Davide Gianfelice – Zagor/Flash e molto altro!

Ciao Davide e grazie di dedicarci un po’ del tuo prezioso tempo. Ospitare tra le nostre pagine un artista del tuo calibro è un onore e un piacere!

Elencare tutti i tuoi lavori (tra l’altro tutti di enorme pregio e importanza) sarebbe un lavoro enciclopedico. Parlando quindi solo dei tuoi lavori più recenti, dobbiamo per forza nominare il team-up tra Zagor e Flash. Siamo tutti in fibrillazione per quello che accadrà. Ti chiediamo quindi: come è nata la cosa? Quale è stata la tua prima reazione nel vedere accostati due personaggi cosi differenti tra loro?

 

Ciao, avendo disegnato già Flash qualche tempo fa per la DC Comics, Michele Masiero, mi ha chiesto, un giorno che andai in redazione, se mi sarebbe interessato e piaciuto affrontare il progetto Flash/Zagor. Naturalmente risposi di si e che sarebbe stato molto intrigante disegnare insieme questi due personaggi.

Zagor e Flash apparentemente così diversi nascondono invece un’anima molto simile. Zagor per esempio è il personaggio più vicino ai supereroi tra tutti gli eroi della Bonelli, e se ci si sofferma su tutte le avventure che ha affrontato nella sua lunga carriera, non sfigura affatto con le avventure più bizzarre e incredibili di Flash. Certo i contesti sono differenti, ma la parte più divertente è stata quella di trovare un punto in comune per farli muovere insieme nello stesso universo. Ne vedrete delle belle.

 

Sempre in Bonelli ti abbiamo visto alle prese con i protagonisti di Orfani, serie che personalmente reputo fantastica e ben strutturate nelle sue varie season. Cosa ti ha affascinato di più della serie e cosa ti è piaciuto di più disegnare?

Orfani è stata una serie incredibile da disegnare, sia per la complessità dell’opera, sia per lo spessore di tutti i personaggi. Soffermarsi sui caratteri e le personalità  dei personaggi e farli muovere in un contesto così dinamico è stato molto interessante e divertente.

Mi ha sempre affascinato il fatto che appunto i personaggi continuavano a crescere e cambiare mese dopo mese, e che nulla era dato per scontato. I numerosi twist di trama hanno reso Orfani una delle serie più interessanti da seguire oltre al fatto che ogni serie differenziava da quella precedente . E poi c’era un sacco di azione, senza mai abbandonare la costruzione complessa dei rapporti tra i protagonisti.

Il numero che mi sono divertito di più a disegnare resta senza dubbio quello con Ringo che arriva a Lucca.

C’è stato un lavoro grosso dietro e nonostante io sia sempre molto critico con i miei disegni, ancora oggi guardo con piacere e affetto quel numero.

 

Sono d’accordissimo con te. Orfani è un’opera eccezionale, che ha coinvolto grandissimi artisti. Il numero di Lucca che citi, poi, mi ha lasciato di stucco la prima volta che l’ho letto. Fantastico e stilisticamente notevole.

Sempre restando in ambito “Recchioniano”, ricordiamo tutti il tuo contributo su John Doe. Cinque albi su testi di Recchioni, Bartoli e Gualdoni che resteranno sempre nella memoria di noi lettori. Come è stata come esperienza?

Senza dubbio il mio esodio ufficiale. Sarò sempre grato a Roberto e Lorenzo  che mi diedero quella incredibile opportunità. Sono stati anni faticosi in quanto come esordiente non avevo mai affrontato albi da 94 pagine, ma ricordo che furono anche anni belli e molto intensi.  Oltre a pubblicare ottimi numeri John Doe è stata anche una scuola di formazione incredibile, perché  ha permesso di far crescere e far conoscere tanti disegnatori bravissimi anche a livello internazionale.

Andando oltreoceano le meraviglie si moltiplicano perché ormai da tempo collabori con diversi editori tra cui i blasonati Marvel/DC. Quali sono le differenze in termini di tempo e organizzazione del lavoro tra Italia e USA?

Purtroppo i tempi sono cambiati, in tutti i sensi…per tutta una questione molto lunga da spiegare ma che si può riassumere in “questione di business”.

Oggi per fare un albo americano di 20 pagine gli editori concedono ad un disegnatore completo un tempo di realizzazione che oscilla tra i 40 (quando va straordinariamente bene) e i 25 giorni. Sono ritmi molto serrati che necessitano molto impegno ma oramai i disegnatori si sono abituati e sono ben allenati a questi ritmi anche se con il tempo lavorare in questo modo diventa sempre più faticoso.

In Italia va un po’ meglio e, anche se possono esserci margini di tempo un po’ più ampi, va comunque tenuto un ritmo alto.

Naturalmente questo è solo un discorso generico, ogni progetto ha i suoi ritmi e tempi di produzione, che sono concordati in anticipo sia con l’ editore sia con tutti i collaboratori, in modo da tenere ben oliata la macchina produttiva di un albo. Per esperienza personale, però il segreto in entrambi i casi è semplicemente uno, ovvero organizzarsi al massimo. Con il tempo questa cosa diventa totalmente naturale.

 

Il mercato del fumetto è in costante evoluzione, come hai detto tu. Noi da semplici fruitori supportiamo come possiamo la vostra arte.

Grazie per il tempo che dedicatoci e speriamo quanto prima di avere tra le dita altre pagine di albi da te disegnati. Un grande complimenti ed un immenso grazie.

Grazie a voi e grazie mille.

Un grazie anche ai nostri affezionati lettori,

Marcello

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