Dove eravamo rimasti?
Dopo l’avventura onirica del mese scorso (ne parliamo qui), Dylan Dog torna nelle edicole di tutto lo stivale (in compagnia del Color Fest 36 e del OldBoy di S.Valentino).
Lo fa in grande stile e con una coppia in cui ormai riponiamo massima fiducia: Paola Barbato e Paolo Martinello confezionano un’altra pietra miliare nella continuity dell’Indagatore dell’Incubo.
E’ innegabile ormai il ruolo della Barbato nella testata: ad essa è affidato il compito di tessere le fitte trame circa la vita ed il passato dei protagonisti. Tasselli che, uno dopo l’altro, rendono la narrazione coerente, risolvendo incognite mai intraprese da nessuno, senza però creare discrepanze con il presente.
Cosi come già fatto con Dylan nell’ultimo magazine con la storia “Il cadetto”, in quest’albo sarà il passato di Rania a salire a galla, svelando segreti inconfessabili, di cui perfino il suo ex marito era all’oscuro.
E proprio verso l’oscurità virerà questa storia, che parte come una semplice indagine sulla sparizione di minori, salvo poi avere dei risvolti…inaspettati! D’altronde siamo abituati alla prosa di Paola Barbato: mai banale. La storia si sviluppa con sorprendente coerenza, virando verso percorsi oscuri e intricati, lasciando spazio ad evoluzioni future interessanti.
A corredo della splendida narrazione vi sono le splendide illustrazioni di Paolo Martinello, che da alla storia il giusto tratto di realismo, virando verso l’orrorifico e onirico nell’ultimo pezzo, giocando con le ombre e le oscurità dell’animo umano.
I riferimenti ai pittori fiamminghi e ai gironi infernali Danteschi, danno giustizia alla narrazione calando il lettore in un inferno colmo di “pianto e stridor di denti“. D’altronde anche Martinello ci ha abituato a vette di bravura, senza sembrare mai in difficoltà davanti alle sfide più ardue: “Addio Groucho” rimarrà per il sottoscritto una delle storie meglio disegnate dell’Indagatore dell’Incubo.
Insomma un albo gradevolissimo che scorre via in un attimo, ma che si presta ad una lettura più approfondita e che aggiunge tasselli alla fitta rete di trame che Paola sta tessendo inesorabilmente da anni. Siamo sicuri che l’arazzo finale sarà meraviglioso!
Marcello