Giallo è un progetto partito nel 2021 con il quale Leviathan Labs, segna la sua presenza nell’ambito della serialità a fumetti, richiamando quella rivista a fumetti degli anni passati ma restando legati al nuovo modo di narrare.
L’intento di Giallo, come annunciato dagli autori stessi in apertura del numero uno, è raccontare più storie in ogni albo, spaziando tra generi: dallo splatter a momenti weird. Da storie psicologiche ad altre grondanti di sangue.
365 GIORNI DI SANGUE
L’anno uno, che prendiamo in analisi per questa recensione, non si limita all’autoconclusività ma riesce comunque a rinnovare l’appuntamento al numero seguente.
Ne è l’esempio “La schiera furiosa“, di Massimo Rosi e Angelo Razzano, che si divide in tre parti, rimandano l’orrore, sempre più scioccante e macabro, di numero in numero. La guerra, che fa da sfondo alla storia, per quanto atroce e senza vincitori sarà il male minore in una storia struggente e paralizzante.
Filo giallo (o rosso sangue, fate voi) che unisce le storie è quell’inquietudine in salsa nostrana che ha reso celebre Mario Bava e Lucio Fulci in tempo meno recenti e Roberto De Feo, Paolo Strippoli con l’uscita di A classic horror story per Netflix.
METTI L’HORROR, UN GIORNO, IN ITALIA…
Pozzo Mutu di Atonio Cella, Acqua e fango di Massimiliano Grotti & Samuele Giannicola o L’uomo del carbone di Sylvia Devereux sono le storie che più di tutte ci hanno fatto riflettere su una cosa. Su quanto il nostro paese possa essere terreno fertile per quel tipo di horror che Giallo è riuscito a (ri)mettere in campo. Quell’horror che si insinua nelle tradizioni a metà tra sacro e profano. In quei paesini lontano da tutto di cui l’Italia è piena e all’interno dei quali, ancora oggi, vivono tradizioni tanto bizzarre quanto arcaiche.
E’ questa la strada che ci piace intraprendere quando leggiamo delle nuove proposte di lettura: riportare il nostro paese alla ribalta in un genere dove possiamo dire la nostra.
Elemento di pregio di Giallo è il redazionale a cura di Mario Moschera (in arte Flywas), sempre puntuale ed estremamente preciso nella sua enorme cultura di genere.