Bentornati Amici!
Ai microfoni di #BehindTheMusic c’è uno dei più importanti cantautori statunitensi degli anni ’70: James Taylor.
Una vita tutt’altro che tranquilla segnata da momenti difficili che influenza le opere dell’artista. D’altronde come puoi essere un cantautore di successo se nelle tue canzoni non riversi emozioni vissute?!
Gli Albori
Nasce il 12 marzo 1948 a Boston da una famiglia dove la musica equivale ad aria. La mamma Gertrude (soprano) incoraggia i suoi cinque figli ad intraprendere la carriera musicale infatti ognuno di loro ha inciso almeno un album ma è il giovane James ad essere il più talentuoso e problematico.
A soli 15 anni conquista il gradino più alto del podio di un concorso per giovani talenti ed un anno dopo abbandona la scuola per unirsi alla rock band del fratello Alex.
L’animo sensibile del giovane Taylor non è ancora pronto a sostenere gli insuccessi infatti a 17 anni è costretto al ricovero in una clinica psichiatrica a causa di una forte depressione.
Ad attenderlo fuori dall’ospedale c’è l’amico Danny “Kootch” con il quale forma i Flying Machine, band alquanto anonima. Tale insuccesso contribuisce a spingere Taylor verso la tossicodipendenza.
Il periodo non è dei migliori e se il giovane Taylor è ancora tra noi lo deve al padre il quale dopo una sconcertante telefonata corre a New York per salvarlo da overdose certa. Da questa vicenda e dalla gratitudine verso il padre Isaac, James compone “Jump Up Behind Me” dove la sua voce sembra balzare da una corda all’altra della sua chitarra arrivando fino al cuore di chi la ascolta.

James comincia a viaggiare e nel 1968 atterra a Londra dove, spinto da “Kootch”, porta una demo di “Something in the Way She Moves” alla Apple Records (etichetta discografica di proprietà dei Beatles). Il brano incanta Asher, Harrison e McCartney i quali decidono di produrre il primo album di James dal titolo “James Taylor”. L’opera non decolla ed è nei momenti di fragilità che le dipendenze ribussano alla porta…Il nostro cantautore è costretto a tornare negli USA per un nuovo periodo di disintossicazione in clinica dove scrive numerosi brani.
Gli anni della svolta!
Gli anni ’70 sembrano sorridergli, pubblica “Sweet Baby James” dove a farlo brillare è soprattutto “Fire and Rain” brano da cui traspare l’animo sensibile e malinconico di JT.

Apripista del movimento crepuscolare musicale, rifugia la sua anima nelle canzoni riversandovi emozioni ed esperienze vissute (gioie e sogni infranti compresi!).
Racconta la sua America con la sua voce duttile e la sua chitarra proprio come un pittore la dipingerebbe con colori pastello, raffigurandone l’animo più profondo e segnato dagli episodi che la vita ci riserva.
Taylor la musica ama toccarla: non utilizza un plettro ma preferisce pizzicare le corde con le proprie dita diventando un tutt’uno con il suo strumento.
L’anno successivo mette in bacheca un Grammy grazie al singolo “You’ve got a Friend” tratto dall’album “Mud Slide Slime and The Blue Horizon”.
Il 1972 convola a nozze con Carly Simon ed oltre a due figli mette alla luce tre album tra cui Gorilla. L’apice del successo lo raggiunge nel ’76 quando pubblica “Greatest Hits” dove raccoglie anche vecchie versioni riarrangiate di brani passati; ad oggi resta l’opera di suo maggior successo.
Dieci anni dopo il divorzio da Simon gli funge da Musa ispiratrice, infatti, produce un nuovo album (dal titolo “JT”) marchiato Columbia Records e si aggiudica un altro Grammy.
Anche il buio può risplendere
Siamo nel 1985 e da quell’ultimo Grammy James sta affrontando un nuovo periodo di crisi: il divorzio, il calo di popolarità e la tossicodipendenza lo spingono verso il ritiro.
Ultima tappa Rock in Rio, esibizione per niente facile vista la presenza di un “certo” Ozzy Osbourne…ma quella sera, dopo il tramonto una stella gli sorride: il pubblico resta estasiato dalle sue melodie.
Quella notte magica ispira “Only a dream in Rio” brano che gli ridona linfa vitale e lo spinge a riemergere dalle ceneri.

“That’s Why I’m Here” è solo il primo di una lunga serie di nuove incisioni di altissimo livello qualitativo ed emotivo.
Nel 1988 dopo “Never die young” ricomincia ad esibirsi dal vivo, accompagnato da un’orchestra di altissimo livello che dona ancora più pathos ai suoi concerti ed è proprio dal vivo che James riesce a toccare l’animo di chi lo ascolta.
Nel ’90 “New Moon Shine” viene eletto doppio disco di platino.
Una nuova svolta.
Gli anni 2000 sono un’ulteriore svolta nella vita del nostro cantautore che si (ri)sposa (siamo a 3) con Kim Smedving.
Il matrimonio ed i figli influenzano i suoi componimenti dando alla luce “October Road”, album dove ricchi accompagnamenti strumentali si intrecciano a cori delicati e sofisticati.
Pubblica numerosi album e nel 2018 è ospite al Festival di Sanremo dove duetta con Giorgia. Le voci si intrecciano sulle note di “You’ve got a Friend” emozionando e conquistando l’Ariston.

Un artista che ha fatto della musica la sua vita (e viceversa), i suoi stati d’animo e le sue emozioni si materializzano nelle sue opere portando il lettore in un mondo di sogni e pensieri.
Come abbiamo detto all’inizio una vita tutt’altro che tranquilla quella di JT senza la quale (forse) oggi non saremmo qui a parlare di lui.
Quello che un artista, e in particolar modo un cantautore, deve essere abile a fare è mettere le emozioni sul pentagramma e in tal modo donare a chi vuole ascoltare un pezzo di vita dal quale trarre uno dei tesori più grandi: un’esperienza di vita!
Bhè Amici miei, non resta che mettersi comodi (ovunque e in qualsiasi modo vogliate) e farsi accompagnare in un viaggio lungo le strade degli USA insieme al nostro James Taylor.
Un abbraccio “Senza Cera”
J-Crow