Stesso nome, nuovo eroe. Su queste premesse Captain America: Brave New World vuole re-introdurre nel Marvel Cinematic Universe il personaggio di Sam Wilson.
Conosciuto nel lontano 2014 con Captain America: The Winter Soldier nelle vesti di Falcon, è ora lui ad avere l’onore e l’onere di portare il nome di uno dei personaggi più iconici e simbolici dell’universo Marvel.
Sarà all’altezza? Riuscirà a reggere il confronto con il passato? Con il grande Steve Rogers?

Seguendo i nostri eroi
Il confronto con un ideale, con il passato, con ciò che c’è stato prima. È questo il tema cardine del film, attorno al quale gravitano i personaggi principali, ognuno costretto a confrontarsi con un ideale diverso.
Sam Wilson (Anthony Mackie), che si fregia ora del titolo di Captain America, riflette sull’importanza non tanto dello scudo, quanto della persona che lo regge. Joaquin Torres (Danny Ramirez), il nuovo Falcon, che insegue l’identità dell’eroe che ha sempre ammirato e che ora gli fa da mentore. Thaddeus Ross (Harrison Ford), ora presidente degli Stati Uniti, che tenta di ricostruirsi dopo gli errori del passato, come uomo e come padre ideale.
Brave New World è un invito a non dimenticare il passato, ma anche a non farci condizionare da esso, a trovare la nostra strada per dimostrare chi siamo davvero, prima dei nostri passi falsi e prima dei ruoli che rivestiamo.

Captain America oggi ha un impegno
Il lavoro più encomiabile è stato fatto senza ombra di dubbio sul protagonista: in maniera quasi meta narrativa, e coerente con ciò che il film racconta, il nuovo Captain America non intende scimmiottare il suo predecessore, né tantomeno riprenderne l’iconicità. Sin dalle prime sequenze che lo vedono protagonista, Sam si dimostra un Cap diverso: tutta una diversa presenza scenica, un nuovo modo di combattere che integra il famoso scudo in vibranio alle abilità di Falcon, un altro tipo di ironia. E se capita qualche citazione alla versione precedente, questa viene scritta e girata in maniera tale che se ne sottolineino le differenze, in maniera sottile, ma non invisibile agli occhi degli spettatori più esperti. Insomma, questo nuovo Captain America “ha da fare oggi”.
Da Cap a Hulk tra thriller e azione
Complotti e intrighi politici internazionali, spionaggio, terrorismo e mistero. Queste le parole chiave della prima parte del film, a tutti gli effetti un’interessante thriller d’azione supereroistico che ben si presta a una storia con Captain America come protagonista. Ciò che prende piede sempre di più, man mano che la trama procede, è la componente fantascientifica. Le atmosfere mutano nella seconda parte del film, le ispirazioni fumettose si fanno più evidenti e l’azione passa in primo piano, abbandonando poco a poco una solida struttura narrativa.
Intendiamoci, tutti i misteri vengono a galla e niente viene lasciato in sospeso, ma è un peccato che ciò che nel primo atto sembrava promettere un racconto più impegnato, con interessanti spunti di riflessione sul tema delle relazioni internazionali e sulla precarietà di queste ultime in un mondo di super esseri, si riveli poi essere un altro semplice film sui supereroi. Si rinuncia a un’identità più marcata per un prodotto generico, e la sensazione di occasione mancata si sente.

Tale componente fantascientifica che prende il sopravvento nella seconda metà, inoltre, arriva dal lontano 2008, quasi alle origini del Marvel Cinematic Universe. Sì, perché Captain America: Brave New World compie un’altra scelta importante, quella di mettere un punto a ciò che il “dimenticato” The Incredibile Hulk ha lasciato in sospeso. Tra ritorni di interpreti e di personaggi e cliffhanger mai risolti che giungono a una conclusione, The Incredible Hulk è a tutti gli effetti un importante prequel di Brave New World, il quale sancisce definitivamente la canonicità del film all’interno della saga.
E su questo, dobbiamo dirlo, i Marvel Studios hanno fatto un buon lavoro. Le vicende di The Incredibile Hulk hanno finalmente trovato un finale, in particolare con il personaggio di Ross, indubbiamente il più interessante di quest’ultima fatica al cinema della Casa delle Idee.
Una scrittura poco solida
Tra sequenze d’azione spettacolari, effetti speciali e un dosato fanservice, il divertimento non manca, e non mettiamo in dubbio che questo film possa intrattenere con discreta facilità una grande fetta di pubblico. Ciò che ci lascia perplessi, tuttavia, è la solidità della sceneggiatura e, soprattutto, la scrittura dei personaggi.
Come detto sopra, Thaddeus Ross è il personaggio più interessante della pellicola. Questo perché è ben caratterizzato, ha uno sviluppo, veicola un messaggio e ha una dignitossissima conclusione. Lo stesso non si può dire per gli altri personaggi, in particolare per Sam Wilson stesso che, pur essendo il protagonista, non può vantare un arco narrativo e uno sviluppo caratteriale al pari di quello di Ross. Per molti aspetti, anzi, le sue parole e il suo percorso ricordano quanto già visto nella serie per Disney+ The Falcon and The Winter Soldier (2021). Poca inventiva, dunque. Ma la cosa non si ferma qui. Ci sono molti altri snodi che, anche se basati su buone idee, mancano di una certa forza, di una certa fermezza. Si pensi al rapporto tra Sam e Torres, alla trasformazione di Ross in Red Hulk, al personaggio di Shira Haas e al suo passato, al Sidewinder di Giancarlo Esposito e a tanto altro. Tutto scorre in maniera superficiale, senza una cura e una ricerca di originalità che avrebbero ben più valorizzato momenti, personaggi e attori che hanno tanto potenziale inespresso.

Conclusione
Nel complesso, Captain America: Brave New World è un film divertente, che intrattiene (esattamente come si propone di fare) e rilancia il titolo “Captain America” con un nuovo volto. È un rilancio che funziona, con tanti spunti interessanti e alcune idee ben realizzate. A tante altre idee, invece, non viene resa la stessa giustizia. Un peccato, per una pellicola che fa il suo, ma che avrebbe potuto regalare tanto di più.