 30 anni dal primo… pietà per noi poveri spettatori!

Con affetto,

Gabriele e Giuseppe.

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