Dylan Dog Magazine 2021

Ritorniamo a parlare di Dylan Dog e del magazine in edicola in questi giorni. Un “almanacco”, per i più nostalgici di noi lettori, che attendevo per diverse ragioni.

La prima riguarda la copertina di Bruno Brindisi. artista al quale sono molto legato non solo per la provenienza (siamo entrambi del Salernitano), ma anche per il legame che ho con alcune storie passate da lui illustrate alle quali sono indissolubilmente legato. In testa a tutte la cosiddetta “trilogia extraterrestre” opera indimenticabile di Tiziano Sclavi.

IL GIOCO DELL’AMORE E DELL’ODIO

La seconda ragione è la storia portante dell’albo. “Il gioco dell’amore  e dell’odio” vede il nostro indagatore dell’Incubo in un ristorante in attesa dell’ennesima ragazza che è costretto a lasciare. Ma Bess, questo il nome di lei, tarda ad arrivare. Al cellulare non risponde: strano, per una sempre attaccata ai social come lei. La cosa insospettisce Dylan, e le sue paure diventano realtà quando un cameriere gli recapita un pacchetto con dentro qualcosa di molto macabro e preoccupante: un dito di donna!

Paola Barbato ci regala un thriller dai ritmi serrati, dove è impossibile non correre tra le pagine cosi come Dylan scorrazza tra le strade londinesi, alla ricerca del prossimo indizio, del prossimo “pezzo” che ricomporrà il puzzle. Una lettura mozzafiato perfettamente coerente con lo stile e la maestria a cui Paola ci ha ormai abituati da anni, a partire da quell’ormai lontanissimo ma sempre vivo “Sonno della ragione” (Dyd 157 dell’ottobre 1999).

Grande contributo alla storia è quello di Alessandro Baggi, che dona col suo tratto profondità e realismo alla storia.  Ricordiamo il grosso contributo di Baggi alla serie di Dampyr, nonché le sue eccezionali partecipazioni alle varie testate Dylaniate quali Color Fest e “giganti”.

CHARLES NON VUOLE ANDARE

La storia in appendice “Charles non vuole andare” riesce a parlarci della malattia e della morte con leggerezza. Un racconto che si legge in un sol fiato, con testi di Cavaletto e disegno con tonalità di rosso di Saudelli.

I DOSSIER

Come da tradizione l’albo si arricchisce, tra una storia e l’altra, di vari dossier, sempre diversi e trattanti argomenti più disparati riguardanti il mondo horrorifico. 

Il tema portante di quest’anno è il folk horror, filone praticato negli anni ’60 – ’70, caratterizzato da film ambientati in lussureggianti e idilliaci paesaggi rurali, fatti di campi sterminati di mais, dove vive gente semplice, connessa alla terra e ai suoi cicli vitali, volontariamente segregati in una bolla temporale e per questo lontani dalla modernità. Le comunità agricole, seguono delle proprie regole e sono dei credenti ferventi.  Il loro credo è di solito improntato al paganesimo, o alcune volte è inventato di sana pianta dal regista di turno. Ma hanno tutti una cosa in comune: il sacrificio di un essere umano, il più delle volte il protagonista finito li per caso.

Interessante anche la parte iniziale dell’albo, con l’usuale panoramica di quanto possa terrorizzarci in ogni campo del fruibile: da Daria Nicolodi e i film di Dario Argento che la resero famosa, al mondo “Bizzarro. Nebbioso. Fantasmatico” di Gérard Prévo, passando per le novità di Netflix. Proprio su questa piattaforma suggerisco la visione di “The Haunting”, serie in due stagioni ambientate in due diverse magioni legate indissolubilmente alle famiglie che le hanno abitate.

ORRORI ANIMATI

Luca Barbieri ci immerge invece nel mondo animato, dove l’unico limite è la fantasia e tutto è lecito. Dove non ci sono problemi di messa in scena, di costi in effetti speciali. Un mondo che i lettori di Dylan Dog conoscono bene e che ha imbrattato di sangue le pagine di Dylan Dog con “I coniglia rosa uccidono”.

I cartoni animati, pur essendo prodotti destinati all’intrattenimento dei più piccoli, non hanno mai nascosto il loro aspetto crudele, di giustizia “fai da te”. Basti pensare alle innumerevoli botte scambiatesi “Tom e Jerry”, o la quantità di piombo che il cacciatore Taddeo spara (o almeno ci prova) su Bugs Bunny. O alle mille morti di Willy il Coyote intento a cacciare il velocissimo Beep Beep, passando per Itchy & Scratchy (in italia Grattachecca e Fichetto) creati da Matt Groening per la serie animata de I Simpson, dove la crudeltà e lo splatter non manca mai.

IL SOLITARIO DI PROVIDENCE

Torna sulle pagine del Magazine uno scrittore da sempre amato dal sottoscritto e che è passato alla luce della ribalta solo di recente. Parliamo ovviamente di Howard Philip Lovecraft e del mondo horrorifico da lui inventato.

Già sul Magazine 2019 si era parlato di lui e del mondo di creature e dei dall’inenarrabile aspetto da lui create.  Nei suoi incubi di carta e inchiostro ci imbattiamo in luoghi infestati dal male, dove l’animo umano viene spezzato ed annientato da un male oscuro e antico più dell’universo stesso. Luoghi dannatamente simili a quelli in cui viviamo, come la sua Providence. Uno scrittore morto nell’oblio del dimenticatoio e passato alla ribalta grazie alla consacrazione postuma dei sui scritti, impossibili da archiviare, vivo e infettivo nel nostro presente, continuando a tormentare i nostri incubi.

Gli Horror Files di questo Magazine offrono una inesauribile fonte di opere prodotte negli anni che hanno preso a mani basse ispirazione da H.P.Lovecraft, facendoci capire quanto sia stato importante per la produzione horror degli ultimi decenni.

Albo quindi, inutile ripeterlo, da prendere per la moltitudine di approfondimenti da fare in campo Horror. Ci basterà il 2021 per esaurirli? Vedremo.

Marcello

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