Dune: Prophecy, la serie “ponte” che collega la Trilogia di Denis Villeneuve

Negli ultimi anni la fantascienza sta vivendo un periodo di rinascita notevole. Dal boom degli anni ’50 e 60′, ha poi subito un periodo di arresto.

Grandi nomi degli ’80 come “Blade Runner” e “Alien”, inizialmente non hanno trovato il favore del pubblico, che tuttavia dagli anni 2000 ha ricominciato ad apprezzare questo genere che ha segnato la storia del cinema.

Sempre in quegli anni, un altro progetto poi rivalutato è quel “Dune” del compianto David Lynch, che oggi non possiamo fare a meno di vedere se ci siamo avvicinati al mondo di Frank Herbert grazie al lavoro di Denis Villeneuve, che dirige Timotèe Chalamet nei panni dell’Atreides più famoso per ben 2 film (Dune parte 1 e Dune parte 2), in attesa del terzo basato sul secondo romanzo “Il messia di Dune”.

Con 6 romanzi solo della storia principale (il figlio Brian Herbert amplierà il ciclo con altre 3 trilogie prequel/spinoff e 2 sequel), quello  di Dune è uno degli universi fantascientifici più lunghi e dettagliati di sempre, con libri completi di mappe, alberi genealogici e glossari vari (che io personalmente adoro).

Dopo l’esordio al cinema, anche la televisione decise di puntare su questo universo, portando alla luce due serie tv: “Dune il destino dell’universo” (Frank Herbert’s Dune); e poi grazie al successo riscosso, I figli di Dune (Frank Herbert’s Children of Dune, 2003).

Nel 2024 HBO accetta la sfida di ampliare questo universo fantascientifico seguendo la linea tracciata da Villeneuve dal 2021, e rilascia la prima stagione di “Dune:Propchecy” basato sul primo romanzo della trilogia “Great schools of Dune” che approfondisce specifiche confraternite del mondo di Dune, in questo caso la sorellanza delle Bene Gesserit (gli altri due romanzi si concentrano sui Mentat e sulla Gilda).

TRAMA

“Dune: Prophecy” è ambientato ben 10000 anni prima della nascita di Paul Atreides, e racconta la fondazione della sorellanza di Bene Gesserit, le più fidate consigliere delle grandi case dell’impero, subito dopo lo Jihad Butleriano, una rivolta contro le macchine pensanti che mantenevano sotto scacco l’umanità.

Lo scopo delle Bene Gesserit è quello di prestare la loro saggezza e conoscenza al servizio di tutte le grandi case per portare l’impero a un più grande e radioso futuro ed evitare a tutti i costi gli errori commessi in passato dalla razza umana.

Ovviamente le Sorelle preferirebbero arrivare al potere direttamente, avendo una di loro o un loro figlio come imperatrice o imperatore, in modo tale da rendere le cose più semplici, ma ogni cosa ha il suo tempo.

Le sorelle Harkonnen, Valya e Tula, partono dal loro pianeta natale Salusa Secundus per unirsi alla neo sorellanza fondata dalla madre superiora Raquella.

le sorelle Harkonnen, da sinistra: Valya e Tula.

Qui vediamo in che modo le Bene Gesserit sviluppano le peculiari capacità che poi ammiriamo anche nei recentissimi film (la Voce, ndr), ma soprattutto come fanno le due Harkonnen, Valya in particolare, a scalare le gerarchie del loro ordine ed arrivare persino a comandarlo.

La storia si intreccerà col destino della famiglia imperiale, I Corrino, che inizieranno ad affidarsi ad un soldato appena tornato da Arrakis (con delle abilità tanto particolari quanto sospette) per la gestione di faccende molto imperiali.

Travis Fimmel nei panni di Desmond Hart

CONSIDERAZIONI

Questa serie ha tutto quello che serve: una buona storia, dei fantastici interpreti (Mark Strong, Emily Watson, Trevis Fimmel e potrei continuare), scenografie e costumi perfetti, musiche suggestive.

La narrazione si prende il suo tempo, non è una serie veloce, ma è indubbio che la storia incuriosisca dall’inizio anche chi è a completo digiuno di questo universo. L’atmosfera che si respira è molto simile a quella vincente di Villeneuve, e sul finale dell’ultimo episodio abbiamo modo di sbirciare degli scorci che ci sono tanto familiari.

Sfortunatamente non ho letto (ancora) il romanzo e non sono in grado di dire quanto sia fedele alla controparte cartacea, per questo sorge spontanea una riflessione che forse non avrebbe modo di esistere altrimenti: il livello di tecnologia è pressapoco lo stesso di quello che troveremo 10000 anni dopo, come mai?

Forse proprio perchè si vuole evitare a tutti i costi di ridare alle macchine l’importanza e l’autonomia che avevano prima del Jihad Butleriano.

Questo spiegherebbe perchè sia stato deciso di rimanere col “minimo sindacale” per poter continuare a vivere nel migliore dei modi fra i mondi di un impero tanto grande quanto delicato e instabile.

Questa serie merita di essere vista per appagare la fame che ci verrà aspettando il terzo capitolo di Villeneuve che dovrebbe vedere la luce nel 2027, e per approfondire la conoscenza di una delle figure più enigmatiche di questo universo: la veridica Bene Gesserit.

Fatemi sapere cosa ne pensate, come sempre ci leggiamo al prossimo articolo,

Elessar.

 

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