Dylan Dog Oldboy 1 – Il nuovo, nuovo, nuovo formato del Maxi

Tra le tante rivoluzioni che hanno coinvolto le diverse pubblicazioni di Dylan Dog (Gigante, ci mancherai ❤️), anche il vecchio Maxi ha subito diverse trasformazioni nel corso degli anni. Dal numero 22 dell’ottobre 2014 è diventato Maxi Dylan Dog Old Boy, per poi cambiare ancora nel giugno 2020 in Oldboy, ripartendo da 1 come numerazione e mantenendo una cadenza bimestrale.

Questa formula è durata fino al numero 29 del febbraio 2025. Ora, però, arriva un’ulteriore novità: Oldboy resta bimestrale, ma cambia ancora formato. A partire dal prossimo numero ospiterà una sola storia, al prezzo di un albo mensile… e ripartirà di nuovo dal numero 1!

Pur avendo avuto una vita editoriale davvero confusionaria (come avrete potuto capire dall’introduzione di questo articolo), la testata non ha mancato negli anni di dare il proprio apporto al mondo dylandoghiano, con storie a volte anche superiori per bellezza e qualità alle storie presenti nello stesso periodo in edicola sulla testata principale.

Skynwalker, la storia unica che ci introduce a questo nuovo (e speriamo definitivo!) formato, ci porta lontano dalle atmosfere londinesi a cui siamo abituati.

Dylan si sveglia in piena notte, tra soffocanti miasmi di fumo, alle prese con un mostruoso essere simile a un coyote. Spalancata la porta di casa, l’inquilino di Craven Road si ritrova nel deserto del New Mexico accanto a un “hogan” navajo, dove farà conoscenza con una comunità di nativi americani che versa in una situazione di miseria e con la dolente vicenda di un ragazzo morto in circostanze misteriose, un fan di Dylan che sognava di raggiungere Londra per conoscere il suo idolo.

Seppur “spiritualmente”, come scopriremo nel corso della storia, Dylan viene catapultato in New Mexico, tra una comunità navajo e le sue tradizioni ed usanze. Una bella trovata per poter variare sulle atmosfere e provare ad affrontare tematiche difficilmente collocabili nella piovosa ed umida capitale inglese.

Gli autori

La storia di Bruno Enna scorre velocemente e le ambientazioni inedite danno quel tocco di freschezza ad una narrazione ben strutturata ma, allo stesso tempo, prevedibile. Nel vedere Dylan muoversi nella riserva navajo, a contatto con chi li ha deciso di vivere, lontano dagli stilemi moderni, non può che venire alla mente Saguaro, all’anagrafe Thorn Kitcheyan, un reduce del Vietnam che, tornato nella riserva navajo, dovette affrontare il suo passato, ma anche le tensioni e i contrasti del presente. Un trait d’union che mette al centro una popolazione spesso collocata dalla parte sbagliata nelle narrazioni occidentali del secolo scorso.

I disegni di Gianluca Acciarino, artista condiviso tra Tex e l’Oldboy, ben si presta alla storia sia nelle parti più realistiche che in quelle oniriche, dando valore aggiunto all’albo. Il suo tratto

Sperando di essere giunti alla versione definitiva di una collana spesso più interessante del corrispettivo mensile, non ci resta che attendere il prossimo numero con il solito entusiasmo di chi segue ed ama il personaggio di Sclavi.

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