Dylan Dog 452 – Un tranquillo venerdì di paura vede il “ritorno” sulla serie regolare di Bruno Brindisi, disegnatore iconico della Golden Age dylaniata e Gigi Simeoni che abbiamo recentemente letto come autore unico ne “La corsa del lupo” sempre Sergio Bonelli Editore.
Barbara Baraldi, che compie proprio in questi giorni un anno da curatrice di Dylan Dog, tira fuori dal cassetto una storia di circa nove anni fa e la inserisce all’interno della sua nuova proposta editoriale dove, peraltro, sembrerebbe del tutto in linea.
Storia, quindi, dal percorso travagliato che ha visto solo ora la luce ma che ha elementi narrativi validissimi, dalla sceneggiatura ben strutturata al reparto grafico davvero colossale.
NIENTE PARANORMALE, MA…
Pur essendo una storia classica di Dylan, è forte l’elemento della dark comedy e dell’humor nero che hanno reso famosa albione nel mondo. Gigi Simeoni si diverte a giocare sull’umorismo un po’ più tetro, dosando bene il fattore Groucho ed inserendo nella storia zia Therese, parente di Groucho, anch’egli splendidamente inserito nei dialoghi e perfettamente bilanciato, non risultando pesante né del tutto assente, come spesso accadeva nell’ultimo periodo.
Va però detto che Groucho è forse l’elemento narrativo più difficile da utilizzare: lo stesso Sclavi in un’intervista asserì che passava giornate intere solo per inventare nuove battute di Groucho.
Nel Dylan Dog 452 l’elemento soprannaturale è del tutto assente nella storia, che è maggiormente orientata a stilemi familiari ai lettori di Agatha Cristhie. Interessante anche il ritorno nella provincia inglese dell’indagatore dell’incubo, territori tra l’altro resi celebre anche dalla Trilogia extraterreste di Brindisi: certamente tra le storie migliori di sempre di Dylan Dog.
Immenso il lavoro di Bruno Brindisi che utilizza una tecnica mista carta/analogico ed attraverso l’utilizzo di carta Craftint (tipica di alcuni fumetti Creepy degli anni ’60) e l’aggiunta di toni azzurri. Il tutto poi convertito in digitale trasformando le tinte di blu in grigio. La conferma di trovarsi davanti ad un mostro sacro del fumetto italiano che già da tempo e passato su Tex, punta di diamante della SBE.