Abbiamo visto in anteprima Furiosa: A Mad Max Saga, l’ultimo, attesissimo capitolo della saga distopica creata da George Miller. Il film, con protagonisti Anya Taylor-Joy e Chris Hemsworth, arriva nelle sale italiane oggi, giovedì 23 maggio, grazie a Warner Bros Pictures.

A più di 30 anni di distanza dal primo capitolo della saga di Mad Max, Interceptor, e a quasi un decennio dall’ormai cult Mad Max: Fury Road, l’australiano George Miller riprende le fila del suo racconto distopico e post-apocalittico, in cui l’universo, ridotto ad uno stato di siccità e desertificazione, è in mano a pochi Signori della Guerra.
Anya, la Furiosa
Furiosa si inserisce nell’universo narrativo come prequel/spin-off del precedente Fury Road, per ricostruire la backstory dell’Imperatrice Furiosa (interpretata qui da Anya Taylor-Joy), dal momento in cui, bambina, viene rapita dal Luogo Verde fino alla sua fuga dalla Cittadella insieme alle Cinque Mogli, che dà inizio agli eventi di Mad Max: Fury Road.
Miller opta per un film in cui l’azione regna incontrastata, con un ritmo serrato e un susseguirsi incalzante di scene di fuga, inseguimenti e combattimenti, che predomina nettamente sui dialoghi, al contrario quasi del tutto assenti. Furiosa salta subito al cuore dell’azione: a pochi minuti dall’inizio del film, la piccola protagonista eponima viene sradicata dal suo luogo di origine – il dopo tanto vagheggiato Luogo Verde, che lo spettatore non ha nemmeno il tempo di ammirare – per mano dalla banda di motociclisti guidata da Dementus (Chris Hemsworth), e inizia il suo viaggio nelle Terre Desolate.

Il personaggio di Furiosa dimostra fin da subito coraggio e abilità fuori dall’ordinario, che le permettono non solo di sopravvivere, ma di trovare la sua strada (metaforicamente e non) e di introdursi nel cuore della Cittadella, la principale delle fortezze controllata dal più potente dei Signori della Guerra, Immortan Joe. Grazie anche all’aiuto di Jack (Tom Burke) che le permette di affiancarlo alla guida delle spedizioni di guerra, amplia le sue conoscenze tecniche e affina le sue capacità di combattimento.
Il percorso di Furiosa è costruito con qualche buco di trama ed ellissi temporali di troppo: un esempio ne è la sequenza in cui Furiosa, per sottrarsi al destino di futura moglie di Immortan Joe, fugge e si fa passare per un ragazzo per arruolarsi nell’esercito. Nessuno, apparentemente, si accorge della sua scomparsa né poi sembra sorpreso quando il ragazzo si rivela una ragazza. Allo stesso tempo, il subplot romantico – la platonica storia d’amore tra Furiosa e Jack – viene lasciata intuire agli spettatori, senza però essere approfondita, fino al tragico finale, in cui prevale una sfumatura melodrammatica, sottolineata dalle battute dei due amanti e dalle parole di scherno di Dementus.
La chiave di volta
È proprio il personaggio di Dementus a svolgere un ruolo chiave nella narrazione: il villain interpretato da Hemsworth si discosta dagli altri personaggi della saga nella sua caratterizzazione, perché contraddistinto da un sarcasmo e un’ironia marcati che smorzano la tensione drammatica e suscitano la risata. Da un lato il suo ruolo contribuisce a infondere una vena comica in Furiosa, assente, in modo così evidente, in Fury Road; dall’altro, sebbene creato intenzionalmente, il personaggio di Dementus stride con il resto dell’universo milleriano, i cui personaggi non sono mai macchiettistici e autoironici, ma molto più drammatici e disperati, e suscitano, per questo, sentimenti di tenerezza o pietà.

Dementus è costruito come l’antagonista di un cinecomics (e ricorda a tratti il Thor interpretato proprio da Hemsworth), privo di spessore, crudele ma simpatico, fanciullesco nella sua leggerezza e linearità di pensiero. Ma Dementus è anche l’oggetto della vendetta cieca di Furiosa, che vuole vendicare l’assassinio della madre, e, metaforicamente, di tutta la sua infanzia, motivo per cui il suo personaggio è dall’inizio predestinato a una resa dei conti finale.
Diametralmente opposti in termini di scrittura – leggero e ironico uno, grave e seria l’altra – arrivati al confronto finale, il contrasto tra Furiosa e Dementus è così acuto che la leggerezza dell’uno tende quasi a ridicolizzare la gravità e drammaticità dell’altra. Se forse i due registri non sono calibrati benissimo – facendo perdere un po’ di intensità alla scena – rimane però eccellente la costruzione degli inseguimenti e dei combattimenti che restano il cuore del film, e che trascinano lo spettatore in un rally fino al traguardo finale.
Furiosa: A Mad Max Saga riporta sullo schermo in modo fedele, sia nello spirito che nella resa, le ambientazioni e le atmosfere precedenti, creando una perfetta continuità con l’universo visionario già brillantemente portato in scena da Miller. Quello che se ne discosta, invece, è proprio la costruzione dei personaggi principali, che hanno invece deciso di adattarsi ai modelli e ai cambiamenti della nostra società.
Se ancora non ti basta, ecco il trailer del film.