Erano meglio i primi cento.
Quante volte abbiamo sentito questa frase o l’abbiamo letta su qualche gruppo a tema Dylan Dog?
Sempre più spesso, ormai da qualche anno a questa parte, i gruppi social, le discussioni ed ogni recensione di albo di Dylan Dog reggere il confronto con i mitologici primi 100 numeri della collana mensile.
Una vera e propria piaga che molte volte ha visto compromettere anche linee editoriali innovative e moderne, come lo è stata, ad esempio, quella di Roberto Recchioni.
Ma ha davvero senso un eterno e continuo confronto con i primi 100? Sono davvero i migliori episodi dell’Indagatore dell’incubo in assoluto? Da queste (ed altre) domande nasce l’idea di Andrea Guglielmino, coadiuvato da Marco Scali, per i disegni di Luciano Costarelli, di creare un alter ego di Dylan Dog su cui raccontare la critica che gira attorno al fumetto popolare per eccellenza italiano.
UN ALTER EGO PER DYLAN DOG
In una schietta e sincera introduzione, Andrea ci racconta la genesi e l’idea da cui partono le vicende di Damien Donovan, alter ego (nemmeno tanto velato) dell’Oldboy e del suo club di fan(atici).
La freschezza della narrazione, l’utilizzo sapiente delle tecniche di narrazione, fanno si che I primi cento sia una lettura piacevole e divertente da un lato ed una critica cruda ed obiettiva della tossicità di una community, come può essere quella di Dylan Dog.
Damien Donovar ed il suo esclusivo club di fan altro non sono che la parafrasi a fumetti del malcontento diffuso (ed ingiustificato) tra i dylaniati. Interessante anche il suo collaboratore dalle sembianze di Roberto Benigni, utilizzato, come Groucho, per alleggerire ulteriormente il ritmo della narrazione.
In un passaggio dell’albo un fan di Damien gli recrimina il fatto che nel tempo lui è cambiato, che i suoi casi non sono più avvincenti come quelli di una volta. Ma siamo sicuri che quelli che sono cambiati non siamo noi? Che la nostra percezione delle cose non si sia alterata col tempo? Siamo sicuri che il nostro sguardo al mondo non sia diventato più disilluso? Che ci entusiasmiamo molto di meno di quando eravamo dei ragazzini?
CHI È CAMBIATO DAVVERO?
Ecco l’obiettivo di Andrea Guglielmino e de I primi cento: farci riflettere sul fatto che quelli cambiati siamo noi e che il nostro personaggio a fumetti del cuore potrebbe, a un certo punto, deludere le nostre aspettative. Ma il problema, spesso, è solo nostro.
Una lettura divertente e seriosa allo stesso tempo, che racconta con simpatia le aspettative mal riposte. Ancora una volta Andrea Guglielmino dà conferma (anche se non ce n’era bisogno) di essere un grande conoscitore della materia (noi lo avevamo capito già qui).
In questi casi il nostro consiglio e di recuperare il volumetto di Weird Book e di gustarvi una storia interessante su cui riflettere.