Ducks è un racconto di Kate Beaton, fumettista canadese famosa per le sue raccolte di strisce satiriche Hark! A vagrant e Step Aside.
CANADA – ITALIA A/R
La storia di Kate comincia con il termine dei suoi studi, e con gli ingenti debiti scolastici che ogni americano si trova a dover sanare una volta ultimati gli studi. Kate decide allora di compiere una decisione molto coraggiosa e poco condivisa: andare a lavorare nell’ovest del Canada per lavorare in un impianto di estrazione del petrolio dalle sabbie bituminose.
In questa prima parte del racconto Kate tocca già tematiche forti, attualissime e che rappresentano realtà che tuttora di verificano anche nel nostro paese. L’emigrazione interna è un fenomeno molto diffuso da noi così come nel Canada della storia di Kate. Secondo l’Istat, nel 2021 gli italiani che si sono trasferiti all’interno del Paese sono circa 1 milione 167mila. A rendere ancora più agghiacciante questo dato è il fatto che le giovani generazioni, proprio come avviene in Ducks, crescono in funzione del fatto che una volta ultimato il loro percorso formativo, dovranno lasciare la loro terra per andare a lavorare in una zona dove è richiesta forza lavoro.
EMIGRANTI DEL MONDO
E cosi, migliaia di persone si muovono da Terranova e i territori dell’est Canada verso ovest, in una migrazione che li porterà verso l’Alberta, il nuovo west, dove c’è lavoro per tutti. A patto che si facciano dei sacrifici, a patto che si rinunci ai propri affetti.
E cosi, questo migrare interno, da est a ovest o da sud a nord come avviene nel bel paese, separa famiglie, raffredda rapporti, creando tanti posti vuoti a tavola, che ogni famiglia non vede l’ora di ritornare a vedere occupati.
Una volta arrivata nelle sabbie bituminose Kate si troverà davanti a problematiche per più grandi di queste: un ambiente dove gli uomini sono cinquanta volte più delle donne, e dove i soprusi – e gli abusi – sono all’ordine del giorno.
COL CUORE APERTO…
La protagonista ci racconta dei due sue anni con una delicatezza che è allo stesso tempo cruda, tagliente, spietata. Il lettore si trova a vivere l’alienante quotidianità a cui sono sottoposti i lavoratori delle sabbie: il clima estremo, i turni disumani, i ritmi serrati, l’abuso di cocaina per reggere il lavoro pesante e la lontananza dalla famiglia, la lontananza dai propri cari, i soprusi, le violenze verbali prima e fisiche poi, le difficoltà ad integrarsi in un ambiente cosi ostile e maschilista.
Tutto, di quest’esperienza durata due anni, è una macigno enorme da portarsi addosso. Lo si avverte da lettore e sarà stato insostenibile con Kate che si trova spesso a giustificare il comportamento inumano dei suoi colleghi di lavoro. Ogni aspetto umano è portato alle estreme conseguenze nelle sabbie bituminose, all’ombra del senso di colpa per la distruzione consapevole che l’uomo porta all’ambiente, per di più su terre rubate ai nativi del luogo.
…E L’ANIMA A PEZZI
Tutta la narrazione, interamente colorata in scala di grigi, riesce a bilanciare perfettamente il peso dei temi trattati con i disegni delicati ma estremamente malinconici che trasmettono un costante senso di spaesamento.
Il fattore emotivo è predominante in quest’opera che ha tantissime sfumature, di una delicatezza incredibile ed altrettanto crudo e crudele. Ducks è una denuncia sociale su più fronti: dal rispetto della persona alla questione lavorativa, dal problema del debito studentesco a quello dell’emigrazione interna, dal tema della violenza sessuale a quello dei legami affettivi spezzati dalla distanza. Un albo motivatamente pluripremiato che merita un posto d’onore nelle librerie (e nei cuori) di ognuno di noi.