Si è svolta ieri 22 maggio a Foggia la presentazione del libro di Andrea Tirelli “I fratelli Cipperlik” presso la Bottega 109/96.

Facciamo un passo indietro…
Per comprendere bene di cosa si parla e dell’importanza del luogo in cui lo si è fatto è doveroso fare un passo indietro.
Ci troviamo in una bottega, un luogo in cui si vendono prodotti da forno come taralli e biscotti, conserve, miele, vino, caramelle, tutti prodotti accomunati dal fatto di essere “speciali” perché provenienti da realtà sociali.
La bottega sita in p.zza Cavour n. 3 , praticamente il cuore della città, prende il suo nome dalla legge n. 109/96 per il riutilizzo pubblico e sociale dei beni confiscati alle mafie. Proprio su quei terreni tolti alla criminalità si coltivano i prodotti che giungono in bottega e sanno davvero di buono, di civiltà, di bellezza.
Si uniscono a questi, prodotti realizzati nelle carceri e nelle varie cooperative sociali che aderiscono al consorzio Oltre…la rete d’imprese che seguono un’etica fondata sulle seconde opportunità, sulla rinascita e caratterizzati dall’alto livello qualitativo.
Nell’esercizio campeggia la storica foto che vede seduti fianco a fianco Falcone e Borsellino, i due sorridono nonostante il rischio e le minacce cui sono sottoposti, perché sanno che stanno andando nella direzione giusta, dalla parte della legalità.
Tirelli ed “I Fratelli Cipperlik”
L’autore Andrea Tirelli risponde volentieri alle nostre domande, ci colpisce il suo fare affabile e gentile, di persona abituata a comunicare con tutti e lo capiamo perché ci esprime concetti molto complessi ed importanti ma lo fa in modo semplice e diretto.
Autore di numerosi romanzi Andrea ci confida che nasce in lui l’impulso a raccontare della vita, attraverso la scrittura, dopo aver letto in un lungo viaggio fino all’Australia “Il cacciatore di aquiloni”. Inizia così il suo percorso che lo porta a narrare di vicende umane che prendono radici in fatti realmente accaduti con i quali lui è anche potuto entrare in contatto personalmente.
Tutte le vicende sino ad oggi da lui raccontate si collocano nella città di Foggia, suo luogo natale.


La sua ultima opera, “I fratelli Cipperlik”, racconta di un’amicizia nata sui banchi di scuola dove i due si guadagnano proprio il soprannome che dà il titolo al romanzo e attribuito da un docente, l’autore si è ispirato ad un fatto accadutogli personalmente e che ha voluto imprimere in questo modo sulla carta.
Nel libro i due amici sono sostegno l’uno per l’altro sino a quando non si separano perché uno dei due si reca a Roma per studiare. L’altro finisce gradualmente nella rete del gioco d’azzardo, prima colpito dai facili guadagni che ne derivano (finalmente può sentirsi “qualcuno”) e poi sommerso dai debiti che aprono la porta ad un male terribile come l’usura
Andrea tratta tematiche forti, lo fa in ognuno dei suoi scritti, e lo fa con cognizione di causa perché nella sua pratica quotidiana d’ascolto incontra spesso realtà come quelle di cui ci parla.
Andrea dice: «…il gioco divora il giocatore che ha sempre bisogno di alzare la posta, sera dopo sera, poker dopo poker.» ed ancora parlando del gioco legalizzato: « ..dietro il gioco d’azzardo c’è sempre una matematica criminale…».

Ad arricchire la comprensione dell’argomento gli interventi del dott. Giordano, psichiatra e già direttore del dipartimento Dipendenze Patologiche della Asl di Foggia che ha messo in luce le problematiche della difficoltà di eradicazione delle dipendenze in generale, in quanto legate allo sviluppo del piacere generato dalla dopamina nel soggetto interessato.
Un fil rouge però lega i romanzi di Andrea ed è la speranza, sotto quest’aura l’autore lascia che il finale non sia mai scontato, come lo intendiamo al giorno d’oggi, ma offra delle opportunità di miglioramento e di redenzione, come è giusto che sia nella vita.
Andrea è Frate francescano, parroco di una comunità che presenta delle realtà complesse ed i suoi libri sono un modo di evangelizzare senza citare il Vangelo.
L’incontro magistralmente moderato da Emiliano Moccia ci ha visti immersi in una realtà come quella del 109/96 dove si desidera sempre tornare perché è un luogo sano, un presidio di legalità.
Ai sorrisi di Falcone e Borsellino si sono uniti quelli dei presenti grati per aver vissuto un momento intenso e vero. Tra noi i responsabili del consorzio di cooperative e i rappresentanti di “ Libera” che ogni giorno affrontano le realtà narrate da Andrea Tirelli.