Il confine: crossmedialità in salsa Twin Peaks

Il confine è un ambizioso progetto crossmediale di Sergio Bonelli Editore, che si propone come prodotto high-end da libreria.

Ideato dagli sceneggiatori Mauro Uzzeo e Giovanni Masi, con la collaborazione visiva di Lorenzo “LRNZ” Ceccotti (copertine), Emiliano Mammucari (character design e supervisione colori), Federico Rossi Edrighi (layout) e la grafica di Fabrizio Verrocchi. Un dream team che, già da prima dell’uscita, lasciava presagire solo cose belle.

La narrazione procede, sostanzialmente, su due linee temporali. La prima è quella presente, che vede un autobus con una scolaresca scomparire improvvisamente. Da qui comincerà la storia investigativa che vedrà coinvolta polizia italiana e francese. La seconda linea temporale racconta la storia della famiglia Gronchi che, come si capirà più avanti, è il centro nevralgico attorno cui ruota tutto.

L’ambientazione, un paesino in una valle imprecisata del confine italo-francese, è quanto di più simile si potesse trovare per avvicinarsi alle atmosfere di Twin Peaks, pur mantenendo delle connotazioni fortemente italiane. La declinazione nostrana del paesino isolato ed isolazionista permette da un lato di richiamare alcune tematiche care a David Lynch che saranno anche elementi cardine nella narrazione della serie cult anni ’80; dall’altro l’ambientazione italiana dà un valore di familiarità aggiuntivo, permettendo al lettore di calarsi maggiormente nel mood narrativo.

Come anticipavamo in apertura, il cast chiamato ad affrontare la sfida di un prodotto fino a quel momento unico nella storia di SBE è stata una scommessa vincente. Uno degli aspetti più apprezzato della lettura dei primi dieci volume de Il confine è stata la scelta di Carlo Ambrosini come tratto per le vicende, ambientate nel passato, della famiglia Gronchi. Questa differenza espressiva tra gli albi accentua ancor di più la differenza temporale tra di essi.

Questo, come tanti altri aspetti, sono calibrati con saggezza e professionalità. Capiterà, qualora vogliate cimentarvi nella lettura di questa serie, di passare più tempo nel leggere la postfazione “Oltre il confine” dove gli autori, come amici al bar, discutono sulle decisioni che hanno portato alla costruzione di quell’episodio.

Dallo studio di copertine di LRNZ (lavoro davvero maestrale, non c’è che dire, non ha sbagliato un colpo), alle varie direzioni di sceneggiatura adottate, passando per il lavoro svolto dai disegnatori per meglio caratterizzare i personaggi. Tutto è approfondito in questa rubrica davvero ben realizzata e curata nei minimi dettagli, soprattutto dal punto di vista grafico.

La caratterizzazione dei personaggi è la chiave di volta della narrazione: tutti i personaggi, principali e non, sono ben delineati ed ognuno di loro mantiene la loro zona d’ombra. Partiamo dai ragazzi: quelli che sembrano degli innocenti figli del villaggio, disgraziatamente scomparsi a seguito di un incidente, si riveleranno tutt’altro che innocenti (vi ricordano una certa Laura Palmer?). Le vecchiette del paese, cosi religiose e devote, saranno davvero cosi pie? I misteri che, già dalle prime pagine si dipanano sono innumerevoli e, durante la lettura, vengono pian piano svelati. Una sorpresa dietro l’altra la verità viene fuori: non sarà piacevole come vorrete.

L’uomo con la testa di fuoco tra i boschi (qualcuno ha detto Fire walk with me?) chi è in realtà? Che segreto nasconde la montagna? La famiglia Gronchi sa cosa nasconde? Il passato e il presente si intrecceranno? I quesiti sono tantissimi e la voglia di scoprirli tanta.

Il confine è una serie che non sai mai dove ti porterà. Più volte, nella lettura fatta tutta d’un fiato, quando mi sono sentito quasi all’epilogo di una mia tesi, tutto viene capovolto. Il senso di straniamento è costante. Non sapere mai a cosa porterà la storia girando la pagina è una sensazione bellissima, che alimenta la fame di lettura.

Di seguito raccogliamo i riassunti pubblicati dallo stesso autore della serie, Mauro Uzzeo, sul suo profilo Instagram (@maurouzzeo).

1. La neve rossa

Il primo volume de “Il Confine” si apre su un gruppo di migranti che sta valicando il confine tra l’Italia e la Francia, nella zona della Bardonecchia. A guidarli c’è Ivan, un ragazzo della piccola criminalità locale che per conto di “Mama” si occupa di farli arrivare clandestinamente in Francia, direttamente nelle mani di altri trafficanti di essere umani. La loro traversata si interrompe quando tra i boschi innevati appare un adolescente che sembra avere la testa avvolta tra le fiamme.
La stessa figura turba i sogni di Laura Denti, ex-agente dell’Interpol specializzata nel ritrovare persone scomparse, che si sveglia di colpo convinta che il ragazzo con la testa in fiamme sia lì, davanti a lei, nella piccola stanzetta della pensione in cui vive ormai da un mese. I brutti sogni, soprattutto relativi a David, il suo bambino perduto, la tormentano da quando ha raggiunto il paesino vicino al confine.
E’ stata convocata lì da Augusto Valenti, commissario della polizia locale (ed ex-collega del padre di Laura) che è impegnato a dirigere l’indagine che ormai da settimane accentra l’attenzione dei media italiani e internazionali: la misteriosa scomparsa di una scolaresca partita per una gita oltre confine e mai arrivata a destinazione.

Fin dal primo momento le ricerche della Polizia e della Protezione civile si sono concentrate nell’area di una valanga causata da un terremoto avvenuto esattamente nel giorno della partenza della Quarta B del Liceo Manzoni, ma né degli undici alunni, né della professoressa che li accompagnava, né dell’autista che guidava il pulmino si trovano tracce. Come un intero pulmino possa essere scomparso nel nulla è l’interrogativo che tiene banco negli articoli di Maurizio Anniballi, uno dei tanti giornalisti presenti in zona, che si chiede come mai le forze dell’ordine italiane e quelle francesi che collaborano alle operazione, non siano riusciti a cavare un ragno dal buco nonostante sia ormai passato un mese.
Laura riesce a portare avanti la sua indagine a fatica, a causa dell’ostilità della popolazione locale, restia a sbottonarsi sulle dinamiche della comunità, sulle piccole grandi faide che accomunano i cittadini ormai da anni, ma in generale su tutto quello che avviene nel paesino che si trova all’ombra della grande montagna degli squarci, così chiamata a causa delle quattro grandi fenditure che ne caratterizzano il profilo. Resta focalizzata sulla sua missione soltanto grazie alle pasticche che prende ogni giorno (anche abusandone) e alla vicinanza di Glauco, il gestore della pensione che la ospita.

Lui e suo figlio Marco sono una piccola oasi di purezza in un contesto che non sembra avere luci. E proprio la tragedia che capita improvvisamente al piccolo Marco attiverà una catena di eventi che porterà Laura a ritrovare il pulmino, perduto in mezzo a boschi nei quali non potrebbe assolutamente essere, ridotto in condizioni di deterioramento impossibili data la recente sparizione, ricoperto di macchie di sangue e di uno strano simbolo che nessuno sembra avere mai visto prima.
Proprio mentre Laura indaga sul veicolo intravede un uomo nella neve, completamente nudo e chiaramente in stato confusionale. Appena si accorge di essere osservato, l’uomo fugge via. Laura la insegue e le si affianca ad aiutarla un francese, presente anche lui nell’area delle indagini in quei momenti.
In due, Laura e Antonie, riescono a fermare l’uomo che in un delirio totalmente privo di senno gli ripete disperatamente la stessa frase: “I ragazzi senza faccia ridevano. Morivano in dodici, ridevano in tredici. Il Confine… non c’è più il confine!

2. Sotto l’arco spezzato

E’ il commissario Valenti a presentare Antoine Jacob a Laura, dicendole che ha davanti ai suoi occhi la più esperta guida alpina esistente, scelta proprio per questo dalla polizia d’oltralpe per aiutarli a rintracciare i ragazzi scomparsi. Il francese si mostra gentile e attento così come lo era stato solo solo poche ore prima quando aveva aiutata Laura a catturare l’uomo che in un delirio di follia correva nudo nei boschi innevati.

Veniamo a scoprire che si tratta di Valerio Curzi, l’autista del pulmino scomparso, ma per quale motivo i suoi capelli e la sua barba siano esageratamente cresciuti dal giorno della partenza (avvenuta solo un mese prima) e come mai appaia privo di senno, non è dato saperlo. Il suo ritorno scuote la comunità e la notizia sturba sia gli abitanti del piccolo paesino al confine tra l’Italia e la Francia, sia gli stessi i genitori dei ragazzi spariti – tra cui c’è anche il sindaco del paese – inferociti con le forze dell’ordine locali. A loro dire, si sta facendo poco per indagare e nessuno mostra grande simpatia per Laura Denti. Ostile verso la polizia è anche Maurizio Anniballi, rampante giornalista che con i suoi approfondimenti non manca di ridicolizzarli. Molto interessato del ritorno dell’autista in quelle condizioni è Aurelio Gronchi, il vecchio proprietario della grande cava della montagna degli squarci, che dà lavoro a buona parte del paese. Il signor Gronchi, ridotto su una sedia a rotelle chiede al suo maggiordomo di essere aggiornato su ogni evoluzione della faccenda e subito dopo sente un forte dolore provenire da sotto la benda che porta sopra l’occhio sinistro. Infine, c’è qualcuno che del ritorno dell’autista ha proprio paura ed è la piccola Aurora, l’unica della Quarta B a non essere partita per la gita. Ma cosa la turba così tanto?
Lasciata la sua casa in mezzo ai boschi francesi, Antoine inizia ad indagare con a Laura in territorio italiano e insieme scoprono due cose molto importanti: ogni diario dei ragazzi trovato sul pulmino presenta delle scritte disturbanti a partire da una data specifica: il 4 dicembre. In più, provando a interrogare Valerio Curzi ricoverato in ospedale sotto le cure della dottoressa Federica Gnoli, l’uomo ha inciso dei segni sui muri che ricordano un grande arco spezzato, un luogo che Antoine conosce molto bene. E’ proprio provando a raggiungere l’arco spezzato di un antico romitorio presente nella montagna degli squarci, che Antoine e un poliziotto in missione con lui, vengono aggrediti da una misteriosa figura con la testa in fiamme, mentre il tempo attorno a loro impazzisce.

3. Gli eroi non piangono

Inizi ’900. Un manipolo di soldati della prima guerra mondiale in viaggio verso casa raggiunge il piccolo paesino al confine tra l’Italia e la Francia. In cambio di pane e formaggio raccontano storie di guerra ai bambini e agli anziani del luogo e uno di loro, Agostino, suscita le attenzioni della bella Maria.
Tra i due scocca una scintilla e la giovane donna gli confessa che vorrebbe fuggire via con lui e lasciare per sempre quel posto di malelingue e persone dalla mente ristretta. Agostino la porterebbe con sé ma non ha soldi e non vuole condannarla alla stessa vita di elemosina che sta conducendo ormai da settimane. Maria gli rivela però che c’è un luogo vicino ai boschi dove potrebbero prendere tutte le ricchezze di cui hanno bisogno ed è la casa di Vanni, Angela e il piccolo Aurelio, ossia quelli che tutti in paese chiamano: “i marchiati”.
Agostino ha già avuto a che fare col tenero Aurelio, un bambino con una benda sul viso, costretto a muoversi con le stampelle, che è sempre in prima linea ad ascoltare i suoi racconti, e con suo padre Vanni che lo accompagna ovunque per impedire che si faccia male. Per questo motivo vorrebbe tirarsi indietro ma Maria lo conduce nottetempo davanti casa dei “marchiati” e insieme assistono alle torture che si autoinfligge la vecchia Angela, flagellandosi i seni mentre recita il rosario e sporcando col suo sangue i crocefissi che ricoprono la parete. Crocefissi che appaiono inequivocabilmente decapitati.
“I marchiati sono pazzi, vivono in condizioni precarie e non fanno uso della loro ricchezza, per questo non la meritano.”, si dicono.
Convinti di avere vittoria facile, i soldati si trovano faccia a faccia con l’orrore vero e il loro assalto finirà nel fuoco e nelle fiamme.
In seguito a questi eventi, Vanni deciderà di essere ancora più protettivo verso la sorella Angela e il figlio Aurelio e a riaprire i lavori alla grande cava di cui è proprietario e che negli anni della della guerra aveva chiuso.
Oggi: Aurelio è vecchio ulla sedia rotelle, il suo occhio sempre bendato. Guardando vecchie foto di famiglia avverte il figlio Libero che mai e poi mai venderà la cava. Perché il suo ruolo è quello di proteggere la gente da quello che c’è dentro la montagna.
Intanto, le indagini sulla sparizione della scolaresca proseguono senza sosta e mentre Laura porta i referti dell’autopsia a Glauco per quanto successo al suo povero figlio, e prova a interrogare la giovane Aurora, unica ragazza a non essere partita per la gita, suscitando le ire di sua madre, Antoine in montagna, si riprende dalle allucinazioni temporali e dalle visioni avute sotto l’arco spezzato. Entrando nell’antico romitorio li vicino fa una scoperta sconvolgente che lo porta a lasciare in fretta e furia il luogo insieme all’agente che lo accompagnava.
Arrivati in strada, ancora in stato confusionale, i due non vedono avvicinarsi l’automobile di Ivan che, pur frenando di colpo, non riesce a evitare di investire l’agente. Antoine, con le mani ancora sporche di sangue gli dice di chiamare la polizia, perché ha ritrovato i ragazzi perduti!

4. Dodici scheletri

Giunti sul posto in fretta e furia, il commissario Augusto Valenti, Laura Denti e la dottoressa Federica Gnoli gestiscono i soccorsi per Antoine e l’agente di polizia investito da Ivan Conti.
Il ragazzo (dedito ad attività di piccola criminalità locale) che ha chiamato la polizia denunciando il fatto, è preoccupato per una grossa partita di cocaina che tiene nascosta nella sua macchina e la notizia che la vettura gli verrà confiscata per controlli lo lascia nel panico. Antoine, intanto, rifiuta il ricovero e nonostante sia in evidente stato confusionale, chiede a Laura, il commissario e la dottoressa di seguirlo perché – dice – “ha ritrovato i ragazzi”.
Il gruppo si avventura così in alta montagna dove, all’interno del romitorio, fa una scoperta sconcertante: dodici scheletri disposti in semi cerchio e immersi in una grande pozza di sangue.
La vista degli scheletri sciocca Antoine al punto di fargli perdere conoscenza. Si sveglierà ore dopo rendendosi conto di avere problemi di percezione spazio/temporale.
Le voci su quanto sta accadendo in montagna attirano l’attenzione del vecchio Aurelio e, soprattutto, della vecchia Elvira. La signora, dedita alle pulizie dello spiazzo antistante la vecchia chiesa del paesino al confine tra l’Italia e la Francia, è preoccupata e ne parla con le sue amiche. Si riuniscono all’interno della chiesina che mostra una curiosa caratteristica: tutte le figure dei santi maschili rappresentati all’interno hanno il volto distrutto, e la statua di Cristo è stata estirpata dal crocifisso lasciandone solamente mani e piedi come orribili resti.
A poco a poco la situazione di Antoine migliora e l’uomo prende coscienza della presenza di Laura che lo veglia da ore.
I due si confrontano e Antoine le rivela la scoperta più agghiacciante fatta in montagna: i sentieri, che lui conosce a memoria, stanno cambiando.
Laura, razionale e poco incline ai voli pindarici, resta perplessa a quelle parole, ma non riesce a nascondere una certa attrazione per Antoine. L’uomo, accorgendosene, la respinge con garbo, non essendo interessato.
Di ritorno da casa sua, tra i tornanti montani, Laura sperimenta anche lei lo sfaldamento temporale unito a una visione che la lascia sotto shock: davanti ai suoi occhi, una seconda Laura rischia di essere investita da un TIR guidato dal piccolo David, il suo bambino perduto.
Mentre Ivan cerca di parlare con Augusto per farsi ridare l’auto (rivelando che tra i due non scorre buon sangue da molto tempo) sua mamma Claudia viene segretamente avvisata dalla dottoressa Gnoli del ritrovamento dei dodici scheletri, tra cui potrebbe esserci anche quello di sua figlia Benedetta. La donna, evidentemente sotto l’uso di sostanze stupefacenti, la caccia di casa e poi sputa addosso a una fotografia della figlia, disgustata dalla sua stessa immagine.
Intanto, Glauco, ancora traumatizzato dalla morte del figlio, nel trasportare della legna dalla rimessa alla piccola pensione che gestisce, rimane sconcertato da quello che trova. Seppellita tra la neve c’è la professoressa Daniela Santillo, sparita coi ragazzi oltre un mese prima… ed è ancora viva!
Di nascosto da tutti, Antoine va in ospedale e si introduce nella stanza in cui, catatonico, riposa Valerio Curzi, l’autista ritrovato pazzo nei boschi. Sperando che possa riuscire a capire le sue parole e a dargli qualche spiegazione in merito, Antoine gli racconta della sua esperienza col tempo “rotto” tra i monti.
Dopo qualche attimo di silenzio l’autista gli risponde con una voce che non sembra la sua e inizia a ripetergli ossessivamente le stesse parole: “Lei ti muore tra le braccia. Tu non farai niente. Laura… povera Laura…”

5. Quella notte di dicembre

“Quella notte di dicembre” si muove su due registri narrativi legati a due momenti ben distinti del tempo.
Oggi, dopo aver presenziato al tragico funerale del piccolo Marco, l’agente Laura Denti – con l’aiuto di Antoine Jacob, il massimo esperto di Alpi francesi – prosegue le indagini sulla scomparsa della classe quarta B del Liceo Manzoni, partita per la gita oltre confine e mai più tornata.
Una notte, Laura riceve sul suo telefonino (da un numero sconosciuto) l’ultima foto scattata dai ragazzi prima della partenza in cui, oltre a tutti gli allievi e la professoressa Daniela Santino, si nasconde un dodicesimo ragazzino che nessuno ha mai visto prima.
Nello stesso momento, il sindaco Francesco e Libero, figlio di Aurelio Gronchi il vecchio proprietario della cava, brindano al proposito di allontanare il prima possibile Laura Denti dalla valle perché la ritengono troppo pericolosa per i loro affari.
L’altra linea temporale invece è tutta dedicata a presentarci finalmente la scolaresca scomparsa e si svolge tutta a cavallo tra il 3 e quel fatidico 4 dicembre a partire dal quale, i diari dei ragazzi, risultano pieni di incomprensibili deliri.
Scopriamo così che la giovane Aurora (l’unica che non sarebbe poi partita per la gita e quindi l’unica attualmente ancora presente in paese) era la fidanzatina di Pierre, il belloccio più desiderato della scuola. Desiderato da Irene, minutino e occhialuta “secchiona” della classe ben conscia di non avere alcuna chance, ma amato anche dalla supplente, la professoressa Daniela Santino che col minorenne Pierre intesse una segretissima e morbosa relazione sessuale.
E se da un lato Pierre promette amore eterno a Aurora e tenta di smarcarsi dalla professoressa Santino, di punto in bianco inizia a mostrare attenzioni per Irene, invitandola a una grande festa che si terrà nottetempo, clandestinamente, “alla radura”. L’organizzazione della festa è competenza proprio di Pierre e Luca, il figlio del sindaco, sentimentalmente legato a Benedetta Conti (la sorella di Ivan, lo spacciatore legato al traffico dei clandestini oltre confine), una festa per tutta la scuola ma in cui sembra che proprio Irene debba avere un ruolo particolare.
La ragazza sarà infatti condotta per la prima volta in un luogo che Pierre, Luca, Benedetta e Aurora conoscono molto bene: la roccia sballata. Una fessura nel cuore della montagna all’interno della quale il tempo modifica le fattezze delle persone che la attraversano.
E così, anche grazie all’elevato tasso alcolico, i ragazzi iniziano a “sballarsi” temporalmente con la roccia ridendo per le modifiche cui va incontro il proprio corpo e facendosi numerosi selfie per tenere traccia delle trasformazioni. E proprio in quel momento, in una sequenza in cui il tempo impazzisce e numerosi personaggi (tra cui il piccolo Aurelio e lo stesso Antoine) compaiono in scena come spettatori inconsapevoli, Irene viene uccisa a colpi di bottiglie infrante.
Nonostante il suo corpo venga meticolosamente nascosto sotto la neve, Irene il giorno dopo si presenterà in classe. In uno stato catatonico, ma pur sempre viva.
Questo e mille altri sono i misteri che costellano un numero fitto di sottotrame. Chi ha inviato la foto a Laura? Chi sono quelle persone nella macchina scura che caricano Pierre e vogliono che lui porti a termine il rituale della festa? Qual è il legame tra Pierre e il ragazzo con la fiamma in testa? Perché Aurora deciderà di non partire per la gita? E per quale motivo da quella notte in poi i ragazzi non sembrano più in grado di scrivere?

6. L’inverno che non se ne va

Sono le prime ore del mattino della partenza per la gita.
Il giorno della valanga.
Poco prima dell’alba, Aurora avvisa i suoi compagni che non ce la fa ad andare, fingendo una febbre molto alta. Loro, invece di mostrarsi comprensivi, si arrabbiano, la accusano di tirarsi indietro da qualcosa, di volerne uscire bene, e le dicono che non andare non la rendere più innocente perché è colpevole quanto loro. Lei crolla in lacrime e lancia il suo telefono per non rispondere più.
Intanto, sotto casa sua, passa un gruppo di anziani, tra cui ci sono anche Elvira e le sue due amiche, che stanno salendo in montagna per l’annuale rito di dar fuoco al grande Omo di Legno per dare l’addio all’inverno appena trascorso e il benvenuto alla primavera. Ma appena l’omo prende fuoco, il crollo della valanga lo investe in pieno rischiando di uccidere gli stessi anziani presenti in zona. Elvira, guardando spegnersi le fiamme dell’amo si rende conto che quest’anno, l’inverno, non se ne andrà. Aurora, sentendo il frastuono della valanga piange nel suo letto, spaventata per quanto sta accadendo.
Ci spostiamo al presente: Elvira è convocata dal vecchio Aurelio per confrontarsi riguardo quanto sta accadendo. Secondo l’uomo, quella dei ragazzi non sarebbe una semplice marachella ma qualcosa di molto più grave per la sorte di tutti loro. Aurelio li definisce “pazzi”, accusandoli di aver turbato la quiete della montagna e aver risvegliato forze che andavano lasciate in pace. Elvira minimizza la sua posizione dicendogli che non tutto quello che ruota lì attorno ha a che fare coi marchi che porta sulla sua pelle.
Laura e Antoine intanto si confrontano sull’indagine, e mentre la donna è concentrata sulla foto che ha ricevuto e su chi sia quel fantomatico ragazzino in più, l’uomo sta scolpendo nel legno una mappa che rappresenta i più evidenti cambiamenti dei sentieri montani che lui conosce bene. Ma il mistero della sparizione della classe Quarta B tocca molte persone in paese e sembra scoperchiare il vaso di pandora di una situazione in bilico. Claudia, la mamma di Benedetta e Ivan, che vive una torbida relazione con Libero, il figlio di Aurelio, sta precipitando sempre più in una spirale di alcolismo e tossicodipendenza.
Il giornalista Maurizio Anniballi, invece, proprio da Ivan riesce ad avere un’informazione che cercava ma che allo stesso tempo lo spaventava molto: pare sia vero che la sua compagna, la professoressa Daniela Santino, prima di sparire nei boschi avesse una relazione col suo alunno minorenne Pierre Moreau. Il suo amore per lei però è enorme e quando la va a trovare in ospedale, non riesce a trattenere le lacrime nel vederla ridotta in coma. Aurora, dal suo canto, vive molto male la dimensione scolastica. Gli allievi dell’istituto Manzoni la bullizzano e la accusano di sapere molto più di quel che dice riguardo la sparizione dei suoi compagni di classe.
Facciamo anche la conoscenza di Pietro, un musicista che vive in una baita tra i monti e che Antoine, nel suo girovagare, ha conosciuto qualche anno prima. Proprio da lui, il francese si reca per chiedere informazioni ma l’unica che ottiene è che spesso Pietro sentiva i ragazzi fare festa e serata in una radura lì vicino, riconoscibile per una grande pietra posta nel centro.
Quello che Antoine non sa di Pietro è che il musicista nasconde un segreto: la sua baita è costruita a ridosso della montagna perché da un punto specifico nella roccia, l’uomo senti’ una voce, una musica celestiale, che da quel momento prova – senza successo – a ricreare.
Quando raggiunge la centrale di polizia, Antoine trova Laura disperata: il commissario Valenti ha appena portato i risultati delle analisi fatte sugli scheletri: appartengono senza ombra di dubbio ai ragazzi scomparsi.

7. Chi non ha paura?

Una domanda che in effetti si pongono un po’ tutti i lettori della serie… perché ogni personaggio presentato finora viene messo al cospetto di qualcosa che lo terrorizza, a partire dai risultati delle analisi effettuate sui dodici scheletri ritrovati nella grotta del romitorio che confermano quanto purtroppo tutti temevano: appartengono realmente ai ragazzi scomparsi.
Il commissario Augusto Valenti indice quindi una conferenza stampa in cui divulgare la terribile notizia, ma Laura Denti non ci sta. Non accetta quella verità perché i dati riportati dalle analisi mostrano comunque delle anomalie: uno di quegli scheletri, ad esempio, risulta essere quello di Valerio Curzi, l’autista che guidava il pulmino il giorno della gita, ma il signor Curzi non solo è vivo, ma è anche ricoverato in stretto stato di osservazione dalla dottoressa Federica Gnoli. A pochi minuti dall’incontro pubblico, tra Laura e Augusto scoppia un feroce litigio che prosegue anche davanti ai giornalisti e ai genitori dei ragazzi. La donna, su di giri perché accusa l’uomo di voler chiudere le indagini in fretta e furia, accusa ai microfoni anche i genitori dei ragazzi di non essere troppo utili nella ricerca dei loro figli.
Il risultato di questo comportamento è immediato: licenziamento in tronco. Da questo momento in poi, Laura non farà più parte delle indagini.
Ivan, intanto, pagando sottobanco il responsabile dei depositi giudiziari, riesce a farsi restituire l’auto e a garantirsi una relazione che non tenga conto della presenza della cocaina al suo interno. La sua felicità però non dura che un istante, perché sua madre Claudia, proprio alla conferenza stampa, sta dando bella mostra di sé, gridando contro le forze dell’ordine. L’alcolismo e la tossicodipendenza di Claudia sono sempre più evidenti ai suoi concittadini.
Ma c’è qualcosa di strano nell’aria.
Lo sente Valerio Curzi, nervoso nel suo letto.
Lo sente il vecchio Aurelio Gronchi, che spaventa i domestici che lavorano per lui, iniziando a gridare di chiudere tutte le tende. L’uomo dall’occhio bendato grida angosciato per colpa di qualcuno che “sta tornando”, e intanto trascina il suo corpo nudo e deforme per i corridoi bui della grande villa.
Che stia per succedere qualcosa lo sentono anche Elvira e le sue due anziane amiche che, all’interno della chiesa sconsacrata che continuano a tenere in ordine, iniziano a spogliarsi e a recitare antiche invocazioni a Proserpina.
E quel che sta accadendo, effettivamente appare chiaro agli occhi di tutti quando sono gli stessi squarci della montagna a illuminare la notte come se dal loro interno emergessero strane aurore boreali. Quello che ne esce davvero sono delle ombre di corpi che spaventano a tal punto l’ormai pazzo Valerio Curzi, da portarlo a mordersi la lingua fino a recidersela di netto.

8. Ritorno

TUTTO ESPLODE nel mondo de Il Confine e le strane luci generate dagli squarci nella montagna danno vita all’evento che scuoterà l’intera comunità che vive nel paesino al confine tra l’Italia e la Francia: il ritorno dei ragazzi scomparsi!
O meglio, il ritorno di SEI degli undici ragazzi scomparsi, perché solo alcuni di loro riescono a scendere dai boschi innevati e a raggiungere il centro abitato per riabbracciare i propri cari.
Ma qualcosa in loro non va. Sono catatonici e se provano a parlare, la loro voce si esprime in suoni stirati che sembrano provenire dagli abissi del tempo.
E’ Aurelio Gronchi, l’anziano bendato e in sedia a rotelle a capo della grande cava che domina la valle, ad assicurare loro la prima assistenza sanitaria, contribuendo economicamente alla costruzione di un’area adibita alle loro cure.
Laura Denti può fare così il suo trionfale ritorno in centrale, gridando in faccia al commissario Augusto Valenti quanto abbia fatto male a non ascoltarla quando era l’unica a dire che probabilmente i ragazzi erano ancora vivi. Reintegrata in servizio, Laura Denti ha subito un’amara sorpresa: Valerio Curzi, l’autista che guidava il pulmino scomparso e che prima di ogni altro aveva fatto il suo ritorno, è stato trovato morto suicida, dopo essersi tranciato di netto la lingua a morsi.
Ivan, intanto, dopo essere stato pagato dall’inquietante Mama deve portare illegalmente oltre confine un altro carico di clandestini, ma qualcosa va storto: un gruppo di francesi armati inizia ad aprire il fuoco contro di loro.
Dopo un alterco con Aurelio Gronchi, Laura torna in albergo stanca e bisognosa di una pausa da tutto. La trova tra le braccia di Glauco e i due fanno l’amore come non accadeva da tempo. Al mattino, dopo che la donna va via, Glauco, che fingeva di dormire, avvisa qualcuno che Laura ha appena lasciato l’albergo. Mentre Sveva raggiunge la madre Elvira per parlare del mistero della neve che non smette di cadere, Pietro, il musicista ossessionato dalla “voce” della montagna, tiene legata in cantina un’ospite molto particolare: Benedetta. Una delle ragazze scomparse è lì, sua prigioniera, ma lo resterà ancora per poco perché deve consegnarla a qualcuno di molto importante.
Antoine e Laura, nel frattempo, hanno raggiunto la radura tra i monti in cerca di indizi e, proprio lì, vedono anche loro Benedetta che, appena si accorge della loro presenza, fugge via. Ma come può essere la stessa ragazza che si trova legata contro la sua volontà a casa di Pietro?
L’uomo, ossessionato dai segreti della zona, chiede alla ragazza di parlare e di rivelargli cosa sa del mistero relativo alla montagna, ma quando Benedetta lo morde nel tentativo di liberarsi, lui le spacca un bicchiere di vetro in testa lasciandola priva di sensi e col volto completamente coperto di sangue.
Terrorizzato che la ragazza possa essere morta, Pietro prova a rianimarla, ma proprio in quel momento bussa alla porta l’uomo che doveva prenderla in custodia sana e salva: Aurelio Gronchi.

9. Il marchio della carne

Volume totalmente dedicato alla famiglia dei Marchiati, che fa luce sulle origini del misterioso Aurelio Gronchi, l’anziano proprietario della cava che siede sulla sedia a rotelle a causa della deformità delle sue gambe e che indossa una benda sull’occhio destro per nascondere l’orrore che accompagna da sempre la sua vita.
La storia, si svolge qualche mese prima degli avvenimenti narrati nel vol. 3, la cava non è ancora chiusa ma il malcontento tra gli operai serpeggia a causa delle restrizioni dovute allo scoppio della prima guerra mondiale. Mentre Vanni tenta di gestire i suoi dipendenti, il piccolo Aurelio – non ancora bisognoso delle stampelle per deambulare – gioca in casa a infastidire sua zia Angela che fa il bucato. La donna lo manda a giocare fuori e Aurelio lo fa, seguendo un richiamo che lo attira lì non dovrebbe andare: nel bosco sotto le montagne.
Il bambino gioca a saltare nel torrente tra un sasso e l’altro quando vede la figura del ragazzo con la fiamma sulla testa. In quell’esatto istante, la vecchia Angela inizia a perdere sangue come se avesse di nuovo le mestruazioni. La donna, provata dai dolori, brucia i suoi indumenti sporchi e inizia a pregare la madonna affinché non si ripeta quanto già accaduto.
Di ritorno dalla cava, Vanni trova la sorella ancora china in preghiera. Le chiede dove sia il nipote e lei ammette di non saperlo. L’uomo, spaventato, lo cerca nel bosco e – dopo ore – lo trova nel centro di una radura in cui l’erba è piegata in uno strano simbolo. Aurelio però è tranquillo e rivela a Vanni che “un suo amico” gli aveva detto che il papà sarebbe presto arrivato.
Agitato da quella rivelazione, Vanni riporta il bambino a casa e, dopo averlo fatto addormentare, si arrabbia con sua sorella perché ha permesso che tutto ciò accadesse. Sicura che le cose stiano per prendere una piega spaventosa come avvenne anni prima, Angela prega Vanni di andar via, di lasciare quella casa e abbandonare la montagna.

Vanni non la ascolta e intanto, nella cameretta, la figura con la fiamma in testa tormenta il sonno del piccolo Aurelio.Il giorno dopo, mentre Vanni tenta di gestire l’ammutinamento degli operai stanchi di non essere pagati, Angela raggiunge la cava, gridando che il nipote le ha confessato tutto del ragazzo con la fiamma in testa. Angosciato dal fatto che queste storie possano terrorizzare i suoi operai, Vanni mette a tacere la sorella ma, rientrato in casa, è lui stesso a vedere quella figura misteriosa alle spalle di suo figlio. Vanni capisce in quel momento che non c’è più niente da fare: suo figlio è condannato.

E’ costretto così a prendere una decisione terribile e prendendolo per mano porta Aurelio nel bosco. Lì mentre il bambino parla, Vanni afferra un bastone, sapendo che se non interrompe subito quanto sta accadendo, la sventura tornerà ad abbattersi sull’intero paese. Ma le dolci parole del figlio che sembra sapere che il padre avrebbe provato ad ammazzarlo, lo fanno desistere. Vanni lascia cadere il bastone incapace di porre fine alla vita del figlio. I due tornano a casa e Vanni acconsente a lasciare la montagna come dice la sorella.
Il giorno dopo, però, mentre gli operai della cava, aggrediscono Vanni in un impeto d’ira, l’orrore si abbatte sul paese quando una figura misteriosa i cui lineamenti cambiano costantemente passando da giovane a vecchio inizia a rivelare a tutti gli abitanti il giorno delle loro morti.
Angela e una sua amica che era corsa ad avvisarla, si dirigono subito in paese per aiutare Vanni e, come attivato da una forza misteriosa, il piccolo Aurelio afferra il fucile del padre e le segue.
Quando Aurelio arriva, la figura si rivela proprio il suo “amico”, il ragazzo con la fiamma in testa. Appena gli si avvicina, Vanni si mette in mezzo tra di loro. Grosso errore: la figura va per sfiorarlo e la sua mano penetra nella pelle dell’uomo lacerandola, deformandola e lasciandogli orribili escrescenze tumorali lungo la schiena. Aurelio urla e aggredisce la figura che prima lo tocca sul viso facendogli letteralmente crescere decine di occhi sul lato destro del volto e poi, prendendolo per le gambe, lo rende storpio deformandogliele per sempre. Con le ultime forze che ha in corpo, Vanni afferra il fucile che gli ha portato Aurelio e spara in testa all’orrenda figura che svanisce nell’aria, come non fosse mai stata lì.
L’ultima storia che Carlo Ambrosini realizza per Il Confine prima della sua tragica e dolorosa scomparsa, è un atto d’amore verso il fumetto. Un segno tangibile e potentissimo della sua arte, del suo stile, della sua cultura e della sua eleganza. Un artista immenso che non sarà mai dimenticato.

10. Il cuore della montagna

Nella sua fuga tra i boschi per evitare i cacciatori di clandestini che provano a ucciderlo, Ivan riconosce la figura di Benedetta, la sorella scomparsa. Provando a inseguirla si imbatte invece in Eva, una dei migranti sulla cui pelle stava lucrando. 
La donna, spaventata da lui, inizia a urlare. Nel tentativo di metterla a tacere per non farsi sentire dai bracconieri di uomini, Ivan le si avventa contro e i due rotolano lungo una scarpata. Fortunatamente illesi, raggiungono una grotta in cui rifugiarsi mentre fuori, nella neve, la figura del ragazzo con la fiamma in testa, li osserva incessantemente. 
Laura e Antoine intanto, decidono di indagare nella cava sicuri che lì ci sia qualcosa di non chiaro. Dopo un scontro con Alain, il padre di Pierre (accusato quasi di manomettere le tracce che potrebbero portare a ritrovare i restanti ragazzi perduti) che da verbale si trasforma in scontro fisico, Antoine riesce a impossessarsi del suo badge e dà appuntamento a Laura per una visita notturna nei meandri della cava. 
E intanto, nel piccolo albergo “Agli Squarci” qualcuno mette una lettera sotto la porta della camera di Laura. 
Mentre i genitori di Aurora sono a colloquio con i professori per chiarire alcuni strani comportamenti della figlia da quando parte dei suoi compagni di classe sono riapparsi, Sveva, su richiesta della madre Elvira, si reca in un luogo specifico della valanga e estrae da sotto la neve la testa dell’Omo di Legno. Il fantoccio avrebbe dovuto bruciare più di un mese prima per salutare l’inverno e dare il benvenuto alla primavera, ma è ancora lì, intatto.
Il vecchio Aurelio Gronchi, invece, il proprietario della cava, convoca Alain e Francesco, il sindaco del paese nonché padre di Luca, un altro dei ragazzi non ancora tornati e offre loro una ingente somma di denaro per estorcergli la promessa che appena torneranno i ragazzi parleranno soltanto con lui. 
Salutati i due genitori, Aurelio si dirige verso una stanza della sua villa. All’interno c’è Benedetta, medicata dalla ferita e prigioniera. Tornata in albergo, Laura deve attendere l’arrivo della notte per l’appuntamento con Antoine e, visto che si sente particolarmente di buon umore, decide di lasciar stare le pillole per una sera e sostituirle con l’alcool. Dopo qualche sorsata di whisky, si rende conto della lettera sotto la porta. La apre e resta shockata nello scoprire che qualcuno le ha mandato le immagini di una tomba molto antica su cui c’è proprio il volto del ragazzo “in più” che era presente nella foto che i ragazzi hanno scattato in gita. Com’è possibile che sia morto? Uscita di corsa dall’albergo, prova a chiamare Antoine ma facendolo sbatte contro Elvira e fa cadere a terra il suo telefono, rompendolo. L’anziana signora l’aiuta a rialzarsi e, facendolo, nota le foto del cimitero e, in particolare, della tomba.
Laura raggiunge il cimitero e inizia a cercare la tomba ma appena si avvicina alla parte vecchia del luogo, uno sparo illumina la notte mandando in frantumi una lapide di pietra. Un secondo colpo di fucile le colpisce una spalla, ferendola. La donna trova riparo dietro una struttura sepolcrale ma l’alcool che ha in corpo non l’aiuta a mantenere lucidità. Prova a mirare e colpire lo sconosciuto nemico ma facendolo si scopre e viene raggiunta da un colpo che le causa una bruttissima ferita al ventre. Proprio mentre la figura in ombra sta per infliggerle il colpo di grazia, Antoine spara, non colpendolo ma mettendolo in fuga.
Il francese, raggiunta Laura la trattiene prima che lei cada e tra le sue braccia Laura inizia a sorridere: la tomba che stava cercando è proprio dietro di loro. E un attimo dopo si accascia a terra. Priva di vita.

Bonus. Il gioco di ruolo

La prima declinazione transmediale de Il Confine è il gioco di ruolo. Uscita sotto l’egida de “Il Richiano di Cthulhu”, ossia il secondo brand più importante al mondo in ambito RolePlaying, insieme allo staff di Raven Distribution (i meravigliosi Roberto Petrillo, Michele Bonelli, Carlo Cesaro, Giovanni Vipra, Livia De Simone, Gino Tremila, Lorenzo Trenti)e beneficia delle straordinarie illustrazioni realizzate appositamente da Samuel Spano, Carmine Di Giandomenico, Helena Masellis, Francesca Ciregia, Annapaola Martello, Bruno Cannucciari, coadiuvato dai sodali Giovanni Masi, Federico Rossi Edrighi e Fabrizio Verrocchi.

Oltre a impersonare i protagonisti della saga pubblicata da Sergio Bonelli Editore, quella all’interno del gioco ne racconta una con una nuovissima protagonista legatissima al mondo de Il Confine e incentrata sul disvelamento del mistero legato a Valerio Curzi. Cos’è accaduto davvero all’autista che guidava il maledetto pulmino scomparso e che è stato ritrovato completamente privo di senno nel bel mezzo dei boschi innevati attorno alla montagna? Cosa c’è dentro la chiesa con le effigi dei santi spaccate che Elvira e le sue amiche tengono sempre pulita e in ordine? Cosa vuole il Ragazzo con la fiamma in testa dagli abitanti del paesino al confine tra Italia e Francia?

Un progetto, Il confine, che ci ha entusiasmato dalla prima all’ultima pagina e che non vediamo l’ora di continuare a seguire, con la stessa curiosità di quando ci siamo approcciati alla lettura del primo capitolo.

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