Batman: l’Era Oscura – raccontare l’America attraverso i supereroi

Una delle più belle letture dell scorso anno era stata Superman: l’Era Spaziale, di cui vi avevamo parlato in un post su Penna di Corvo. Tuttavia, in occasione dell’uscita del secondo volume, Batman: l’Era Oscura, di quella che sarà di fatto una trilogia, con il terzo capitolo dedicato a Wonder Woman, non potevamo non dedicare una recensione più approfondita sul sito.

Ecco dunque le nostre impressioni, ovviamente senza spoiler, su Batman: l’Era Oscura realizzato da Mark Russell con i disegni di Mike Allred, pubblicato in italia da Panini Comics. Un volume che ci ha piacevolmente colpito per stile e potenza narrativa.

Ma, ovviamente, se volete saperne di più non vi resta che continuare a leggere!

Una distruzione ineluttabile

Mark Russell pur ambientando l’opera in un universo diverso da quello di Superman: l’Era Spaziale, l’autore crea dei punti in comune con quella storia. In particolare a fare da trait de union la figura di Pariah, l’uomo condannato a vedere la distruzione di tutto il Multiverso, in Crisi sulle Terre Infinite, lo storico crossover del 1985 che ridisegnò il l’Universo DC.

Pariah è una moderna Cassandra, condannato all’impotenza davanti alla distruzione ineluttabile. Ma se in Superman l’Era Spaziale, tragicamente avvertiva l’ultimo figlio di Krypton, qui invece decide di arricchirsi attraverso un’acquisizione ostile di una famosa azienda, pur consapevole dell’inevitabile distruzione ventura.

Le differenze tuttavia non si fermano qui. Infatti, se Superman: l’Era Spaziale, aveva un’epica più cosmica, Batman: l’Era Oscura è un racconto ben piantato a terra, con un’ambientazione più intrecciata con gli eventi storici che attraversa.

Luci e ombre a stelle e strisce

La storia è davvero molto scorrevole e godibile, nonostante le oltre duecentocinquanta pagine del volume, questo scorre meravigliosamente, attraverso una scrittura asciutta che permette ai disegni di fuoriuscire.

Il tratto di Micheal Allred, è in tal senso inconfondibile restituendo quelle vibes vintage, che ben si adattano ad una storia ambientata a cavallo tra la Silver e la Bronze Age. Peculiare è la caratterizzazione data ai vari protagonisti, in particolare ai costumi di Batman e Robin, dal gusto retrò.

Certo, la storia è ricca di spunti legata ad un’azione quasi rocambolesca che ricorda un po’ il telefilm di Adam West.
Ma, il vero punto forte è la critica sociale contenuta nel volume. Bruce Wayne, Batman attraversa i turbolenti anni a cavallo tra gli anni 50 e 70, il Vietnam, il capitalismo finanziario spietato, la violenza dilagante. Tante ombre di un’America ben poco patinata.

I veri mostri

Nella storia i veri mostri, non sono tanto i freaks seppur presenti nella storia, ma quegli imprenditori spietati mossi dalle sole logiche di un profitto cieco. Incapaci di vedere l’imminente distruzione e concentrati solo sull’oggi, sono lo specchio di una società presentista incapace di vedere oltre l’oggi. Una critica sociale spietata ad una generazione miope.

Il diario di Batman, ormai ansiano, diventa quindi una analisi retrospettiva di un mondo condannato non tanto dalla distruzione delle terre infiniti, ma dalle sue stesse contraddizioni insite in una struttura sociale che antepone l’interesse dei pochi ai molti. Batman nel racconto di Russell è un eroe tragico, che cerca di svuotare l’Oceano con le mani.

Batman emerge dunque come un umano troppo umano, che prova a tenere in piedi con le proprie forze un mondo sull’orlo della distruzione, cercando allo stesso tempo di ritagliarsi una parentesi di normalità.

Non la solita storia di Batman

Batman: l’Era Oscura, non è il solito fumetto di Batman, perché in fondo Batman è nient’altro che il figlio, testimone e martire di un mondo dalle grandi contraddizioni, che nessun uomo da solo potrà cambiare. Una storia profonda, degna di stare a fianco di quel capolavoro, seppur non eguagliato di Superman: l’Era Spaziale. Consigliato e promosso!

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