Amici di Penna di Corvo bentornati! Oggi siamo qui per parlarvi di un romanzo per ragazzi (e non solo!) edito da Gallucci Editore: “Della stessa sostanza dei sogni – She Shakespeare“.

Figlio della penna di Elisa Guidelli, in arte Eliselle, questo volume è il terzo della saga She Shakespeare, iniziata nel 2022 con il primo capitolo. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, i romanzi possono essere letti anche in ordine sparso.
Ad arricchire il volume, sia nella copertina che in diverse pagine, troviamo i disegni di Arianna Farricella, che con maestria raffigura alcune delle scene fondamentali della storia, offrendo al lettore un ulteriore livello di immersione.
Sinossi
“Londra, 1593. Judith Shakespeare è riuscita a ottenere i primi successi sul palcoscenico, ma nella città sconvolta dalla peste, con i teatri chiusi per paura del contagio, non c’è futuro per lei. Se vuole arrivare un giorno a scrivere drammi e commedie per la regina Elisabetta, non le resta che accettare l’aiuto dell’impresario Lord Strange. Tutti i sogni hanno un prezzo, però: per realizzare il suo, Judith dovrà recitare ancora la parte di William, nascondendo la propria identità sotto abiti maschili…”

La nostra opinione…
Non fatevi trarre in inganno dal titolo! “Della stessa sostanza dei sogni” è parte dei versi dell’opera “La Tempesta”, e facilmente si potrebbe pensare che questo terzo capitolo parli della sua stesura. Cosa tutt’altro che sbagliata! Il suo vero significato si paleserà al lettore soltanto nelle ultime pagine.
Come una commedia divisa in atti, la storia si snocciola in vari momenti storici e racconta in modo “alternativo” la consacrazione di Shakespeare come uno dei più grandi drammaturghi di tutti i tempi.
Nella saga il Bardo è in realtà una lei, che pur di raggiungere il suo sogno veste i panni di un uomo, William.
Questo terzo volume ha inizio con Judith, meglio nota come William, decisa a tornare a Londra nonostante la peste. Apparentemente, a spingerla in questa decisione la morte di un suo collega drammaturgo Christopher Marlowe, ma nel suo inconscio a richiamarla a Londra è l’amore per il teatro e la voglia di realizzare il suo sogno: scrivere per la regina Elisabetta.
La narrazione è ben costruita in tutte le sue parti, coinvolgente e mai tediante. La lunghezza dei capitoli, ad esclusione della run finale, permette di leggere il testo anche in brevi attimi di relax dedicati alla lettura.
Le citazioni, i personaggi e gli avvenimenti storici, frutto di un accurato studio sia dei charaters che dell’ambientazione storica, sono ben descritti ed inseriti nella narrazione.
Sebbene alcuni avvenimenti siano stati “adattati” ad una migliore narrazione, questi sono integralmente spiegati in una sezione apposita a fine volume nella loro versione originale. Premura che ammetto di aver apprezzato tantissimo soprattutto ai fini didattici, ma d’altronde c’era da aspettarselo vista la laurea in Storia Medievale di Eliselle.
Bellissimo il capitolo finale, dove Judith scrive una lettera alle proprie figlie, aprendosi al lettore e donandogli il cuore del romanzo.
In conclusione
L’opera che Elisa “Eliselle” Guidelli ci propone è perfettamente adatta al pubblico a cui si rivolge, ma consigliarlo anche ad un pubblico adulto è, a mio parere, cosa buona e giusta!
Riprendere un personaggio e rielaborarlo mutandone i “connotati”, nel caso specifico il sesso, non è certamente una novità ma a maggior ragione farlo bene e non cadere nel banale o nel limbo del “già visto” non è cosa facile.
Riuscita è l’impresa di “Eliselle” che in questa sua trilogia riesce nel duplice intento di far conoscere in maniera alternativa uno dei più grandi drammaturghi della storia e ancora più importante portare sotto gli occhi delle nuove generazioni tematiche quanto mai attuali: l’affermazione della donna in una società, in parte, ancora fallocratica, la disuguaglianza di genere e la capacità di plasmare il proprio destino.
Il mondo, per Judith, sarebbe stato costantemente ostile, se non avesse scelto di travestirsi da uomo. La scrittura , perciò, non era solo una forma di espressione per lei, ma un grido per avere attenzione, il tentativo di affermare che anche una donna poteva creare qualcosa di degno, valido, magnifico, durevole nel tempo.
Come all’epoca, ancora oggi, numerose sono le persone che non riescono a dare il giusto valore alla donna, alle sue opere o azioni, celandosi dietro l’erroneo pregiudizio che alcune cose siano prettamente per gli uomini.
Sulla stessa lunghezza d’onda mi viene da consigliarvi la pellicola “Scusate se esisto!“, un film del 2014 diretto da Riccardo Milani, con protagonisti Paola Cortellesi e Raoul Bova.
Chiudo facendo i miei più vivi complimenti all’autrice (semmai si troverà a leggere queste righe) per questa bellissima opera e mi auguro quanto prima di leggere suoi nuovi scritti.
Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, e la nostra breve vita è racchiusa nel tempo di un sonno.
Un abbraccio “Senza Cera”
J-Crow