INTRODUZIONE
L’albo mensile in edicola nel mese di aprile 2022, La vita e il suo contrario, vede come autore unico Gigi Simeoni. Autore a tutto tondo, già visto sulla testata (sue le storie degli ultimi OldBoy di Halloween), confeziona una storia davvero bella, un grande ritorno di Dylan ma soprattutto di Groucho, che negli ultimi albi era stato un po’ trascurato.
L’AUTORE
Bresciano, del 1967, Simeoni fa parte di quel gruppo di autori (Rossi, Mutti, Olivares) formatisi sotto la guida di Rubén Sosa, e che daranno vita alla serie “Full Moon Project”.
Dopo una parentesi professionale maturata in ambito pubblicitario, Simeoni passa a occuparsi di fumetti a tempo pieno con la serie in questione, quindi con “Lazarus Ledd” (Star Comics) e “Intrepido”, dell’editrice Universo. È tra gli ideatori di “Hammer”, che chiude al tredicesimo numero.
Trasmigra alla Bonelli nel 1996 e debutta sulle pagine di Nathan Never con l’episodio n. 64, “L’isola nel cielo”. Successivamente lavora anche per Brendon (2001), Gregory Hunter (scrivendo e disegnando il primo Maxi Gregory Hunter, nel 2002), Volto Nascosto (2007) e Dylan Dog (2011). Nel 2007 è anche autore completo de “Gli occhi e il buio”, numero 2 della collana Romanzi a Fumetti Bonelli.
LA STORIA
Dylan indaga su una serie di intellettuali morti e mummificati a distanza di decenni l’uno dall’altro. A collegarli, c’è anche un curioso ossimoro: nascita mortale. Nel frattempo, Groucho ha modo di mettere a frutto il proprio ingegno linguistico frequentando un corso di scrittura creativa.
Proprio grazie a Groucho, o meglio ad una sua nuova conoscenza, il caso di questo mese verrà risolto. Proprio Groucho ritorna in splendida forma, con battute davvero ben gestite, e con una sua presenza più massiva tra le pagine.
Ultimamente relegato a mero componente narrativo secondario, nelle ultime storie la sua figura era diventata molto marginale. Nell’albo di cui parliamo, invece, il sosia di Groucho Marx ritorna ad un utilizzo più centrale, molto simile all’utilizzo che ne faceva Sclavi.
A PROPOSITO DI SCLAVI
Proprio a proposito del papà di Dylan Dog vanno segnalate alcune cose, di grande importanza.
Per la gioia di molti fan e lettori, in questo albo ritroviamo alcuni elementi introdotti ed utilizzati da Tiziano nelle sue storie.
In primis vi è il ritorno di un negozio molto particolare: ovviamente parliamo di Safarà, che fa la sua comparsa tra le vie di Londra al posto di un altro luogo dove il nostro doveva recarsi, Ad accogliere Dylan l’immancabile Hamlin, apparso per la prima volta nella storia “Gente che scompare (nr.59)” e da allora elemento ricorrente della narrazione sclaviana.
Proprio da questo incontro dipenderà la risoluzione del caso e il passaggio ad un altro piano della realtà dove Dylan riuscirà a sconfiggere la sua nemesi.
MOSTRI
Se da un lato la scrittura di Tiziano suggeriva che “i mostri siamo noi” e che quindi il male si annida in ogni essere umano, rendendoci per l’appunto mostri, dall’altro ha spesso utilizzato per le sue storie dei “mostri classici”.
Il continuo citazionismo di Dylan Dog, ha portato il protagonista delle storie ad affrontare lungo questi 35 e passa anni mostri classici dell’horror su pellicola; dagli Zombie di Dawn of the Dead di Romeo, passando dal Frankestein di Mery Shellley (e le innumerevoli trasposizioni cinematografiche); dai vampiri (qui non si contano le opere a riguardo) alle streghe (idem). Tutto il mondo cinematografico e letterario è sempre stato il punto di partenza di innumerevoli storie.
Gigi Simeoni fa esattamente questo. Prende un classico mostro (il vampiro) e lo fa suo, gli crea un anima propria, un proprio modo di allungarsi la vita nei secoli. Una etica nel procacciarsi le prede e la linfa vitale affinché le sue membra possano sopravvivere a tutto. Genere umano compreso. E lo fa con garbo, muovendo le pedine con le mosse giuste. Creando quell’alone di mistero che da tempo non si leggeva più tra queste pagine. tenendo il lettore sulle spine, spingendolo a girare pagina forsennatamente per giungere a vedere chi si cela tra le ombre.
CITAZIONISMO
Disseminati tra le pagine ci sono una marea di citazioni e riferimenti. Dal Grouch-Shining di pag.54 al Cannavacciulo-o’scèf di pag. 69. Delle soluzioni davvero apprezzate che donano familiarità col racconto oltre a raccontare la società e i costumi del paese. Ho trovato davvero di buon gusto l’utilizzo volutamente maggiore di comparse punk tra le strade di Londra (anche questo elemento sclaviano, legato al successo dei Sex Pistols).
CONCLUSIONI
L’albo non delude le aspettative, anzi. La storia di Simenoni è un atto d’amore verso il personaggio. Una storia intrigante che spinge forsennatamente il lettore ad andare avanti e vedere negli occhi il mostro che sta creando non pochi grattacapi a Scotland Yard e il loro collaboratore Indagatore dell’Incubo. Anche il comparto grafico è assolutamente a livello della narrazione, confezionando un albo che entra di diritto tra le più belle storie degli ultimi anni di Dylan Dog.
Alla prossima
Marcello.