Arriva in edicola, puntuale come ormai siamo abituati, l’annuale episodio dedicato alla saga del “Pianeta dei morti”.
Un numero, questo 34, destinato a restare nell’immaginario collettivo per colpi di scena e intreccio della trama con gli albi “storici” di Dylan Dog.
La fitta e intricata trama portata avanti ormai da un po’ di numeri da Alessandro Bilotta si interseca sempre di più con elementi cardine della mitologia Sclaviana del personaggio, rielaborando e ampliando trame antiche, facendole risultare coerenti con l’universo narrativo distopico de “Il pianeta dei morti”.
Il modo in cui Bilotta si insinua nella trama del numero 10 “Attraverso lo specchio” di Sclavi-Casertano, senza citarlo banalmente ne rinarrandolo, ma anzi ampliandolo e facendolo sembrare un prequel-sequel, dimostra le enormi capacità narrative dello sceneggiatore che non ci fa per niente mancare il vecchio Tiziano.
Bilotta si muove tra le righe di “Attraverso lo specchio”, ne fornisce nuove chiavi di lettura, nuovi punti di vista, e lo rende coerente al nuovo arco narrativa in modo davvero sorprendente, riprendendo anche lo stile cinematografico e citazionistico di Sclavi.
“Chi ha deciso il mio destino?” continua a chiedersi Beth, la protagonista della storia, ossessionata da questa domanda che guiderà la sua vita a cavallo di secoli, epidemie e cambiamenti repentini per l’umanità. Bilotta ci narra la storia di questa morte, personaggio imprescindibile delle opere di Sclavi, mostrandocene il suo lato umano e romantico.
Interessantissimo il gioco delle maschere che ruota intorno al personaggio di Groucho, infittendo la trama e dando ancora più importanza al personaggio all’interno di questo universo narrativo. E’ sempre di più lui il perno attorno al quale ruotano le avventure di questo Dylan Dog.
Un piacere per gli occhi le tavole di Ambrosini, in stato di grazia ormai da qualche anno, sul quale sarebbe inutile soffermarsi.
Un albo fondamentale per questa saga de “Il pianeta dei morti” che apre a nuove strade che chissà dove porteranno. Una cosa è sicura: ne vedremo delle belle!